“L’odore del legno e la fatica dei passi” di Alberto Oliva

Il Libro edito da ATì Editore, dal titolo “L’odore del legno e la fatica dei passi”, vede come autore il giovane regista teatrale, Alberto Oliva, che già a 28 anni può vantare a suo attivo quindici spettacoli teatrali e non è da tutti, credetemi.
Il suo libro, che è già sugli scaffali da novembre, non è un’autobiografia, come lui stesso ci tiene a precisare “perchè a 28 anni non mi sembrava il caso di scriverla, anche se ci sarebbe un precedente ‘illustre’ che aveva proprio questa età quando scrisse la sua autobiografia”. La sua allusione è al libro dal titolo “la mia vita dal 29 luglio 1883 al 23 novembre 1911”: quell’uomo lasciò un impronta non sempre piacevole nei ricordi degli italiani. Allora perchè rischiare, lui non ha l’ambizione di lasciare un impronta politica negli italiani, ma nel teatro sì, è già se ne gusta il preludio.
Alberto Oliva del suo libro dice “non sarà un romanzo, un saggio, un manuale”, ma è evidente che vuole ripercorrere la sua storia personale raccontando l’Italia di oggi, perchè lui ha voluto fare la scelta “coraggiosa” di restare e, credendo in ciò, nel sottotitolo del suo libro ha scritto “Resto in Italia e faccio teatro”.
Con ironia dunque, sinonimo della sua voglia di vivere, racconta uno spaccato della sua vita, quella di un giovane, che viaggiando contro corrente ha deciso di restare, contrariamente a quanto sono costretti a fare tanti altri: obbligati ad avere coraggio.
In questo libro, da leggere tutto d’un fiato, sia per soddisfare la curiosità, che nasce dagli eventi narrati, che per le avventure narrate da Alberto Oliva, i suoi compagni di viaggio, buoni o cattivi che siano, attraverso la sua penna diventano i protagonisti di un racconto che esprimono lo spirito del nostro tempo. Così passo, dopo passo egli percorre, sempre con la medesima leggerezza, sia le aule universitarie, che i corridoi dei teatri, le sale prova, gli studi medici, ritrovandosi perfino ad incontrare un personaggio tanto colto, quanto strano come Vittorio Sgarbi, che è protagonista involontario di un divertente episodio.
Il libro di Alberto Oliva, dunque vuole essere solo la testimonianza di un giovane di 28 anni, che con linguaggio chiaro, semplice e scorrevole, accettando l’invito di Elena Petrassi, decide di raccontare diversi aneddoti dei suoi incontri, delle sue letture, azzardando perfino una riflessione sull’Italia e delle opportunità che la Madre Patria oggi offre ai suoi giovani figli.
Scorrendo le pagine di questo libro si sente, la passione di chi è convinto e lotta contro la burocrazia della nostra Italia, dove per aprire un nuovo spazio si trova la barriera di tutte le cose burocratiche che nulla hanno che fare con l’attività che si vuole intraprende.
Nel suo percorso Alberto Oliva ha avuto la fortuna d’incontrare persone come Mino Manni, che poi sarà suo compagno in un sodalizio artistico, ma anche il professor Giorgio Canali, Paolo Bosisio, la sua fidanzata Nadia, e tanti altri, che egli ringrazia per l’aiuto e l’appoggio ricevuto, perchè anche loro, come lui, innamorate di quest’arte.
Senza alcun rimpianto, ma solo per una doverosa cronaca riferisce di come di suo fratello, nel rispetto della tradizione di famiglia, si laurea in ingegneria meccanica, così come il suo compagno di banco del liceo, dopo un master in economia lavora a Wall Street, o di un altro che studia cinese, per stare al passo con le esigenze dei nuovi mercati, mentre lui ha scelto di rimanere in Italia e fare teatro, neanche nel ruolo di attore, ma di quello più complicato e meno applaudito del regista.
Oggi decidere di fare il regista di teatro è una decisione per la quale ci vuole tanto coraggio o una buona dose di incoscienza. Ad Alberto Oliva pare non manchino entrambe le due qualità, così come non manca la voglia della fatica di cui parla nel suo libro, quindi molla gli esami universitari e sceglie di fare volontariato come assistente alla regia in più teatri.
Senza svelare troppo del libro per non rovinare la sorpresa della lettura, voglio principalmente dire che l’autore si rivolge soprattutto ai suoi coetanei, tutti quei giovani che potenzialmente hanno la possibilità di cambiare il loro futuro ed il destino dell’Italia, ma la difficoltà maggiore a realizzare questo sta nel fatto che questi giovani non sanno localizzare bene chi è il loro nemico, contro chi devono combattere, quindi il suo invito è quello di non rassegnarsi, esortando i suo coetani ad essere disposti a fare tanta e tanta fatica per conseguire dei risultati, a ritrovare il coraggio di cambiare le cose senza arrendersi.
Concludo ricordando a quanti siano curiosi di vedere le fatiche di Albero Oliva, in questa stagione teatrale 2013/14 di cercare sui cartelloni di alcuni importanti teatri milanesi, come Teatro Out/Off, Teatro Litta, Teatro Libero e Teatro Oscar.
BIOGRAFIA ALBERTO OLIVA
Nato a Milano nel 1984, Alberto Oliva è laureato in Scienze dei Beni Culturali all’Università Statale di Milano e si è diplomato in regia alla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi. Ha curato numerose regie teatrali rivolgendo la sua attenzione sia alla drammaturgia contemporanea, sia a una rilettura in chiave contemporanea dei classici (Premio Sipario/Associazione Nazionale Critici di Teatro 2012 per il Ventaglio di Goldoni). Nel 2012 riceve il prestigioso “Premio Internazionale Luigi Pirandello” come miglior regista.
Sebastiano Di Mauro
20 dicembre 2013