Sardegna. I grandi siti archeologici dell’Italia
La Sardegna rimane tra le principali regioni italiane per interesse archeologico, viene definita un vero e proprio museo a cielo aperto. Da Cagliari a Oristano, da Sassari a Carbonia-Iglesias, da Nuoro a Olbia e ancora altre città, ogni area archeologica rappresenta una buona motivazione per essere visitata e ognuna di queste è facilmente raggiungibile con traghettilines. Nel territorio sardo infatti si avvicendano aree archeologiche molto importanti che comprendono i complessi nuragici di Su Nuraxi di Barumini, Genna Maria di Villanovaforru, Arrubiu di Orroli, Santa Vittoria di Serri, Santu Antine di Torralba, Santa Cristina di Paulilatino, le città fenicio-puniche di Nora, Tharros, Sant’Antioco, i monumenti romani, bizantini e giudicali di Cagliari e Porto Torres, gli scavi di Sant’Eulalia a Cagliari.
Nello specifico, andando ad approfondire i principali siti archeologici il complesso nuragico di Barumini è uno dei 55 siti italiani inseriti dall’UNESCO nella World Heritage List. Sorge in un’area denominata Marmilla, nella Sardegna centro meridionale, all’interno della provincia del Medio Campidano. Secondo l’UNESCO il sito comprende l’esemplare meglio conservato di tutti i nuraghi sardi.
Il Complesso Nuragico di “Genna Maria” è invece situato all’interno di un parco alberato, ubicato sulla sommità di una collina a 408 metri sul livello del mare a circa 1 km dal paese di Villanovaforru. Il campo visivo spazia dal Golfo di Cagliari a quello di Oristano.
Il Nuraghe Arrubiu di Orroli è il più imponente monumento della Sardegna e tra i più maestosi di tutto l’occidente europeo: si erge nella zona denominata “Su Pranu” e domina un antico guado nel corso del medio Flumendosa, dove oggi sorge una diga di sbarramento. Occupa una superficie di circa 5000 metri e presenta ancora ampi cortili interni, scale, accessi, corridoi, vani cupolati. Nell’area circostante sono visibili ancora i resti di numerose capanne, alcune delle quali di notevoli dimensioni.
L’antico insediamento di Tharros invece è collocato all’estremità della penisola del Sinis. Si dispiega nel golfo di Oristano su una sorta di anfiteatro naturale delimitato a Nord dalla collina di Su Murru Mannu, a Ovest da quella della torre di San Giovanni e a Sud dall’istmo che collega quest’ultima al promontorio di Capo San Marco.
Di grande interesse anche i monumenti romani, bizantini e giudicali di Cagliari e Porto Torres. Tra i monumenti bizantini, i più significativi sono S. Saturnino di Cagliari, il santuario di Sant’Antioco e San Giovanni di Sinis. Tra gli edifici più noti dell’arte romana compaiono S. Gavino di Porto Torres, S. Maria del Regno di Ardara, S. Maria di Bonarcado e le cattedrali di Santa Giusta, S. Antioco di Bisarcio e S. Simplicio di Olbia.
E per finire, impreziosiscono il panorama archeologico sardo gli scavi di Sant’Eulalia a Cagliari, che si estendono per circa 900 m2 al di sotto della chiesa omonima, nel quartiere medievale della Marina, e dove sono visibili le strutture legate ai mutamenti del centro abitato dal IV a.C. al XIX secolo d.C.