Cosa ci dice davvero Xbox & Bethesda Games Showcase?

Tempo di conferenze online per il mondo videoludico, quasi una al giorno, come a voler sostituire l’assenza dell’E3 di quest’anno. Una delle più importanti, in ordine cronologico dopo lo State of Play del 2 giugno e il Summer Game Fest del 9 giugno, era Xbox & Bethesda Games Showcase svoltasi ieri sera, che non ha affatto deluso le aspettative.
Esaltare la conferenza di Microsoft e della neo acquisita Bethesda sarebbe facile; più interessante è leggere tra le righe e cercare di capire cosa aspettarsi dal futuro del gaming dalla mamma di Xbox.
Redfall – “L’emblema” dello stile Microsoft
Il Game Pass è senza dubbio il fiore all’occhiello di Microsoft: una piattaforma gaming che offre centinaia di videogiochi, tra cui Tripla A, l’intera piattaforma EA Play, moltissimi titoli fin dal giorno di lancio, e persino tutte le esclusive Microsoft al day-one, al prezzo di 12,99 euro al mese.
L’utenza vede tutto questo come una sorta di regalo da parte di Microsoft, qualcosa che solo lei può permettersi per via del suo enorme patrimonio, ma con un’attenta analisi potrebbe risultare (ovviamente) non essere proprio così.
Redfall, esclusiva next gen Microsoft rinviata ad un generico 2023, sviluppata da Arkane Studios, potrebbe nascondere proprio qualcosa del genere dietro il suo essere uno sparatutto in prima persona open world.
Ambientato nella città di Redfall, su un’isola a largo delle coste del Massachusetts, che è stata misteriosamente invasa da vampiri (e dal conseguente culto che si è andato a formare), il gioco vede quattro ragazzi geniali pronti a combattere per liberare l’Isola dal male.
Un primo spunto può venir fuori dalle modalità di gioco: un’esperienza in singolo o in multiplayer fino a quattro giocatori, il che fa venire in mente molto divertimento a più persone, molte più ore di gioco oltre a quelle necessarie per completare la main quest (che secondo vecchi rumor, si attesta sulle diciotto ore: decisamente poche per un open world) e, di conseguenza, molti rinnovi dell’abbonamento al Game Pass.
Un videogioco open world da poter giocare anche in multiplayer non è di certo una novità, ma la struttura di Redfall sembrerebbe ben diversa, per esempio, da quella di Elden Ring, facendo venire in mente diversi eventi secondari e possibili contenuti extra (nei rumor si è parlato di un quinto personaggio ancora da rivelare)
Inoltre, si tratta di un gioco tecnicamente onesto (seppur mostrato ancora in pre-beta), con quello che dovrebbe essere lo stesso motore grafico di Deathloop ritenuto non troppo next gen (ma lo è certamente la possibilità di giocare fino a 120 fps su PC e Xbox Series X).
Redfall fa impazzire per la sua capacità di creare attesa e per sembrare allo stesso tempo un altro titolo perfetto per essere sostenuto dalla politica del Game Pass.

Sicuramente l’altro gioco del gruppo ZeniMax, il tanto atteso Starfield, potrebbe stroncare questo ragionamento, o essere l’eccezione che conferma la regola.
Finalmente la grande nuova opera di Bethesda, posticipata al 2023, si è mostrata con un lungo video di gameplay, mostrando le fasi di gioco in prima e in terza persona, le fasi action e le numerose possibilità GDR, la possibilità di pilotare veicoli nello spazio e combattere con essi, e addirittura la presenza di oltre mille pianeti esplorabili liberamente.
La struttura sembrerebbe più quella di una grossa esclusiva Sony, una di quelle che Jim Ryan ritiene insostenibili da un sistema come quello del Game Pass, per via dei costi di produzione enormi.
Tuttavia, se il rumor secondo il quale i pianeti esplorabili in Starfield saranno condivisi, ecco che anche in Starfield spunterebbe un sistema online che spingerebbe l’utenza a diversi mesi di abbonamento. Se poi dovessero esserci le mod come in Skyrim…
Overwatch 2 e Diablo IV: un primo accenno di Blizzard + Microsoft
L’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft richiede ancora del tempo per questioni burocratiche, ma ormai non dovrebbe esserci dubbio sul fatto che andrà a buon fine. Dubbi rimossi anche dal fatto che Xbox & Bethesda Showcase ha mostrato un primo accenno di partnership tra le due aziende.
E’ stato annunciato nientemeno che il lancio del tanto atteso Overwatch 2. Il gioco sarà free-to-play, confermando quanto vociferato, e avrà anche la sua versione PlayStation, essendo questa in sviluppo dapprima dell’arrivo di Microsoft.
Tuttavia, il gioco arriverà in Early Access il prossimo 4 ottobre su PC e console Xbox, mentre continuerà l’attesa per i possessori di PS4 e PS5.

Un altro titolo che non sarà esclusiva Microsoft (e nemmeno disponibile al lancio su Game Pass) è Diablo IV, finalmente confermato per il 2023.
In questo caso, la collaborazione tra Microsoft e Blizzard Entertainment non sta tanto nel mostrare un trailer di gameplay dettagliatissimo e affascinante nei miglioramenti, quanto l’avere ad una conferenza Xbox il nuovo capitolo della serie che ha sempre strizzato l’occhio più ai giocatori PC, annunciando il periodo di lancio, mostrando un gameplay preso dalla versione per Xbox Series X, e annunciando anche il cross-play tra PC e console.
Tutto ciò fa sperare in un supporto migliore del gioco su console, che in passato è arrivato con troppa calma su Diablo III, dopo una partenza a razzo e un ottimo porting console, e in maniera discutibile su Diablo II: Resurrected, il quale necessiterebbe l’opzione di giocare su console con mouse e tastiera.
Kojima e la strizzata d’occhio al Giappone
Da mesi si vociferava di Hideo Kojima, autore della serie di Metal Gear e Death Stranding, per la prima volta a lavoro su un videogioco esclusivo di Microsoft, dopo anni di sodalizio con Sony.
Negli ultimi giorni il rumor è diventato sempre più forte, al punto da essere considerato quasi come una conferma, fino a spingere più di un migliaio di fan di Sony a creare addirittura una petizione per cancellare il presunto nuovo titolo di Kojima.
Xbox & Bethesda Games Showcase ha confermato tutto: un semplice intervento di Hideo Kojima in persona per ammettere che Kojima Productions è a lavoro su un videogioco che sfrutterà la nuova tecnologia di Microsoft, basato sul cloud gaming e che segue i nuovi trend del mercato.
Conoscendo Kojima, c’è da aspettarsi un gioco che potrebbe piacere o non piacere, ma che sicuramente sarà qualcosa alla quale nessuno ha mai pensato prima e in grado di affascinare.
I fan di Sony non si devono abbattere: Norman Reedus ha confermato che sono da poco partiti i lavori per il sequel di Death Stranding, andando a confermare le voci secondo le quali Kojima ha attualmente le mani in pasta sia su PlayStation che su Xbox.

Microsoft non ha mai avuto particolare successo con le sue console in Giappone, strizzando invece l’occhio più alla madrepatria americana e all’occidente in generale.
Hideo Kojima è probabilmente il più internazionale degli autori videoludici orientali, ma l’attesa per la sua nuova opera sarà sicuramente molto lunga.
Nel frattempo, Microsoft vorrebbe tentare di avvicinare i gamers del Sol Levante portando su Game Pass una celebre serie JRPG che quasi mai aveva toccato le macchine occidentali: Persona.
Il primo ad arrivare sarà l’ultimo: Persona 5 Royal, in arrivo il 21 ottobre. L’anno prossimo, invece, arriveranno i prequel Persona 3 Portable e Persona 4 Golden.
I numeri di Xbox Series X ed S in Giappone sembrerebbero poter essere un primo cambio di trend per le console di Microsoft in occidente: Kojima e Persona potrebbero dare il boost necessario?
I vantaggi di “Play it day one with Game Pass”
Capita spesso ormai, come accaduto durante il Summer Game Fest di quest’anno, di avere l’impressione che sul mercato arrivino troppi videogiochi.
E’ comprensibile che una software house, specialmente se indipendente, cerchi in ogni modo di pubblicizzare il proprio lavoro e ritagliarsi uno spazio in mezzo ai colossi del settore, ma quanti videogiochi si vorrebbe chiedere di acquistare all’utenza?
Soprattutto videogiochi dallo stile (se non addirittura dall’insieme di stili) molto simile. Ad esempio, quanti sparatutto in prima persona sono stati mostrati anche solo nel Summer Game Fest 2022?
In questa situazione resta comunque difficile emergere, ed ecco che una piattaforma gaming come il Game Pass viene in soccorso. Quel “play it day one with Game Pass” aumenta fin da subito l’attenzione sul prossimo gioco mostrato, poiché a un utente Xbox viene il pensiero di essere già possessore di quel videogioco.
Non tutti i numerosi titoli presenti su Game Pass interessano agli abbonati, ma provare non costa nulla (o meglio, non ha costi aggiuntivi), ed ecco allora che Naraka: Bladepoint, curioso action in terza persona battle royale, approdato su PC lo scorso 11 agosto, potrebbe ricevere una chance da molti più giocatori.
Oppure Flintlock: The Siege of Dawn, action in terza persona dallo stile artistico e di gameplay tanto affascinante quanto, paradossalmente, a rischio di buco nell’acqua (vedasi Godfall), ma tentar non nuoce in questo caso… Così come non nuoce nemmeno al tanto atteso Scorn, lo sparatutto in prima persona dalla direzione artistica in stile Ridley Scott, che finalmente ha una data di lancio: 21 ottobre.
Il Game Pass potrebbe funzionare anche da boost per opere attraenti anche senza di esso, quali A Plague Tale: Requiem, ancora senza una data ma ancora confermato per il 2022, oppure opere meno note ma davvero affascinanti come The Last Case of Benedict Fox.

“Play it day one with Game Pass”… ma fino a quando?
Un’altra opinione diffusa su Microsoft è quella secondo la quale è talmente interessata a vendere i suoi software, al punto da fregarsene delle sue console.
Difatti ogni titolo in esclusiva di Microsoft arriva in contemporanea sia su Xbox che PC ormai da anni, addirittura da molto prima dell’avvento del Game Pass. La stessa Microsoft ha poi fatto credere di essere disposta in futuro a portare il Game Pass addirittura su piattaforme Sony e Nintendo, se non fosse che le due aziende nipponiche saranno sicuramente contrarie a questa possibilità.
Una comunicazione ottima, ma surreale, perché di certo Microsoft non ha appena lanciato sul mercato ben due console next gen solo perché ha soldi da buttare, e il cloud gaming, per quanto in espansione, è ancora lontano dall’essere lo standard (ci sarà un motivo se PS Now non ha mai ispirato quanto il Game Pass).
Inoltre, quanto a lungo potrebbero durare i vantaggi del Game Pass? Non si tratta di un riferimento al tempo limitato dei titoli presenti nel catalogo, al quale fanno eccezione i titoli Microsoft e di tutti i team aggiunti a Xbox Game Studios (quindi anche i giochi Bethesda e Activision Blizzard), sebbene bisogna tener conto che anche i titoli disponibili fin dal giorno di lancio sul Game Pass potrebbero essere rimossi (Narita Boy, ad esempio)
Il riferimento è dovuto alla concorrenza: è in arrivo la nuova versione del PS Plus di Sony, che sebbene ancora acerbo, punta a fare concorrenza al Game Pass. In questo caso, quanto a lungo Microsoft potrà vantare di essere l’unica con quel “play it day one with Game Pass”? Quante di quelle software house rifiuterebbero un’offerta simile raddoppiata?
A quel punto le esclusive servirebbero non solo a vendere la macchina, ma anche la piattaforma gaming. La stessa Microsoft lo sa bene, altrimenti non avrebbe senso tutte quelle “console launch exclusive” viste anche in questa conferenza.