Hellblade 2: il mistero della lingua dei Canti

In questo momento, mentre inizio a scrivere, mi sento un po’ come Senua: ho mille cose nella testa, mille informazioni e quasi il doppio delle domande. Quest’articolo, nato dalla semplice necessità di analizzare una soundtrack ben costruita, si è trasformato praticamente subito in una ricerca di informazioni impossibili da trovare, legate a un contesto linguistico-mitologico lontanissimo dal nostro.
È, in realtà, l’altra faccia della medaglia, un prosieguo, una “parte 2” del video uscito ieri sul nostro account Instagram (@alteagamersquad), in cui ho spiegato, in linea generale e in poco più di cinque minuti, con quale metodo di registrazione sia stato girato il sonoro di Hellblade.
Mattia ci ha già parlato, più di un anno fa, dell’incredibile capacità immersiva di Hellblade: Senua’s Sacrifice e di quanto la Ninja Theory sia riuscita nell’impensabile: parlare a tutti, o comunque a chi, almeno una volta nella vita, si sia sentito a un passo dall’abbandonarsi all’Oscurità.
È proprio vero: “le battaglie più difficili sono quelle che si combattono nella mente”, come ci viene sussurrato lungo il cammino per Hel. E sono quelle che ci tengono immersi in una realtà alternativa, che ci creiamo da soli, per combattere o per crogiolarci nel dolore. Senua fa entrambe le cose, attraversando tutte le fasi del lutto, e uscendone, in qualche modo, diversa: non migliore, non peggiore, forse solamente più umana, più consapevole. Ma per riuscirci, deve letteralmente attraversare l’inferno.
Hela, figlia di Loki, sorella di Fenrir che al mercato mio padre comprò…
La mitologia norrena è complicata? Sì, se non la conosci. O sì, se non sei del posto. La mitologia greco-romana non è più semplice, è solo più conosciuta e, romanocentricamente, creduta più importante: non dimentichiamo che l’Impero Romano si è prodigato molto per una sua rapida, esponenziale espansione, spesso non preoccupandosi (modo carino per dire che proprio non interessava a nessuno) di distruggere o minare le identità culturali di altri popoli.
Ma con i norreni non deve essere andata molto bene. Con “norreno”, infatti, si identifica una quantità di popoli davvero ampia: islandesi, finlandesi, scandinavi, danesi, abitanti delle Fær Øer, parte dei germanici del Nord, abitanti della Groenlandia, siberiani e un sacco di altri. È chiaro che nemmeno il grande Impero Romano potesse distruggere una cultura così enorme e così dislocata.
Spiegarla in poche righe è praticamente impossibile, ma giocare a Hellblade è un buon modo per recuperarne le conoscenze. Il videogame, infatti, mette a disposizione tantissime rune interattive che, una volta attivate, raccontano parti importanti dell’Edda Poetica, raccolta di racconti sulla mitologia norrena, una specie di enciclopedia mitica in cui vengono narrati, tra le altre cose, anche l’origine e il destino del mondo.

Senua è pitta, scozzese, e si ritrova a fare i conti con la sua mente e con la personificazione del suo dolore e delle sue paure attraverso le figure degli dei del popolo che aveva accerchiato e conquistato il suo: i norreni, appunto, altrimenti noti come vichinghi. È per questo che Hela, dea dei morti e figlia di Loki, durante la bossfight finale ha, ad un certo punto, l’aspetto di sua madre con la voce del padre: è la rappresentazione dei suoi traumi, del suo bagaglio genetico e affettivo, delle sue paure, il tutto riprodotto dalla lente distorta dei racconti di Druth.
Non è un caso, quindi, che il primo boss contro cui bisogna combattere sia proprio Valravn, figura mitologica danese, metà uomo metà corvo che si ciba dei corpi dei morti in battaglia. Nel folklore non è un vero e proprio dio, ma nel gioco si comporta proprio come tale, venendo definito come “antenato dei veggenti”, ed è il depositario del primo sigillo per raggiungere il ponte di Hellheim.
Valravn ci illude. Ci illude di non essere vittime, ma carnefici del nostro stesso stato mentale, del nostro dolore e del nostro lutto. Ci illude di aver perso tutto, di non valere la pena, ci illude che il nostro viaggio non porti a nulla e non sia raggiungibile. Distruggere l’illusione di non valere niente e di non vedere la speranza è il primo passo di Senua, e quindi il nostro, per avvicinarci all’accettazione.
Il mistero dei canti di Hellheim
Per risolvere i puzzle e raggiungere la bossfight, Druth ci spiega che dobbiamo ascoltare attentamente e seguire il suono dell’inquietante canzone di Valravn, sottolineando più e più volte di non fidarci dei nostri occhi.
Il canto in questione mi ha molto colpito fin da subito; non solo perché la traduzione letterale “song=canzone” così come è stata proposta nel videogioco non è del tutto calzante, ma anche perché di per sé sembra provenire dall’interno di Senua e non dall’ambiente esterno. Certo, grazie alla tecnica di registrazione utilizzata per tutto il gioco, la collocazione ambientale è stratosferica e aiuta il giocatore nella risoluzione effettiva del puzzle, ma la sensazione più profonda, anche alla luce del finale del gioco, è che questo sia l’interiorizzazione di Senua di una litania sepolta nella sua mente.
Curiosa del significato delle parole, ovviamente incomprensibili a orecchio ho fatto più di una ricerca su internet: ci sono stata su giorni e giorni, cercando in qualsiasi angolino del web qualcuno che sapesse dirmi quali fossero le lyrics del canto. Niente. Non ho trovato nulla. Non solo: nessuna testata giornalistica del settore sembrava essersi posta questa domanda.
Conosco qualche parola in danese perché ascolto i Volbeat da anni, così come conosco qualche parola in islandese perché ascolto i Sigur Ros, ma da qua a comprendere un intero testo di una lingua che non mi sembra né danese né islandese, ce ne vuole. Quando però decido di dover capire qualcosa, il mio cervello non ne vuole sapere di lasciar perdere, e finalmente, il caso mi è giunto in soccorso.
Sono approdata su una discussione di Reddit di circa tre anni fa: “C’è qualcuno del Nord Est Europa che capisce i testi della colonna sonora di Hellblade?. Ho difficoltà a capire cosa dicono i canti e ho letto da qualche parte che sono scritti in dialetto norreno”, scrive un utente.
La risposta, forse, più esplicativa, giunge da Oslo: parafrasando, non è solamente un dialetto norreno, ma sembra essere antico, cosa che mette in difficoltà anche chi parla correntemente le lingue del nord. Questo perché, come per il latino e il greco antico, non esistono prove reali di come venissero pronunciate le parole, ma solo labili supposizioni, reinterpretabili un po’ come si vuole.
“L’unica cosa che ho capito chiaramente è la parola ødelegge dal canto sul ponte di Hellehim.” continua l’utente di Oslo. “Letteralmente significa waste-lay, parola di uso comune per indicare una distruzione. (…) Ciò che mi ha mandato in pappa il cervello è che per il resto non ho nemmeno potuto comprendere parole pronunciate chiaramente di una sola sillaba, il che mi ha fatto pensare che fosse scritto in un dialetto norreno, ma molto antico”.
Leggendo tutto questo, ho capito che mi stavo ponendo la ricerca sbagliata. Essendo rimasta molto colpita dal canto di Valravn, non avevo fatto caso al fatto che tutti i canti sono effettivamente nella stessa, identica lingua.
In realtà, anche così, le lyrics trovate si limitano ancora alla sola “River of Knives”, brano che sentiamo sul ponte di Hellheim durante il combattimento. Sembra essere l’unico realmente comprensibile poiché quello più simile al norvegese.
La traduzione in inglese più accreditata, che fa riferimento al topic di Reddit di cui vi ho parlato, è quella di lyricstranslate.com. In italiano potremmo tradurla così: “Annienta/ La marea/ E’ tempo di viaggiare verso il folle sud/ Annienta/ Di tutto per lei/ Orde di gelo e calore”. Il significato è anche piuttosto chiaro e diventa lampante sul terzo verso: il viaggio verso i “folle sud” non è altro che la discesa in Scozia dei Vichinghi, di cui Druth ci fa una panoramica piuttosto truce e oscura lungo tutta la strada; Senua non può e non deve passare dal ponte, va fermata, annientata con ogni mezzo: mare in tempesta, gelo e calore.
Tra antico e artificiale
Nello stesso topic di Reddit, infine, si propone una supposizione molto interessante: quella di Hellblade sembra essere una lingua inventata. O meglio, l’insieme di lingue probabili. Mi spiego meglio.
La lingua norrena (o antico norreno) è in realtà l’evoluzione del proto-norreno (III-VII sec. d.C.) ed era parlata dal popolo vichingo della Scandinavia, in origine, e da tutte le colonie oltremare fino a più o meno il 1070 d.C., ca.
Dopo aver sciorinato qualche data, possiamo passare al succo del discorso: nel 1070, come accennavamo prima, di certo non c’erano i registratori a nastro. Esisteva una rudimentale forma di trascrizione scritta, ma di certo non del tutto attinente a ciò che realmente veniva pronunciato nel parlato, come in ogni punto del pianeta.

Bisogna anche tenere conto che le lingue sono in continua evoluzione, soprattutto in una stadio così precoce di sviluppo, ed è praticamente impossibile ricostruirne fedelmente la grammatica, visto che codificare la lingua non era sicuramente priorità delle popolazioni dell’epoca. Seppure una codifica rudimentale possa essere stata fatta (perché di forme grammaticali ce ne sono comunque giunte), in effetti i testi realmente pervenuti fino a noi appartengono a una lingua già più avanzata, che corrisponde più o meno al 1050-1350.
La difficoltà, quindi, di ricostruire i testi di questi canti, sembra riconducibile a questo probabile mix di lingue antiche diverse, a una ricostruzione quasi completamente inventata di lingue così antiche da non essere del tutto certe. È terribilmente affascinante tutto ciò e presuppone anche una certa capacità filologica da parte della sezione “OST” della Ninja Theory.
La canzone del nuovo trailer: Hellblade 2
Il trailer, uscito ormai un anno fa, ha dato vita a molte nuove supposizioni su cosa sarà questo Hellblade 2: un nuovo scontro tra Vichinghi e Celti? Una storia di vendetta alla The Last of Us 2? Certamente, sarà ambientato in Islanda, come abbiamo visto dai diari di bordo della Ninja Theory.
Nel nuovo trailer si scopre anche che il main theme del prossimo gioco sarà degli Heilung (parola tedesca antica traducibile con “healing”, guarire), gruppo folk sperimentale di origini miste danesi, tedesche e norvegesi, che ripropone musiche vichinghe in dialetti dell’antico norreno, probabilmente con la stessa tecnica di mix linguistici, già ascoltata nel primo Hellblade.
La canzone cantata da Senua è “In Maidjan” (trad. letterale To Corrupt) ed è un inno di battaglia norreno, o più un’invocazione “per corrompere” Odino e Týr, corrispondente del nostro Marte, ad entrare in guerra.
Trovo quantomeno curioso che a Senua, che ricordiamo essere celtica, siano state messe in bocca parole dedicate a dei che non sono i suoi, del suo popolo, quelli in cui crede, ma anzi quelli nemici, temuti e odiati. Tuttavia, se letta in chiave diversa, questa sua proposta ad Odino potrebbe essere anche un sfida, il che rientrerebbe molto bene all’interno di quella che è la sfera emotiva e mentale della nostra protagonista.
Chissà che altro si starà inventando la Ninja Theory, stavolta.