Arte in alta quota

In montagna d’inverno non solo sci ma percorsi artistici sotto le guglie delle Dolomiti.
Le più amate dagli Italiani. Le più invidiate dagli stranieri. Le Dolomiti. Frequentate per le loro cime di grandiosa severità, per i paesaggi dai maestosi profili, per il fenomeno dell’enrosadira che le ammanta di una pennellata violacea al tramonto. Famose per le loro vette e piste da sci, rimangono spesso sconosciute nel loro patrimonio artistico.
VAL GARDENA. A Castelrotto, delizioso paesino alto-atesino raggiungibile uscendo dall’autostrada a Bolzano Nord e imboccando la valle per l’Altopiano dello Sciliar, i quattro passi nella piazzetta del borgo possono prolungarsi oltrepassando l’arco del Rathaus, lo storico albergo “Zum Tur” e avviandosi al colle del Calvario. Si tratta di un percorso devozionale unico in Alto Adige che visitando sette cappelle porta alla torre romanica. All’interno delle edicole sono alloggiati dei gruppi scultorei narranti episodi della passione di Cristo, realizzati per volontà di Georg Kraus a partire dal 1675. Le sculture lignee, seppur esiti di un’arte popolare, rivelano quel tragico realismo nordico la cui origine può ricercarsi nell’altare Isenheim, opera del pittore tedesco Grünewald. Scene di grande effetto narrativo, con statue a grandezza naturale, aventi lo scopo di coinvolgere emotivamente i devoti e risvegliarne la fede religiosa secondo i dettami del Concilio di Trento. A Ortisei, capoluogo della Val Gardena, poco sopra il paese, raggiungibile solo a piedi, si trova l’appartata chiesetta di San Giacomo, costruita nel 1181 lungo l’antico sentiero Troi Paian che collegava la valle con Venezia. Vale la pena di entrare per vedere gli affreschi del presbiterio dipinti nel XV secolo e dedicati alla leggenda di San Giacomo, protettore dei viandanti e pellegrini.
All’epoca barocca si deve l’altare maggiore, un bell’esempio di quell’intaglio ligneo che perdura nel luogo dal Seicento. Aperta dal lunedì al venerdì ore 14.00/17.00 e giovedì 10.00/12.00.
VAL PUSTERIA. Proseguendo verso nord, dopo Bressanone, si prolunga a est la Val Pusteria. A Brùnico (e non Brunìco come si sente in TV), è nato e vissuto uno dei più originali e sconosciuti artisti del Quattrocento europeo, Michael Pacher, delicatissimo pittore e geniale scultore gotico. Incerta la sua data di nascita, forse il 1435, documentata invece la sua formazione padovana dove studiò l’arte del Mantegna e di Donatello. I suoi famosi “Flugelaltar”, polittici composti da una cassa centrale con altorilievi lignei e sportelli laterali dipinti, furono scomposti e divisi tra i musei di Monaco e Vienna, ma nella chiesa di S.Lorenzo di Sebato, a 3 km da Brunico, è custodita la sua dorata “Madonna dell’uva” del 1462. Sotto le Dolomiti di Sesto, quasi al confine austriaco, si distende il grazioso San Candido con al centro la Collegiata, il più importante complesso romanico delle Alpi Orientali. All’interno, i suoi punti di forza sono gli affreschi della cupola illustranti le Storie della Creazione datati intorno al 1285 e caratterizzati da un elegante linearismo grafico. All’esterno, sopra la lunetta del portale sud, l’opera più preziosa: un affresco di Michael Pacher che qui, a metà Quattrocento, ritrasse l’abate Otto III, fondatore del monastero della Collegiata, tra i santi Candido e Corbiniano.
NEVE ARTISTICA. Se in montagna il legno è da sempre il materiale preferito per la scultura, non va dimenticata la neve che si presta ottimamente alla creazione d’esempi d’arte contemporanea seppur d’effimera vita. Il prossimo gennaio avrà luogo l’annuale Festival Internazionale delle sculture di neve, dall’11 al 13 a San Candido in Val Pusteria e dal 16 al 18 a San Vigilio di Marebbe in Val Badia dove si potrà assistere alla creazione in diretta e en plein air delle abilità plastiche di 30 artisti provenienti da tutto il mondo. www.snow-festival.com
di Cinzia Albertoni
11 dicembre 2011