Bravely Second: End Layer un jrpg che ci ha conquistati

Ritorno a Luxendarc
Bravely Default, celebre jrpg targato Silicon Studio, fece la sua apparizione sul catalogo della console Nintendo 3ds nel 2012 in Giappone, per poi sbarcare il 6 Dicembre 2013 in terre nostrane. Il gioco fu accolto positivamente da critica e pubblico, per la bontà dei contenuti, la realizzazione tecnica sopraffina ed una serie di novità che resero questo titolo tanto tradizionale quanto nuovo ed attuale, al punto che fu etichettato come “Il Final Fantasy che tutti avrebbero desiderato”, poiché le meccaniche di gioco non tradivano i canonici classici dei giochi di ruolo, come invece gli ultimi Final Fantasy hanno dimostrato per via della strada “sperimentale” presa dalla famosa Square-Enix, sentiero che molti puristi della serie sembrano non aver apprezzato appieno.
Ed è così che a distanza di quattro anni dalla release originale, Silicon Studio decide di portarci nuovamente nel favoloso mondo di Luxendarc, per sottoporci a nuove sfide e raccontarci una nuova storia.
Dove eravamo rimasti
Nel recensire un sequel, c’è sempre grande rischio di spoiler, perciò ci limiteremo a generalizzare i tratti delineanti la storia che ci verrà proposta in Bravely Second: End Layer. Le vicende iniziano due anni e mezzo dopo la fine di Bravely Default. La vita a Luxendarc va avanti a testa alta, malgrado i segni delle vicende passate siano più visibili che mai. Grandi sconvolgimenti naturali si perpetuano nel tempo, assieme a carestie e la visione di un mondo sempre più corrotto e pieno di ingiustizie. Agnés Oblige (la nostra cara Vestale del Vento in Bravely Default) veste questa volta i panni della Papessa, figura istituita dalla nuova e ripulita Ortodossia dei Cristalli per garantire nuovo inizio e stabilità a Luxendarc.
A dare il via alla nostra avventura sarà proprio il rapimento di Agnés da parte di Kaiser Oblivion, il cattivo di turno, e così, nel tentativo di riportare Agnés al suo posto e garantire la tanto anelata pace nel mondo, in breve ci ritroveremo a vestire i panni di Tiz Arrior, Edea Lee (colonne portanti del precedente capitolo) e le new entry Magnolia Arch e Yew Geneolgia. In un susseguirsi di colpi di scena, sequenze filo-esilaranti, e l’incontro di tanti, interessanti personaggi sia vecchi che nuovi, la storia di Bravely Second perde l’effetto magico e di novità del prequel ma non delude di certo, con una sceneggiatura ben studiata che sarà in grado di accompagnarci in modo piacevole e chiaro anche più del suo predecessore, fino alle ultime battute.

Asterischi a volontà
Anche in questo secondo capitolo ritroviamo gli asterischi, ovvero un calibrato quanto intuitivo job system che, attraverso una moltitudine di costumi, farà si che i nostri personaggi possano padroneggiare qualsiasi tipo di abilità. In questo capitolo nello specifico avremo a disposizione ben 12 classi inedite, che, sommate alle 18 prese direttamente dal primo capitolo (per un totale di 30 classi), consentiranno al giocatore di sbizzarrirsi nelle modalità di personalizzazione del party più disparate di sempre, grazie anche alla presenza di un centinaio di abilità specifiche studiate a puntino. Le nuove classi non si dimostrano tutte estremamente utili, ma risultano comunque riuscite.
Tra le novità da segnalare a riguardo, ci sarà un diverso modo di interagire con i “guardiani degli asterischi”. Infatti, nel progredire dell’avventura, ci sarà chiesto di spalleggiare uno piuttosto che l’altro guardiano, ed in base alla scelta che effettueremo ci sarà possibile sbloccare prima una classe piuttosto che l’altra. Tranquilli collezionisti di costumi, ci sarà una fase all’interno del gioco in cui sarà possibile recuperare gli asterischi sacrificati in precedenza!
Punto cardine dell’esperienza resta comunque il meccanismo di Brave e Default. Infatti, durante uno scontro, oltre a poter padroneggiare liberamente i quattro personaggi che formano il nostro party, potremo influire attivamente sul sistema di turni. Per farla semplice, all’interno del nostro menù di azione, avremo a disposizione il comando Default che metterà il personaggio in pausa per un massimo di tre turni aumentandone la difesa e facendogli conservare turni di gioco. Con il comando Brave invece, potremo sfruttare i turni accumulati in Default per scaricare una sequela di attacchi devastanti e che avranno letteralmente la capacità di cambiare le sorti di uno scontro.
E’ possibile utilizzare il comando Brave anche per scendere in passivo fino a quattro turni, ma questa opzione ci metterà poi in condizione di dover stare in panchina per vari turni con il risultato di risultare più vulnerabili. In alcuni scontri sarà però necessario saper dosare sapientemente queste possibilità ed affiancarle al comando Bravely Second, un turno che si può richiamare in qualsiasi momento dello scontro (a patto di aver accumulato i punti necessari) e che potrebbe salvare la vita al giocatore più di qualche volta. Tornano utili in battaglia anche le abilità secondarie, perfettamente implementate per equilibrare ogni classe, i potenti e scenici attacchi speciali e la possibilità di chiamare in battaglia alleati che possiamo aver incontrato per strada tramite la funzione StreetPass di Nintendo 3ds.

Novità oppure no
Tecnicamente Bravely Second eredita il suo motore grafico da Bravely Default. Nonostante ciò, c’è da ricordare quanto già il livello tecnico del precedente episodio fosse alto ed anche questa volta, quindi, il Nintendo 3ds verrà spremuto a dovere per regalarci visuali tra le più belle mai viste su 3ds. Artisticamente parliamo di un prodotto estremamente curato e ricercato, dal design utilizzato alle ambientazioni disegnate a mano, che danno spesso l’impressione di passeggiare all’interno di un dipinto. I menù sono ben organizzati, il sistema classi/abilità si rivela ancora una volta appagante ed efficace. Il sistema di acquisizione dell’esperienza è ben calibrato così come la difficoltà generale, risultando in un gioco impegnativo ma mai frustrante.
Anche in questo capitolo tornano varie feature secondarie. Nel primo capitolo tramite incontri StreetPass era possibile accumulare cittadini per ricostruire Norende ed ottenere così oggetti extra. Questa volta, in modo del tutto analogo, potremo ricostruire la cittadina di Fort-Lune. Un’ulteriore mini-gioco è stato inserito: “Morscraft”. Purtroppo questa feature ha ben poco di interessante. Infatti potremo soltanto vedere i nostri beniamini fabbricare dei pupazzi chiamati morsiconi, ed il giocatore non avrà di che interagire. Unico guadagno saranno soldi ottenuti dalla vendita dei pupazzi, attraverso i quali potremo ottenere musiche extra da riprodurre in una specie di jukebox.
Data la natura di sequel diretto, Bravely Second è ambientato, come già detto, nuovamente a Luxendarc. Perciò, sebbene siano state aggiunte più o meno due location per regione, si tenderà spesso a visitare luoghi già esplorati in Bravely Default, così come avremo a che fare con molti personaggi già conosciuti in precedenza. Chi si aspetta dunque novità assoluta in questo contesto, rimarrà abbastanza deluso. Sollievo invece per chi ha odiato un tratto del precedente capitolo in cui la storia si faceva decisamente tediosa, costringendoci a ripercorrere ciclicamente gli stessi eventi per svariate volte. Questa volta Silicon Studio si è vista bene dal non annoiarci a morte e così, sebbene sia presente una fase analoga anche in Bravely Second, essa viene affrontata con molta più varietà e velocità, non risultando quindi pesante.
Un plauso va fatto per l’eccellente localizzazione in lingua Italiana, splendidamente realizzata, tenderà a farvi amare subito gli splendidi personaggi già perfettamente caratterizzati. Una nota va infine fatta per la colonna sonora, riuscita ma non accattivante quanto quella ascoltata in Bravely Default.

3D versioni speciali e tagli insensati
L’effetto stereoscopico di Bravely Second non ha impatti ai fini del gameplay ma risulta a dir poco meraviglioso, il nostro consiglio è quindi di passeggiare per Luxendarc con la levetta del 3d accesa. Bravely Second arriva in Europa anche con una Deluxe Collector’s Edition che contiene una copia del gioco, il CD della colonna sonora, un Deluxe ArtBook di 250 pagine ed una statuetta di Agnés Oblige. Interessante l’offerta per chi deciderà di pre-ordinare una copia del gioco. Infatti, che sia in versione Standard o Deluxe, riceverà al momento del ritiro un codice che permetterà di sbloccare ben 4 classi inedite non ottenibili in altri modi ovvero: Sagittarius, Divisa Custodi, Ragazza Magica e Divisa Alleati.
Un’inspiegabile pecca invece, è rappresentata dalle censure di alcune scene facenti parte della trama. Infatti, come si accennava prima, in questo gioco ci verrà data la possibilità di poterci schierare con un personaggio piuttosto che con l’altro. In base alla scelta effettuata, si avranno degli ending differenti per ogni quest. Nella versione Europea gli ending “negativi” sono stati eliminati, rendendo il processo di scelta inutile. Anche se ciò non minerà profondamente l’esperienza di gioco, è un vero peccato non poter fruire della cartuccia per ciò che era stata programmata a fare. Censure sono state infine apportate su alcune tipologie di abiti, per coprire eventuali scollature “esagerate”. Parliamo comunque di qualche zip in più che non fa di certo rimpiangere il gioco.

Conclusioni
In sostanza questo sequel si conferma degno successore del primo episodio. Altrettanto affascinante e tecnicamente impeccabile, Bravely Second: End Layer, perde forse l’effetto novità del prequel, ma si dimostra comunque piacevole e riuscito in praticamente ogni suo aspetto. Dispiace che Silicon Studio non abbia puntato, con un po’ di audacia, ad inserire feature davvero nuove, per quanto si possa essere del parere che formula vincente non si cambia. Se non vi aspettate un gioco completamente innovativo e diverso dalla precedente incarnazione, e se riuscite a chiudere un occhio sulle censure apportate, Bravely Second rappresenta ad oggi una delle migliori scelte in fatto di jrpg su portatile Nintendo. A noi, il gioco è piaciuto tantissimo, tenendoci incollati per ore ed ore (per una campagna che va dalle 50 alle 90 ore medie), ne consigliamo dunque l’acquisto!