Intelligenza Artificiale contro stupidità umana?
Trentuno dicembre 2023, il nostro Presidente, Sergio Mattarella, nel suo Messaggio di fine anno, esprime un concetto che magari a qualcuno, impegnato nel famigerato cenone di fine anno è sfuggito:
“Ci troviamo nel mezzo di quello che verrà ricordato come il grande balzo storico dell’inizio del terzo millennio. Dobbiamo fare in modo che la rivoluzione che stiamo vivendo resti umana. Cioè, iscritta dentro quella tradizione di civiltà che vede, nella persona, e nella sua dignità, il pilastro irrinunziabile.”
Questo passaggio non è certamente sfuggito a Mauro Crippa e Giuseppe Girgenti, autori del libro Umano, poco umano Esercizi spirituali contro l’intelligenza artificiale, edito per Piemme.
Tra lezioni di filosofia ed esempi pratici di Intelligenza Artificiale applicata alla nostra quotidianità il duo Crippa Girgenti, con sopraffina eleganza stilistica, non attacca direttamente l’IA, fa di meglio: osa creare “qualche” dubbio su questa fantomatica rivoluzione digitale capace, a detta di alcuni, di aiutare l’uomo in futuro.
Filosoficamente parlando siamo davanti al solito quesito da salottino cervellotico: progresso ed evoluzione umana quanto vanno a braccetto tra loro?
A 75 Km da Londra, qualche mese fa, il primo ministro britannico, Rishi Sunak ha organizzato un “super salotto” con ospiti d’eccezione (ventotto Paesi, tra cui gli Stati Uniti, i membri dell’Unione europea, la Cina ed Elon Musk); a Bletchely Park, o Stazione X, è andato in scena il primo summit mondiale sull’intelligenza artificiale, per gli amanti dell’inglese il primo “AI Safety Summit”.
Risultato: dichiarazione d’intenti tra le parti firmata, soluzioni tangibili non ancora ma dal punto di vista prettamente di marketing un successone.
Musk ha ovviamente esposto la sua anche in termini numerici, per il sudafricano l’IA è un’opportunità all’80%, c’è “solo” quel rimanente 20% da temere.
Siamo “di fronte alla forza più distruttiva della storia” e la sfida per noi essere umani sarà semplicemente “trovare un significato nella vita”… un 20% niente male, grazie Elon.
A fine summit è stato varato l’AI Act: sappiamo le problematiche, le derivate e cercheremo di cooperare per trovare una soluzione.
Nel mentre il mondo, tra una guerra e l’altra, va avanti.
Fantastico.
Crippa e Girgenti nel loro libro non si siedono in cattedra, non hanno una soluzione certa nemmeno loro; il lettore che cerca la verità assoluta ha decisamente sbagliato libro.
Gli autori, nei capitoli del libro, propongono una vera e propria rivoluzione ma nel senso letterale della parola: dal lat. tardo revolutio -onis <<rivolgimento, ritorno>>.
Un ritorno all’essere umani, magari meno Intelligenti, meno Artificiali, sicuramente meno perfetti ma più umani e l’errore è caratteristica umana.
Attraverso insegnamenti filosofici, da Socrate a Sant’Agostino passando per Galeno, Crippa e Girgenti lanciano salvagenti per le anime in cerca di sopravvivenza in questo Oceano in tempesta chiamato IA.
Non mancano certo le analisi sui singoli campi dove l’intelligenza artificiale sta operando in modo evidente e non solo all’occhio umano.
I capitoli sono l’esperimento riuscito (finalmente oserei dire) di come la filosofia non è una scienza a sé stante ma di come possa essere spada e scudo dell’anima umana se messa al servizio pragmatico dell’uomo.
Il filosofo è finalmente al centro della società, esce dalla fiera del Logos e si pone come problem solver, almeno ci prova.
Mentre l’Intelligenza Artificiale viene vestita da abiti su misura stupendi dai sarti e spinta a forza nella nostra quotidianità attraverso ogni mezzo con connessione ad una rete, la stupidità umana avanza in carta pensando di saperla padroneggiare.
Stupidamente gli affidiamo il nostro lavoro, il nostro rapporto con il prossimo, l’insegnamento dei nostri figli, la nostra salute: il senso della nostra vita.
Adagiandoci e pensando che quel 20% possa essere domato.
In Storia della colonna infame, Manzoni affermava “è men male l’agitarsi nel dubbio, che il riposare nell’errore.”
Probabilmente è giunta l’ora di agitarsi davvero in quel 20%, il passo da dubbio ad errore futuro è breve e maledettamente svelto.
Mala tempora currunt