di Angela Grazia Arcuri
Da tempo a Roma gira un assassino seriale. Il killer vola, ha le ali come Batman, ma il suo mantello è rosso-bruno, ferruginoso. Proviene addirittura dal lontano Oriente, imbarcatosi proditoriamente su qualche palmizio ornamentale a suo tempo esportato nel bacino Mediterraneo. Nessuno riesce mai a vederlo volare, ma se ne conosce il nome: “Rhynchophorus ferrugineus”, classificato già nel 1790 dall’entomologo Olivier e ribattezzato in termine gergale “Punteruolo rosso”.
Già, il killer possiede un lungo rostro ricurvo simile a un punteruolo e si nutre quasi esclusivamente della linfa vitale di una femmina della specie vegetale: la palma.
Il coleottero la predilige, scorge e indovina nel suo fusto panciuto e accogliente la possibilità di nutrire i suoi appetiti famelici e divoranti. Vi si infiltra , se ne impadronisce, ne fa il suo nido deponendovi le uova che si trasformano in larve, le quali scavano gallerie e cavità nel tronco, rendendo difficile individuarne la presenza. La palma è già in preda del suo male sottile che la condurrà silenziosamente a sacrificare le sue rigogliose fronde per nutrire il suo Dracula, il suo carnefice. Resta assai difficile infatti una diagnosi precoce che ne eviti il collasso. Basterebbe l’occhio vigile di esperti che stiano continuamente a monitorare la vita vegetativa delle piante del territorio comunale… ma le risorse di personale specializzato scarseggiano per ovvii motivi.
Nel solo territorio di Roma, e in particolare nella IV Circoscrizione, non è difficile imbattersi in palme morenti o già collassate. La gente che passa le ignora e invece occorre denunciare questo fenomeno, è un obbligo.
Il Servizio Fitosanitario Regionale segnala infatti che “le piante colpite sono un pericoloso veicolo di diffusione del parassita e devono essere immediatamente segnalate a mezzo telefax, al n. 06-51686828 o all’indirizzo elettronico: [email protected]
Chiunque sospetti o accerti la presenza del punteruolo rosso è obbligato a darne immediata comunicazione al S.F.R. per non incorrere in sanzioni pecuniarie e conseguenze penali.
4 dicembre 2011