Mortal Kombat 1 – il capolavoro che ci aspettavamo?
Qualche settimana fa abbiamo avuto modo di giocare alla beta per il preorder di Mortal Kombat 1, il nuovo capitolo dello storico picchiaduro di NetherRealm Studio.
Tanti gli spunti di riflessione che sono nati da questa prova su strada che, a partire dal nome stesso, sembra voler dare nuova vita al brand.
Ma ora finalmente, dopo diverse ore di gioco sulle spalle, siamo pronti a tirare le somme su quello che è il titolo nella sua interezza, analizzandone la storia, il comparto offline e tutto quello che concerne il competitivo e le partite online, per analizzare quest’ultimo e violentissimo picchiaduro.
Cosa ci si deve aspettare dunque da questo nuovo inizio di Mortal Kombat? Qualche nostra previsione si sarà avverata? Oppure il team di sviluppo sarà riuscito a stupirci (in positivo… ma anche in negativo) con nuove idee imprevedibili?
La storia andava riscritta… o forse no?
Prima di procedere ad analizzare le nostre stesse speculazioni però ci tengo a fare chiarezza su uno degli aspetti che non era presente nella beta, ovvero il comparto offline.
La storia in Mortal Kombat 1, come da tradizione del brand, è un enorme film frazionato da qualche combattimento ad opera del giocatore, che mette in mostra scenari sempre particolareggiati spaziando dalla terra al regno esterno. In questo specifico caso, il fulcro della narrazione sarà Liu Kang nel suo nuovo ruolo da protettore della terra e nella sua continua lotta per mantenere l’equilibrio e la pace tra i regni.
Durante la campagna tuttavia il giocatore vestirà i panni di diversi combattenti che accompagneranno le sfaccettature e i misteri intorno a questo nuovo ruolo ricoperto da Liu Kang e daranno diversi spunti e dubbi per tenere sempre viva l’attenzione del giocatore.
Un incipit molto semplice ma capace di accrescere la curiosità nei giocatori, sia veterani che neofiti, in quanto i personaggi storici del franchise verranno presentati in modo totalmente diverso da come ci si potrebbe aspettare.
Il duo storico del Lin Kuei è ancora unito in una solida alleanza fraterna, Raiden è un giovane ragazzo inesperto ma promettente e Johnny Cage è una stella di Hollywood che fatica a brillare.
Situazioni decisamente diverse da quelle da cui ci eravamo lasciati alla fine dell’undicesimo capitolo e che verranno spiegate, insieme alla trama stessa, in un piacevole turbinio di colpi di scena e mazzate senza troppo contesto.
Mi piacerebbe molto dilungarmi in alcuni particolari della storia che, oltre ad essere molto sarcastica e irriverente, è davvero capace di intrattenere anche senza una trama troppo fitta e articolata, tuttavia non mi sembra il caso di fare nessuno spoiler di sorta. Soprattutto per i neofiti che decideranno di approcciarsi a Mortal Kombat 1 proprio da questo capito e che potranno gustarsi un buon racconto e scoprire i personaggi della saga da quello che, a tutti gli effetti, sembra voler essere una sorta di prequel.
Ma una cosa è certa: nella sua semplicità il racconto messo in piedi da NetherRealm Studios saprà incuriosire grazie ad una visione delle varie storie dei personaggi inedita e lievemente modificata rispetto ai canoni, stuzzicando la curiosità e spiegando molto di un apparente passato di alcuni storici kombattenti. A buon intenditore quindi, poche parole.
Non solo storia, ma diverse modalità
Ovviamente la storia principale non è la sola aggiunta per il comparto offline di Mortal Kombat 1, ma di sicuro è l’unica (oltre alle Torri Klassiche) a non essere variata di tanto rispetto agli ultimi titoli usciti per quanto riguarda il comparto ludico vero e proprio.
Invasions è stata la vera rivelazione di questo capitolo, una modalità particolare che si potrebbe definire un’evoluzione della Kripta presente nei precedenti capitoli.
In sostanza si tratta di un simil board game dove far avanzare il proprio avatar di casella in casella e dove, ognuna di queste rappresenta un combattimento da affrontare con modificatori casuali ed aggiunte di difficoltà ed elementi da gdr o tattici da tenere in considerazione.
I Kombattenti saranno divisi per elementi (ad esempio fuoco, acqua, tuono e cosi via) che si scontreranno tra loro con i più classici rapporti di debolezza e resistenza. Si potranno potenziare tramite l’equipaggiamento di amuleti e talismani (che a loro volta favoriranno o sfavoriranno i combattimenti) o tramite semplice level up e gli stessi incontri avranno regole particolari.
Una buona trovata capace di regalare diverse ore di gioco e di spingere il giocatore a provare i diversi combattenti in combinazione con i vari oggetti in game o kameo, le vere star di questo nuovo titolo…
L’unico vero lato negativo di questa modalità, a nostro avviso, risiede tuttavia proprio nel comparto rpg, che spesso è poco influente e rallenta un pochino la frenesia di un gioco che punta tutto sulla violenza e sulla velocità.
Ma abbiamo parlato di kameo… e proprio da qui iniziamo a valutare le nostre stesse speculazioni.
Kameo o personaggi giocanti, come è andata a finire?
Nel nostro precedente articolo avevamo espresso la nostra paura in merito alla divisione del roster tra personaggi giocanti e kameo, ovvero spalle utilizzabili in combattimento mediante la pressione di un tasto capaci di alterare il mood stesso delle lotte.
Inutile dire che, come era facilmente prevedibile e salvo alcune eccezioni, abbiamo di fatto a disposizione due roster distinti tra kameo e combattenti. Solo alcune star godono della doppia funzione di spalla e personaggio principale, come Skorpion e Sub Zero (tra l’altro selezionabili contemporaneamente sia come kameo che come combattente nello stesso match).
Questo di fatto limita di molto la scelta dei personaggi giocanti, tagliando fuori alcuni combattenti a discapito di quelli presenti nella storia principale.
Non di certo un punto eccessivamente negativo, ma ammettiamo che ha smorzato un pochino i sogni che avevamo nel cassetto per questo Mortal Kombat 1, anche se di fatto noi stessi sapevamo, in cuor nostro, che sarebbe stata un innovazione forse troppo grande da implementare tutta in una volta.
A risollevare la situazione, tuttavia, viene in nostro soccorso la meccanica delle fatality kameo. Applicabili allo stesso modo delle fatality normali (ovvero utilizzando una specifica combinazione di tasti alla fine del match), le fatality kameo si sono rivelate essere una bella pensata per dare spazio anche ai personaggi non giocanti di mettere in mostra le proprie coreografie violente e sanguinolente. Decisamente apprezzabili e, alcune volte, molto imprevedibili e particolari.
Un altro spunto di riflessione nato dalla prova della beta era quello inerente alla varietà delle mosse kameo e alla loro effettiva differenziazione tra personaggi della stessa scuola di combattimento, e ammettiamo che anche qui, purtroppo, i nostri sogni sono stati avverati per metà.
Da un lato alcune iterazioni sono molto belle visivamente e molto particolareggiate, dall’altro si notano molto alcuni “ricicli” di movenze o coreografie di alcuni combattenti. Una scelta non troppo impattante in termini di gameplay ma che non riesce a dare quella varietà e quell’eccessiva profondità che speravamo di ottenere con la meccanica dei Kameo.
La vera essenza di Mortal Kombat 1: l’online.
Come ogni picchiaduro, la vera essenza di Mortal Kombat 1 la si respira online e in questo frangente ammettiamo di aver trovato un porto sicuro tra le più classiche modalità che potevamo sperare di avere.
Match 1 vs 1 alla meglio di tre per le competitive, sfida non stop per le casuali e il re della collina pronto a far vedere i suoi muscoli agli sfidanti. Una formula consolidata e perfetta dove a quanto pare gli sviluppatori non sentivano la necessità di azzardare rinnovando.
Volendo invece valutare Mortal Kombat 1 dal punto di vista tecnico, le impressioni che abbiamo avuto dopo diversi match online sono state le stesse che avevamo dalla beta. Il gioco è leggermente più lento rispetto ai precedenti capitoli della saga (come già avevamo sottolineato tuttavia anche in Mortal Kombat 11) e sembra voler dare ancora più spazio alla scenografia ed alle mosse pre impostate, rendendo ogni combattimento più cinematografico e spettacolare.
Sono stati tolti completamente i componenti ambientali degli scenari, ovvero gli oggetti con cui interagire anche nei match online e capaci di alterare le mosse dei personaggi (come asce, braceri ad esempio), tornando sui passi più classici dei picchiaduro e alcune combinazioni di personaggi e kameo sembrano essere decisamente più facili da utilizzare rispetto ad altre almeno nelle prime fasi di studio del gioco ma confidiamo che questa tendenza cambierà con uno studio sempre più approfondito di personaggi e meccaniche.
A chi è indicato Mortal Kombat 1?
In conclusione dunque non possiamo che ritenerci molto soddisfatti di questo Mortal Kombat 1, un capitolo che segna una nuova partenza per il brand senza tuttavia tagliare di netto i rapporti con le precedenti glorie.
È inutile negare come il gameplay di Mortal Kombat si sia evoluto e sia cambiato negli ultimi capitoli del brand e questo nuovo numero 1 dopo il titolo sembra indicare proprio una nuova base di partenza per il franchise, pronto ad accogliere i nuovi giocatori sia con una storia riscritta che con un gameplay meno spigoloso e più permissivo.
Analizzando nel complesso il titolo risulta infatti difficile indicare a chi sia rivolto il gioco. Un giocatore appassionato del mondo dei picchiaduro e, di conseguenza, del brand come potrei essere io, proverà sicuramente tanta curiosità in queste nuove sfaccettature.
La storia racconta i personaggi che abbiamo imparato a conoscere ma lo fà da un punto precedente e talvolta cambiando gli equilibri, il gameplay accoglie e scoraggia allo stesso tempo, come è sempre stato, ma con maggiore flessibilità.
Ci sentiremmo di consigliarlo ad un novizio di Mortal Kombat per regalargli un esperienza completa di gioco, tra novità e scoperta, ed allo stesso tempo ci sentiamo di spingere anche i veterani a lasciarsi coccolare da questa ventata di novità mista a classica nostalgia che il titolo porta con se.
Siamo dunque pronti a definire Mortal Kombat 1 il nuovo capitolo che ci aspettavamo?
Sì e no. Forse Netherrealm poteva azzardare ancora di più, aumentando il roster e dando più combinazioni tra kameo e kombattenti per portare nelle console di attuale generazione il Mortal Kombat definitivo, ma è altresì vero che si nota quando impegno sia stato messo per realizzare un capitolo capace di attrarre nuovi sfidanti.
Viste le uscite di quest’ultimo anno per il genere tuttavia, non ci possiamo che ritenere fortunati di questa continua lotta al picchiaduro definitivo. Fin’ora, questo 2023 è stato decisamente un buon anno per i picchiaduro!