Le abitudini della felicità

Per molti la felicità è qualcosa che arriva da sé, qualcosa che succede nostro malgrado, un sentimento che non dipende dalle nostre volontà e su cui non possiamo influire. L’esperto di programmazione neurolinguistica Brian Colbert è convinto del contrario e nel suo libro Le abitudini della felicità, (M&A Edizioni, 350 pp., 23 euro) spiega come il benessere sia una condizione che tutti possono raggiungere, prendendo coscienza di alcune dinamiche della mente umana e seguendo alcune regole per modificarle. Per Colbert le persone felici sono persone centrate, che hanno ben chiaro cosa vogliono e dove vogliono arrivare.
Se si fa proprio il presupposto che la felicità sia “una capacità che si acquisisce” e che “può essere allenata”, allora bisogna riconoscere che esistano degli esercizi e degli strumenti in grado di far raggiungere risultati concreti per quanto riguarda il benessere psicofisico di una persona. Il libro di Brian Colbert ha esattamente questo scopo: mostrare la strada da percorrere per il raggiungimento della felicità, una condizione che non è data da altri se non da noi stessi, dalle nostre azioni quotidiane e dai nostri comportamenti.
D’altra parte il fare e la pratica sono i concetti chiave dell’approccio della PNL, una sorta di scienza nata negli anni Settanta negli Stati Uniti che aiuta le persone a riprogrammare la mente e i comportamenti errati per portarle a raggiungere i propri obiettivi. La PNL può essere applicata ai più disparati settori e molti personaggi importanti sembrano farvi affidamento, ad esempio politici come Bill Clinton e Tony Blair o sportivi come Andre Agassi.
Secondo Colbert, il punto di partenza di questa riprogrammazione orientata alla felicità è capire a che punto si è della propria vita, rendersi conto di quali sono gli aspetti che non ci soddisfano, ad esempio l’ambito lavorativo, quello sentimentale o sociale. Dopodiché si passa a definire e mettere nero su bianco gli obiettivi e i tempi ideali del loro raggiungimento. Il libro ha un approccio molto pratico, non perde troppo tempo a spiegare i motivi della nostra infelicità e si concentra piuttosto sul modo in cui possiamo ottenere la piena soddisfazione. I paragrafi più teorici sono seguiti da pagine dedicate agli esercizi veri e propri, l’autore cerca di chiamare il più possibile all’azione il lettore, invitandolo a scrivere e quindi focalizzare obiettivi a breve e lungo termine, ma anche le possibili strategie da mettere in atto per raggiungerli. Il tutto è completato da schemi, diagrammi, tabelle e pagine da riempire, strumenti che aiutano l’assimilazione dei concetti e inducono il lettore ad assumere un atteggiamento attivo e partecipativo.
Un esercizio fondamentale che Colbert suggerisce di compiere si colloca esattamente agli antipodi del primo. Se all’inizio è importante focalizzare le zone della nostra esistenza che non ci gratificano, in un secondo momento è utile richiamare alla memoria tutte quelle situazioni che ci hanno arrecato benessere, istanti e circostanze in cui abbiamo dato il massimo di noi stessi ottenendo ottimi risultati. Questa metodica, elaborata sulla scia delle teorie del pensiero positivo, è chiamata non a caso “tecnica della gazza ladra”, ha infatti l’obiettivo di far riemergere tutti gli aspetti luccicanti, edificanti, di successo del nostro passato; ciò consente di riprovare sensazioni positive, di riempirsi di nuovo di quell’energia che ha portato in precedenza a vivere esperienze vincenti per utilizzarla come spinta propulsiva da puntare sul futuro. Come spiega l’autore, questa esercitazione ha lo scopo di far “scoprire che puoi attivare sentimenti positivi a comando” e che “puoi sviluppare le capacità e l’abitudine di rendere il tuo corpo un tempio di beatitudine”. Di fatto, è una tecnica che ti abitua alla sensazione della felicità, che sarà così familiare e quindi più accessibile.
Secondo l’approccio di Brian Colbert, perché i risultati prefissati vengano effettivamente raggiunti, è fondamentale che essi vengano formulati esplicitamente e soprattutto che siano specifici, questo perché, secondo l’autore, il cervello umano deve ricevere istruzioni molto precise perché possa poi mettere in atto delle strategie utili per applicarle, la mente deve essere programmata in modo preciso perché sappia cosa fare e dove arrivare. Poi bisogna agire, immediatamente, senza tergiversare e rimanere in attesa del momento migliore per iniziare, non esiste il momento ideale. Dunque occorre stabilire cos’è che si vuole, agire immediatamente con azioni mirate, mantenere un approccio flessibile, capace di modificarsi in base ai risultati che si ottengono man mano e cambiare se ci si accorge che non funzionano. Inoltre è molto utile immaginare e nutrire il proprio obiettivo nella mente finché non sarà stato raggiunto.
Dato che le teorie su cui si fonda la tesi di Colbert prendono il nome di programmazione neurolinguistica, non poteva certo mancare nel libro una parte dedicata ai poteri e alle potenzialità del linguaggio. L’autore si sofferma sull’importanza dell’azione di parlare con se stessi formulando delle affermazioni positive e utilizzando parole motivanti, ciò si basa sul presupposto che la mente dell’uomo prende alla lettera i pensieri e le affermazioni dell’io.
Riassumendo, il libro di Colbert identifica la felicità con il raggiungimento di quegli obiettivi che ci renderebbero soddisfatti e realizzati. Per ottenere questi risultati è fondamentale programmare la mente, pianificare le mete e le strategie più adatte per raggiungerle. Sostanzialmente significa prendere il controllo della propria vita, attingendo alle proprie risorse e sbarazzandosi dei propri limiti, nella maggior parte dei casi non reali e autoimposti. “Tutto il tuo corpo, le tue cellule, i tuoi nervi, le fibre del tuo essere possono venire attratte dalla salute, dal benessere e da una vita meravigliosa, purché ciò diventi il tuo obiettivo”.
di Redazione
3 marzo 2014