SalTo Extra. Zerocalcare e il legame tra militanza e collettività
Il Salone del Libro di Torino in versione digitale non finisce di sorprendere positivamente per la scelta degli ospiti e per l’organizzazione dell’evento. In occasione della serata conclusiva, Annamaria Testa ha intervistato Michele Rech, in arte Zerocalcare, cercando di scoprire insieme alcune caratteristiche personali del fumettista e il suo rapporto con le tematiche affrontate nei lavori.
Graphic novelist che ha rilanciato la letteratura disegnata nel nostro paese, Zerocalcare è ospite fisso di Diego Bianchi nel programma televisivo di La7, Propaganda Live, occasione in cui ha realizzato la sua prima serie animata, Rebibbia Quarantine. Disegnatore da prima ancora di averne memoria, il fumetto è stato una delle sue prime interazioni col mondo, sia da lettore sia da autore.
Io e la mia percezione nei fumetti siamo due cose che si inseguono a vicenda. Di base io disegno quello che sono e che faccio, con l’aggiunta di un filtro personale, ma di solito tutto è fedele a me. Cerco però di farmi un po’ più ingenuo su alcune tematiche, per avere così la possibilità di dare spiegazioni a chi non conosce alcuni argomenti affrontati. Alla fine, si genera un meccanismo che mi spinge a comportarmi come nei fumetti, è quindi un cane che si morde la coda e così si finisce per non crescere mai.
Con queste parole Zerocalcare ha spiegato il legame che intercorre tra lui e la sua percezione protagonista dei fumetti, sottolineando anche il rapporto con il tempo che passa. La relazione Michele-tempo è quasi un dissidio, perché quando si decide di dedicarsi al lavoro e alle passioni si deve necessariamente compiere una scelta che comporta il fatto di lasciare fuori qualcosa che non consideriamo prioritario. A volte sembra quindi di essere rimasti indietro su molte cose della vita, ma ogni decisione equivale inevitabilmente a una rinuncia o comunque a un procrastinare qualcosa.
Credo che sia essenziale il legame tra militanza politica e collettività, la politica non si fa da soli, è necessario il confronto con gli altri. Chi parla è il megafono che traduce il pensiero di tutti, ma è l’insieme che genera la militanza. Non bisogna perdere il filo del confronto, nessuno è sufficiente a se stesso, altrimenti diventa ego puramente artistico.
Militanza e collettività, un connubio essenziale per chi crede ancora nel vero senso della politica. Spinto dalla voglia di agire, va dove qualcosa si muove, non con l’idea di fare un libro, ma con quella di dare un proprio contributo per cambiare le cose. Prima il G8 di Genova poi Kobane, il tutto lo esorta a farsi avanti e a dare una mano, cresciuto nella comunità politica dei centri sociali e con una famiglia di valori orientanti, non si limita a raccontare.
Infine, Annamaria Testa ha evidenziato la bellezza di Rebibbia Quarantine, definendolo un dono fortunato del Covid-19 e sperando in un seguito di progetti sulla stessa scia cartoon. Il fumettista ha sottolineato quanto sia grande lo sforzo che sta alla base della realizzazione di un lavoro animato, la necessità di un quantitativo di tempo che solo la quarantena può garantire e che quindi termina con Rebibbia Quarantine. L’esperienza però genera altre idee e Zerocalcare non ha di certo intenzione di abbandonare l’animazione, anzi, si pone l’obiettivo di provare a fare qualcosa di più ambizioso e di diverso, al passo con i tempi.