VIALE ADRIATICO AL DEGRADO: ASL, licenze e dissesto stradale
ASL di Via Lampedusa – Ci sarebbe voluto un grillino a fare la fila presso la ASL di Via Lampedusa. Quattro ore di fila per i rinnovi delle esenzioni che scadevano al 31 marzo. Parola d’ordine, operazione rinnovo dal 2 aprile in poi. E se ci si ammalava tra il 31 marzo e il 2 aprile, si restava senza assistenza? Mistero.
Così gli abitanti della IV Circoscrizione si sono ammassati alle ASL appena dopo Pasquetta per il timore di restare senza copertura sanitaria. Giovani e vecchi che arrancano col bastone, italiani e stranieri di ogni colore, chi tossisce, chi starnuta, un ricettacolo di microbi nell’aria viziata che, se non sei ammalato, ti ammali, chi non è capace di riempire i moduli c’è qualche anima santa che l’ aiuta,chi protesta debolmente sottovoce e chi, con lo sguardo svuotato e rassegnato, non ce la fa nemmeno ad aprire bocca. Uno spettacolo quasi biblico. Siamo in troppi. L’Italia è ammalata. Chi paga si salva dalle file, chi non può si mette in coda col numero verde Recup della Regione.
Bella Regione, anch’essa allo sbando insieme a tutte le altre Regioni italiane. Ma poi, sono così necessari questi rinnovi a cadenza annuale? Non s’era detto che occorreva snellire la burocrazia, che bisognava risparmiare sull’esubero delle scartoffie che ci stanno seppellendo? La spending review sta facendo il suo corso, ma che razza di ristrutturazione di spesa stanno operando i vari organismi? E chi li controlla ? Sembra che ognuno proceda a modo suo, nel caos del caos italiano.
Il “baretto” fuori controllo – Nell’attesa di oltre tre ore per avere un timbro, ti allontani per un caffè al più vicino punto di ristoro. Quello che era il “baretto” di Via Lampedusa, vicino al tabaccaio che sforna le fotocopie per le pratiche sanitarie, è ormai un abitacolo ormai fatiscente. Già piccolo era, ma almeno pulito con la vecchia gestione. Lo spettacolo inizia col simil- gazebo sul marciapiedi, una geometria scomposta e consunta di teloni di plastica anneriti dallo smog. Entri e devi coprirti gli occhi : i pochi metri quadri del locale sono un ammasso di disordine e sporcizia, figurarsi il retrobottega . La titolare, una donna piuttosto giovane e probabilmente straniera, malconcia , gli occhi arrossati e stralunati, si fa in quattro per servirti. I suoi tramezzini sono coperti dal cellophan, a onor del vero, ma anche le sue unghie sono “orlate a lutto”. Vale a dire sporche, sporchissime. Quella donna ci fa un po’ pena, ma…. né tramezzino, né tantomeno caffè. Con una scusa ci allontaniamo dallo spettro della salmonella!
Se non andiamo errati, non dovrebbe essere squisita competenza delle ASL il controllo relativo al rispetto delle norme igienico-sanitarie nei locali pubblici del territorio? Cosa fa la ASL di Via Lampedusa , che dista pochi metri dal “baretto”?
Da tempo i pubblici esercenti lamentano la mancanza di coordinamento generale tra i vari organismi di controllo, vale a dire tra i NAS e le ASL. Ma, l’Azienda Sanitaria in questione non potrebbe prendersi il disturbo di un’operazione che le compete per legge, dando un’occhiatina a quel bar che le sta sotto il naso?
Abbiamo chiesto a una funzionaria di questa ASL , che passava alla spicciolata per i corridoi, sulla questione del “baretto”. “Io non so niente, non so niente, non ci vado mai a quel bar !…” . Porta chiusa in faccia e via.
Licenze scandalose e marciapiedi dissestati –
Viale Adriatico era il fiore all’occhiello della IV Circoscrizione, una bella zona con villini dall’architettura liberty che faceva quasi il paio con il quartiere Coppedè. Già dagli anni Ottanta si era riempita di bancarelle che davano fastidio ai negozianti della strada. Ora le bancarelle sono scomparse, ma il periodo di crisi vede svuotati anche gli esercizi commerciali. Prima c’era assai movimento e la strada pulsava di vita. Ora è un pianto. Musi assai lunghi.
Sull’area che costeggia il mercato coperto, unico fazzoletto di terreno rimasto libero, ora sorge un elegante chiosco-bar con tavolini di fuori. Sarebbe una bella vista se, di fronte, non ci fossero già numerosi bar e, sul Piazzale Adriatico, il Bar Rosati e un altro bar di fronte. Quanti bar sono necessari alla cittadinanza della zona costituita per lo più da anziani pensionati che, ci manca poco, non hanno nemmeno più i soldi per sedersi al bar? Appare piuttosto clientelare e sballato il criterio di distribuzione delle licenze .
Piuttosto occhio alle buche della strada pericolose per i motorini, occhio ai marciapiedi dissestati in maniera scandalosa che, se non cammini sguardo raso terra, rischi di romperti l’osso del collo!
Montesacro sembra sempre un cantiere a cielo aperto. Ma quali sono le Ditte che riescono a vincere gli appalti?….
Angela Grazia Arcuri
Redazione Roma
5 aprile 2013.