“Lo spallone”, il libro-intervista al re del contrabbando Ciro Mazzarella

Il libro è stato presentato dall’autore Fabrizio Capecelatro, giovane giornalista, content supervisor di NanoPress, una delle più dinamiche e promettenti realtà operanti sul web, nonché collaboratore con alcune importanti testate nazionali, tra cui «il Giornale», ma anche conduttore di “Dietro i fatti”, un programma di approfondimento giornalistico, su Vanilla Radio.
Fabrizio Capecelatro, con sagacia e intelligenza ha raccolto le parole del boss camorrista, Ciro Mazzarella, detto o’ scellone (lo spallone), per decenni incontrastato dominatore del traffico di sigarette, che ha vissuto la vita fino in fondo e che oggi è consapevole di avere avuto tutto, ma in fondo niente, come in un mondo di gattopardiama memoria, “dove tutto cambia perchè nulla cambi”.
Con un linguaggio giornalistico, ma semplice, chiaro e scorrevole il libro-intervista “Lo spallone” scava negli intimi di ricordi del Re del contrabbando, delineando la sua visione di giustizia, raccontando gli intrighi internazionali, i crimini, il denaro, la politica, ma pure i processi a cui è stato sottoposto, da lui vissuti come fossero ingiustizia.
Ne è venuto fuori uno spaccato chiaro e profondo di quello che è stata la vita di questo uomo nel contesto sociale del suo tempo e del suo territorio.
Un libro che affronta e analizza il mondo della camorra, il ruolo delle multinazionali, la Guerra Fredda, i nuovi traffici. In uno dei suoi passaggi cruciali si legge: “Non appena caduto il Muro di Berlino il contrabbando ha iniziato a finire per mancanza di sigarette. A quel punto non c’era più la necessità da parte delle multinazionali americane, e anche dello Stato, di realizzare fondi neri. Tutta la sovrastruttura illegale del contrabbando, creata durante la Guerra Fredda non serviva più, e di fatto venne smantellata, ma le persone che la componevano a quel punto hanno continuato a lavorare in proprio”.
Nel libro di Capecelatro, Ciro Mazzarella con distacco racconta la sua storia facendola scorrere in parallelo a quella del contrabbando e sottolinea come negli ultimi anni il fenomeno sta rimontando la scena del traffico illecito. Mazzarella spiega come “Dopo il petrolio, sono le sigarette a far girare l’economia mondiale: in fumo si bruciano un sacco di soldi”. In termini di paragone il traffico di sigarette rappresenta la terza azienda del pianeta. Solo in Italia il 10% delle sigarette è illegale, e procura un mancato introito di oltre 2 miliardi di euro annui per le casse dello Stato, tanto che sono state varate delle norme per contrastare l’evasione.
Ma come in un giro perverso, a dare un incremento al contrabbando sono state, oltre alla crisi economica, proprio le norme restrittive come il divieto di vendita ai minori e l’aumento della tassazione sui tabacchi lavorati.
Di pari passo al contrabbando tradizionale è cresciuto anche il traffico delle sigarette contraffatte provenienti dalla Cina, passando per Dubai per poi transitare dai porti del Tirreno, dello Jonio e dell’Adriatico e raggiungere i Paesi il cui sia il prezzo, che la tassazione sono maggiori.
Nel libro viene messa sotto i riflettori anche la figura umana di Ciro Mazzarella, raccontando la sua “carriera” di contrabbandiere, iniziata a ridosso degli anni che segnano la fine dell’ultima guerra, con il materiale dismesso dagli Americani, ma ben presto venne chiuso in riformatorio. Quando è ritornato in libertà ha cominciato le sue prime attività nel contrabbando di benzina e gasolio, che fecero da “scuola” al “mestiere delle sigarette”.
Si perchè Ciro Mazzarella ha sempre considerato la sua attività come un normale lavoro e in quello si è impegnato fino a raggiungere i vertici più alti, che lo vedono a capo di un vero e proprio impero illegale, quantificato dalla commissione d’inchiesta parlamentare nel 1996, in 200 miliardi di lire di giro d’affari, per un profitto netto di oltre 6 miliardi mensili.
Daltra parte la coscienza di quest’uomo si è sviluppata in un ambiente degradato, dove l’unico svago era un pericoloso cornicione, su cui Ciro poteva essere davvero libero e tornare ad essere un bambino di nove anni, senza dover sentire per forza la gravosa responsabilità di procurare il necessario per il sostentamento della famiglia: aveva il peso di aiutare la madre, che riteneva troppo debole per trasportare tutte quelle stecche di sigarette da rivendere.
Mazzarella oggi vive in regime di sorveglianza speciale nella sua casa di Napoli e rifiuta di essere chiamato boss, preferendo l’appellativo di “guappo”, ma Fabrizio Capecelatro ha vissuto giorni e giorni in casa sua per scavare nell’animo di quest’uomo, per capirne la sua mentalità e scoprire che “Non si è mai pentito perché non ha mai creduto che i valori dello Stato fossero meglio dei suoi”. In una dichiarazione del re del contrabbando si legge: “Dicono che io sia l’anti-Stato. Ma chi dice che io non sia lo Stato e loro l’anti-Stato?
Peter Gomez de ilfattoquotidiano.it precisa “Mazzarella si sente un giusto, crede di essere dalla parte della ragione” e nella sua prefazione al libro di Frabrizio Capecelatro scrive: “Sangue, tabacco e polvere da sparo: è questo l’odore che ti avvolge sfogliando le pagine del bel libro intervista di Fabrizio Capecelatro a Ciro Mazzarella, il re del contrabbando”.
Un libro che consiglio come piacevole lettura nelle lunghe (si spera) vacanze natalizie che stiamo per affrontare, oppure come regalo supplementare per i vostri amici.
INFO:
Lo spallone. Io, Ciro Mazzarella, re del contrabbando
Editore: Mursia
Collana: Interventi
Autore: Capecelatro Fabrizio
pagine: 118
Prezzo: € 14,00
Sebastiano Di Mauro
18 dicembre 2013