Gemelli, Codacons: Controllare tutti i reparti dove ha lavorato infermiera

di Federico Montroni
Il Codancons torna a farsi sentire nel caso Tbc al Gemelli. L’associazione che per prima ha cercato di far capire quanto fosse importante prendere sul serio il fatto ha dichiarato che il contagio è avvenuto all’interno dell’ospedale per questo c’è bisogno di un controllo capillare nell’intero edificio, in ogni reparto per capire la vera entità del contagio. Ciò che si fa più sicuro giorno dopo giorno è la responsabilità dei vertici amministrativi del Gemelli che indagati per epidemia colposa ed omissione di atti d’ufficio non avrebbero rispettato i normali iter burocratici “e pratici” da attuare in una situazione di questo tipo. Ricordiamo ai lettori di 2duerighe che l’infermiera, che ha diffuso la Tbc sapeva di esser risultata positiva al test già dal 2004, così come suo marito e che in questi anni ha lavorato anche in altri dipartimenti, per questo c’è bisogno di maggior controllo.
Il Codacons ha ricordato proprio ieri che un bambino nato lo scorso 2 gennaio sarebbe risultato positivo: “Circostanza che impone di ampliare i controlli, estendendo le analisi anche ai bimbi nati nel mese di dicembre 2010. Se la contagiosità, infatti, rientra nelle 48 ore, al 31 dicembre 2010 il reparto neonatale poteva risultare già contaminato”
Fin ora sono saliti a 122 i bambini risultati positivi ai test Tbc, Renata Polverini, presidente della Regione Lazio ha dichiarato che: “Ciascuno in questo momento ha il dovere di fare tutti gli approfondimenti che ritiene utili. Per dare certezze sulla salute dei bambini é anche necessario capire fino in fondo come sia potuto accadere. Speriamo che questi elementi diano la risposta che tutti cerchiamo”.
Gaetano Scalise, legale del policlinico Gemelli che ha invece precisato che: “Vista la complessità del caso, è un’opportuna decisione, un modo di muoversi prudente che porterà a risultati che potremo valutare insieme. Anche se l’assenza di malattia mal si concilia con l’ipotesi di epidemia colposa: ad oggi, infatti, ci sono solo test positivi alla tbc, che, secondo gli esperti, non significano patologia. Vedremo come tutto questo potrà essere coniugato”.
Gennaro Rocco, presidente del collegio Ipasvi (federazione nazionale collegi infermieri) ha invece fatto riflettere sul modo con il quale i media hanno visto la situazione, l’infermiera è vista come: “Vittima incolpevole di quanto accaduto al Gemelli”, Rocco ha poi continuato dicendo che: “È profondamente ingiusto e incivile perseverare l’atteggiamento accusatorio che alcuni media e talune associazioni continuano a mostrare contro la malcapitata collega. Esprimo lo sdegno degli infermieri romani per quanto sta accadendo alla collega del gemelli. E ribadisco con fermezza il duplice sentimento di solidarietà umana e di vicinanza dell’intera comunità infermieristica per i bambini coinvolti e le loro famiglie e per l’infermiera”. La donna non ha colpe, secondo il collegio Ipasvi: “Ci risulta che la collega fosse inconsapevole di avere la tbc, inoltre era vaccinata e si era fatta visitare per la tosse, ottemperando ai suoi doveri fino in fondo, salvo poi scoprire di aver contratto la malattia e mettersi subito a completa disposizione delle autorità sanitarie. Non può essere accusata di negligenza o superficialità. Peraltro ora sta affrontando la malattia e si trova, suo malgrado, al centro di una vicenda che non mancherà di lasciare in lei pesanti strascichi dal punto di vista emotivo e psicologico”.