World Of Horror – Se fosse un librogame
Attratto sin da subito dal progetto di World Of Horror, un indie di quelli veri, sviluppato da una singola persona, un dentista polacco di nome Panstasz, ho finito col volerlo provare ora che ha abbandonato lo stato di accesso anticipato.
World Of Horror è definito in molti modi e, anche se non amo le etichette, è una visual novel roguelite con elementi RPG, chiaro, no? Ma andiamo per gradi
World Of Horror – Una visual novel
Le visual novel, tanto care al mondo nipponico, sono un genere videoludico che, in parole povere, consentono al giocatore di compiere alcune scelte per far prendere alla trama il percorso desiderato. Fondamentale dunque la varietà e ricchezza di scelte e finali multipli per far si che sia credibile e godibile appieno.
World Of Horror piace sicuramente ai giapponesi (e non solo) per il suo stile grafico, per l’ambientazione, un Giappone anni 80’ carico di mistero, per i richiami al fumettista e sceneggiatore Junji Itō, ma non sono sicuro che amino lo svolgimento della sua trama.
Alcuni dei antichi di stampo lovecraftiano tornano a palesarsi dopo un lungo sonno ed influenzano gli eventi del mondo, fino a volerlo far scomparire. Ogni run avrà, in maniera del tutto casuale, una divinità avversa a cambiare le regole e la vostra esperienza che consisterà nel risolvere alcuni misteri macabri ed orridi prima del doomsday.
Ogni azione compiuta infatti avrà un costo in doom: una corsa al tempo prima del giorno finale, prima che l’antica divinità concluda la sua opera. Ogni scelta dovrà essere precisa ed oculata, ma per ogni run ci saranno finali multipli, quindi non ci sarà un modo univoco di arrivare a dama. Su questo punto però, che dovrebbe essere il fulcro del gioco, ho avuto l’impressione di essere troppo guidato e che il libero arbitrio, seppur possibile, fosse inutile in alcuni tratti.
Se fosse un librogame…
Le possibilità di un videogioco, per ovvi motivi, sono sicuramente maggiori rispetto ad un librogame a cui si devono concedere i limiti del medium su cui si sviluppa. Un videogioco ha maggiori risorse che un libro non può avere, eppure l’impressione in World Of Horror è che molte azioni siano superflue e che i percorsi siano già decisi all’inizio della run. Che sia una scelta lovecraftiana del nostro destino, o semplici mancanze in fase di sviluppo, non lo sapremo mai, ma da un titolo con questo potenziale speravo di poter fare di più.
L’interfaccia grafica è piena zeppa di comandi, ma la maggior parte di essi non vi serviranno a molto, anche nei combattimenti. In alcune occasioni vi divertirete a mandare qualche alleato in attacco al posto vostro, ma la maggior parte dell’esperienza sarà un premere attacca ed aspettare la morte della creatura. Non sarà molto difficile comprendere come affrontare il nemico che sarà più un intralcio che un momento d’azione per spezzare la narrazione. Se fosse un librogame sarebbe interessante, ma come videogioco World Of Horror, da questo punto di vista, non convince.
Le creature e Junji Itō
Dal punto di vista grafico, e non mi riferisco al raytracing, ma al disegno, alla parte creativa, sembra davvero di essere in un manga di Junji Itō. Anche le trame, assurde in un primo momento, proprio come in una delle opere più famose del fumettista, Tomie, in seguito iniziano ad avere un senso, uno spaventoso senso.
Creature orribili dai mille volti, minuscole o giganti, minacceranno la vostra incolumità lasciandovi quel (leggero) senso di inquietudine tipico degli horror più classici. Il destino che affronterete in World Of Horror sarà raccapricciante, con creature visibili soltanto dopo aver scattato una fotografia, altre dal volto deforme che chiederanno il vostro aiuto, altre che divorano le viscere di un malcapitato.
L’universo messo in piedi è stato la sirena che ha chiamato tutti noi curiosi di questo titolo e si è confermato come il suo punto più forte, perché sicuramente originale, almeno nel mondo videoludico. Peccato per l’interfaccia grafica confusionaria e per alcuni percorsi troppo “telefonati” per usare un gergo calcistico, ma vale comunque la pena di provarlo, quantomeno per assaporare la consistente quantità di creature e divinità; anche perché il gioco promette sempre nuovi aggiornamenti.