Asl Roma D: mammografi ancora imballati da due anni

Il “Tour della sanità malata”, giunto a questo punto alla trentesima tappa, è il progetto che da tempo si prefigge di denunciare gli sprechi di denaro pubblico, le lunghissime liste d’attesa,il malfunzionamento delle apparecchiature delle strutture sanitarie del Lazio e il degrado degli edifici ospedalieri fatiscenti o privi di opere di manutenzione. Ad essere segnalata, stavolta, è la ASL RM D di Via Vaiano alla Magliana: il consigliere regionale del Lazio e membro della Commissione Salute, Fabrizio Santori, smaschera infatti dopo un attento sopralluogo, con tanto di video youtube a testimoniarne la scoperta, l’inutilizzo di due mammografi ancora imballati e chiusi in un ripostiglio da due anni a questa parte. Tanto è vero che, secondo il consigliere, le apparecchiature sarebbero state trasportate da Via Pascarella ancora funzionanti oltre due anni fa.
Santori annuncia che l’episodio, per la sua gravità, verrà denunciato alla Corte dei Conti e rivela inoltre, di aver chiesto delucidazioni al Presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, tramite un’interrogazione urgente, in merito alle precedenti intenzioni e direttive che si riproponevano di rendere la sede di via Vaiano, “un polo d’eccellenza di lotta dei tumori al seno”.
Il Presidente dovrà quindi chiarire le motivazioni dell’assenza di un mammografo pubblico funzionante in tutta l’area della Asl Roma D, Municipi X, XI, XII e spiegare dove sia finito anche il macchinario riservato all’ospedale Grassi di Ostia come stabilito dalla Delibera della Asl Roma D la n. 572 del 21 novembre 2013. Zingaretti dovà difendersi dalle critiche di Santori, che rimprovera le promesse non mantenute e la sua partecipazione a “Ottobre rosa” (iniziativa volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delicato della prevenzione del cancro al seno), mero accorgimento per proporre slogan e mettersi in mostra.
Il terzo piano della ASL Roma D, è nel mirino del “Tour della sanità malata” anche per il posizionamento di una Tac, incastrata in una stanza, che non permette il passaggio delle barelle, d’altro canto impedito persino dalle porte degli ascensori. La Tac viene quindi adibita esclusivamente ad apparecchiatura per esami poco rischiosi e, cambiare le cose, vorrebbe dire necessariamente abbattere le pareti e destinare pertanto altro denaro alla causa.
“Oltre il danno anche la beffa” conclude mesto Santori.
Michela Maggi
03 ottobre 2014