“La distanza” ovvero la Sicilia on the road nel fumetto di Colapesce e Baronciani

Nicola ha trent’anni, fa il fonico e strimpella la chitarra, dopo un breve passato da operatore di call center si ritrova disoccupato, o meglio “schiavo libero a tempo indeterminato”. Ha una relazione a distanza con Carla che vive a Londra e lavora praticamente gratis. Nicola sta per andare a trovare la sua fidanzata ma prima di imbarcarsi a Punta Raisi e lasciare la Sicilia decide di fare un tour dell’isola, un po’ come quello che fece Goethe alla fine del Settecento. Per puro caso si ritrova a condividere questo viaggio a tappe con una ragazza spezzina e la sua amica francese: un incontro che contribuirà a mandare all’aria i piani di Nicola e avrà conseguenze importanti sulla sua vita.
“La distanza”, pubblicato da Bao Publishing e realizzato a quattro mani dal cantautore Lorenzo Urciullo, più noto come Colapesce, e Alessandro Baronciani, talentuoso disegnatore e musicista, è un fumetto che racchiude interessanti spunti di riflessione. È, innanzitutto, il racconto per immagini di un viaggio on the road attraverso un’assolata ed estiva Sicilia; è una considerazione sul concetto di distanza, sulle ripercussioni che una prolungata lontananza può avere sulle relazioni, d’amore o amicizia che siano. Ma è anche un osservatorio sul modo di vivere degli attuali trenta-quarantenni, sulla precarietà lavorativa e sentimentale, dunque esistenziale, che sembra accomunarli tutti. Attraverso il cliché dell’operatore di call center e dell’italiano a Londra, gli autori raccontano la dimensione in cui oggi si muovono molti giovani, immersi in uno stato mutevole e instabile in cui tutto (lavoro, affetti, relazioni) può cambiare da un momento all’altro, in cui i riferimenti vengono meno con facilità e velocemente si ricostruiscono. Colapesce e Baronciani danno dunque voce ad una sensazione ben precisa e diffusa: la “distanza emotiva” di un’intera generazione incapace di accettare, programmare o addirittura pensare nessun medio-lungo termine, quel “futur vacui di rapporti senza obiettivi né progetti concreti” ben espresso dal protagonista Nicola.
Ma “La distanza” è soprattutto un omaggio alla Sicilia, alla sua luce e ai suoi colori che emergono prepotenti dalle belle tavole di Baronciani, un atto d’amore sottolineato dalle citazioni di autori come Goethe, Maupassant e soprattutto Manlio Sgalambro che quest’isola hanno conosciuto e compreso nel profondo. Il mare e le città siciliane scorrono e si intravedono sui disegni dal tratto deciso di Baronciani: le strade e le architetture di Noto, la riserva naturale di Pantalica, Castelbuono e Marzamemi, scorci di centri storici, ma anche voci e sprazzi di conversazioni in dialetto. Con il risultato che chi conosce un minimo la Sicilia si sente catapultato e immerso nella sua atmosfera, chi non ha mai messo piede in quella terra sarà colto da un’irrefrenabile voglia di scoprirla.
“La distanza” non è solo il ritratto del paesaggio siculo, ma anche dello spirito dell’isola e dei suoi abitanti, di quei siciliani fatti di “acqua e nostalgia”, col “dramma e il pessimismo nell’animo” di cui il contraddittorio Nicola è degno e perfetto rappresentante. Romantico e cinico, misantropo e chiacchierone, ironico e pessimista, Nicola non si allontana dalla sua terra, non mette in discussione le certezze della sua vita, non è disposto a cambiare se non quando è costretto a farlo.
Il fumetto di Colapesce e Baronciani è un libro che parla di estate, di viaggi e festival, di incontri casuali ed effimeri che inaspettatamente possono però sconvolgere piani, convinzioni, relazioni. Un fumetto intriso di musica, comune passione di Colapesce e Baronciani, che si sono conosciuti a Milano e poi “trovati” durante un tour nei teatri occupati della Sicilia in cui le performance del cantautore erano accompagnate dalle illustrazioni live di Baronciani. Tra ritornelli e strofe di canzoni, sfogliando il fumetto ci si imbatte nei nomi di Belle and Sebastian, Moderat, ma anche Smiths, Battiato e Mark Hollis.
“La distanza” è un libro sulla spensieratezza, sulla libertà che contraddistingue la stagione estiva, sull’estate come pausa dalla routine, parentesi in cui tutto diventa possibile prima dell’inevitabile ritorno alla normalità, oppure cesura definitiva e segno di nuovi inizi.
Un libro che ben racconta una stagione, una terra e lo spirito che la pervade, così efficacemente condensati nelle parole del filosofo Sgalambro, non a caso riportate nel libro:
“L’angoscia dello stare in un’isola, come modo di vivere, rivela l’impossibilità di sfuggirvi come sentimento primordiale. La volontà di sparire è l’essenza esoterica della Sicilia. Poiché ogni isolano non avrebbe voluto nascere, egli vive come chi non vorrebbe vivere. La storia gli passa accanto con i suoi odiosi rumori. Ma dietro il tumulto dell’apparenza si cela una quiete profonda”.
Cristina Nicosia
18 agosto 2015