Decreto immigrazione: novità e restrizioni sulla protezione speciale

È stato approvato ieri il Decreto immigrazione. La maggioranza non cede in alcun modo riguardo alla gestione dei migranti, mantenendo misure restrittive.
Il Decreto immigrazione: accoglienza e contrasti
A quasi due mesi dalla strage di Cutro, il Senato ha approvato il Decreto immigrazione, con 92 voti favorevoli e 64 sfavorevoli. Il testo aspetta ora di arrivare alla Camera ed essere convertito entro il 10 maggio.
Il documento del 10 marzo presenta ora un nuovo titolo: “Disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare” ed ha destato varie perplessità a sinistra.
Per Boccia, aumenterà solo gli irregolari ed il lavoro in nero. Schlein ha parlato invece di un tentativo di “portare l’Ungheria in Italia”, persino peggio dei decreti sicurezza di Salvini. Favorevole invece Forza Italia, annuncia Gasparri.

Il contenuto del Decreto e la protezione speciale
Tra le norme del documento emergono:
-Art 1: quote dei flussi per il triennio 2023-2025 stabilite tramite D.P.C.M.
-Art 3: ingressi fuori quota ammessi solo per chi ha partecipato a corsi di formazione professionale e civico linguistica
–Art 7: nuove misure sulla protezione speciale
La protezione speciale è una delle principali forme di tutela dello straniero in Italia. Si aggiunge allo status di richiedente asilo, quello di rifugiato politico e alla protezione sussidiaria.
Entra in gioco quando la Commissione Territorio non riconosce nessun altro status, ma ritiene validi i presupposti di protezione della persona (art. 8 CEDU).
La protezione speciale sarebbe “un’anomalia italiana”, secondo Giorgia Meloni, che renderebbe troppo attrattiva l’immigrazione in Italia, in maniera sbilanciata rispetto al panorama europeo.

Le novità in materia di protezione speciale
L’art 7 del nuovo Decreto va ad emendare l’art 19 della Legge Quadro sull’immigrazione. A partire dal Decreto Lamorgese, tale articolo prevedeva la seguente misura, ora eliminata:
Il divieto di espulsione di una persona, qualora l’allontanamento comporti una violazione del diritto al rispetto della sua vita privata e familiare.
Ora, i permessi speciali restano, ma in maniera limitata e con un rinnovo per soli 6 mesi. Si elimina anche la possibilità che essi possano essere convertiti in permessi di soggiorno per ragioni lavorative.
A tutto questo si aggiungono modifiche terminologiche, che restringono ulteriormente la disciplina.
Il documento presenta tuttavia una norma transitoria, che consente l’applicazione della disciplina previgente, per le domande presentate prima dell’approvazione del decreto.

Idee chiare, scelte chiare
Il nuovo decreto non può che aggiungere carne al fuoco ad una situazione già paradossale, lo dimostra la lunga lista di stragi in mare che macchiano il passato dell’Italia.
Da un lato perdurano faide che originano dall’ambiguità dei discorsi (pensiamo a Lollobrigida che parla di sostituzione etnica, con la conseguente lotta delle vignette) e dalla cultura dell’insulto ormai radicata.
Dall’altro, stiamo assistendo ad un governo che, pur nelle gaffe e nelle accuse quotidiane, procede sulla sua strada. Tassello dopo tassello, attua il suo programma: idee chiare portano a scelte chiare.
Quello della maggioranza attuale rimane tuttavia un cambio di rotta etico-umano non indifferente (né innocente), e l’UE lo sta notando.