Roma, a Cinecittàdue è in scena l’Arte Contemporanea

di Enrico Ferdinandi
Roma. La nostra società sta cambiando, le piazze dei quartieri e delle città, una volta luogo d’incontro e di scambio d’idee sono progressivamente sostituite dai centri commerciali. È per questo importante far si che chi amministri un centro commerciale tenga conto di questo fattore per far si che anche in questi posti si possa stimolare la creatività ed invitare le persone alla riflessione. A tal proposito grande merito va al centro commerciale Cinecittàdue che dal 2004 ha intrapreso un iniziativa che merita di essere esaminata ed elogiata: portare l’arte contemporanea nel centro commerciale.
Un esperimento che serve per evitare che i cittadini si perdano nei circoli viziosi e faziosi del consumismo e riescano, a partire proprio dal centro commerciale, ad esprimere e forgiare il proprio pensiero sulle questioni del mondo usando come mezzo di stimolo l’arte contemporanea. Nel corso degli anni sono state molte le mostre allestite a Cinecittàdue, quest’oggi vi parleremo della mostra che sarà presente dal 7 luglio al 6 novembre 2011 sugli “Acquedotti romani”. Per un neofita di primo acchito potrebbe sembrare poco chiara la scelta di una mostra focalizzata sugli acquedotti, ma è solamente pensando e capendo le motivazioni e stimolando intuizioni che la nostra anima può entrare a contatto con l’arte e capire il significato del messaggio che veicola. L’acquedotto romano non è solo un segno della storia della città capitolina, è molto di più: l’acquedotto è un medium. Trasportando l’acqua nella città riesce ad abbeverare la sete dei cittadini, una costruzione che potrebbe sembrar semplice ma che nella sua semplicità esplica un servizio di vitale importanza: portare acqua. Acqua quanto mai al centro dei dibatti e delle polemiche mondiali, ogni giorno si legge di quanto sia importante non sprecarla, hanno persino tentato di privatizzarla e migliaia di esseri umani ogni giorno lottano per berne un po’ (vedi Africa). Come scrisse l’ideatore e curatore della mostra Franco Purini:
Pensare una mostra sugli acquedotti romani, significa leggere, attraverso la loro capacità di costruire il paesaggio oltre la loro essenza tettonica e architettonica, la città di oggi nelle sue contraddizioni, nei suoi aspetti stabili e mutevoli, nella sua singolarità. Assieme a una pluralità di ambiti relativi alla città gli acquedotti romani suggeriscono una ulteriore sfera di contenuti che comprende i temi del frammento, della vastità, del tempo, dell’acqua, una risorsa che sta divenendo sempre più rara e preziosa, oggetto in questi ultimi anni di complesse strategie globali.
Come potete vedere sono molti i motivi per cui una persona dovrebbe stimolare il proprio intelletto attraverso la visita ad una mostra: essa ruba solo 5 minuti ma può regalarti insegnamenti che durano una vita.