Salto Extra. Jared Diamond e il romanzo Crisi

Il sabato del Salone del Libro di Torino in versione digitale promette di essere ricco di appuntamenti, primo tra tutti l’incontro con lo scrittore Jared Diamond che ci racconta il suo romanzo Crisi in un momento storico così tristemente calzante.
Jared Diamond e il romanzo Crisi
Una piccola e doverosa premessa: Jared Diamond si è occupato di fisiologia e biologia evolutiva per anni, diventando velocemente il massimo esperto mondiale della flora e della fauna della Nuova Guinea. Docente di Geografia all’Università della California, con il suo romanzo Armi, acciaio e malattie (edizioni Einaudi) ha vinto il Premio Pulitzer nel 1998.
Il Covid-19 ha sconvolto l’equilibrio di tutto il mondo, quindi è a tutti gli effetti una pandemia globale che ha dentro di sé l’anima della crisi mondiale. Jared sottolinea come in questo saggio provi a spiegare come possiamo imparare dal passato per superare le crisi di oggi.
In queste pagine afferma che tutti si trovano prima o poi ad affrontare una crisi, spinti dal cambiamento, ma anche da un evento che travolge la propria vita (cd crisi personale). Magari perché ad un certo punto un individuo si guarda allo specchio e non si riconosce più, non sa più chi vede riflesso, non conosce più tutte quelle che fino a qualche giorno prima considerava delle certezze e che ora non hanno più nemmeno dei contorni.
Poi ci sono le crisi nazionali, che hanno tra le tante cause anche una piccola parte di crisi personale perché siamo esseri viventi che ci creiamo la falsa illusione di mandare avanti l’intero universo e dunque sbagliamo e questo crea un effetto a catena che travolge fenomeni tanto più grandi di noi.
Infine ci sono le crisi mondiali, come appunto spiega essere il Covid-19: queste ci travolgono come delle ondate, ci ritroviamo catapultati dentro e gli effetti sono tanto più grandi e devastanti quanto più crediamo di essere in grado di risolvere singolarmente, ciascuno per sé stesso.
Cittadini del mondo
Quando mai ci consideriamo cittadini del mondo? Quante volte invece sentiamo dire (e diciamo) “gli italiani, gli inglesi, gli americani, i cinesi, i giapponesi, i francesi, i tedeschi”? Non è forse vero che noi nasciamo proprio come cittadini del mondo, prima di tutto?
Bisogna quindi trovare soluzioni globali per risolvere problemi globali e non ci si può più permettere di pensare che il singolo individuo o la singola nazione possa risolverla da sola. La speranza che lo scrittore esprime con gli occhi (prima ancora che con le parole) è che si cominci ad agire globalmente per cercare di risolvere una crisi mondiale come è a tutti gli effetti questa pandemia che ha sconvolto e causato disastri nella società, nell’economia, nella sanità, nella scuola, nelle case di tutte le persone.
Lo scrittore afferma con decisione come sia importare cominciare a lavorare insieme per eliminare il virus in tutto il mondo: ad esempio nel momento in cui sarà disponibile il vaccino sarà necessario e fondamentale condividerlo anche e forse prima con i paesi più poveri nel mondo, che per primi non hanno nemmeno la metà delle disponibilità economiche e finanziarie e sociali.
Global actions
Come cita Jared stesso, sono necessarie “Global actions to solven big global problems, like global warming”: il cambiamento climatico può provocare danni esponenzialmente molto più grandi rispetto al Coronavirus, ma noi non li vediamo ancora come tangibili perché non toccano la nostra pelle, fisicamente non ci arrivano addosso.
Forse serve davvero provare a capire il significato del termine crisi per avere una visione più ad ampio spettro di questa pandemia: solo in questo modo possiamo provare a cambiare la nostra visione di noi stessi prima di tutto, per diventare finalmente i cittadini del mondo che non siamo mai stati.