Meg’s Monster: leggero come un fiore, pesante come un mostro

Abbiamo avuto l’opportunità di provare in anteprima Meg’s Monster, il nuovo titolo sviluppato e pubblicato da Odencat e che sarà disponibile al pubblico il 2 marzo su PC, Nintendo Switch, Xbox One e Xbox Series S/X. La versione testata è quella per Nintendo Switch. Può essere incasellato nei generi Azione/Avventura e RPG a turni, ma ci ha colpiti nella sua semplicità: quest’ultima infatti permette una narrazione leggera, spiritosa ma con momenti carichi di emozione e capaci di farti affezionare ai mostri pixelati e alla piccola Meg. Ma qual è la vera particolarità di questa storia?
Un RPG in cui la vita è… l’umore
La premessa generica di Meg’s Monster è che il Game Over non si ottenga perdendo punti salute e finendo KO, bensì quando la piccola Meg scoppia a piangere, distruggendo l’intero pianeta. Ma andiamo per ordine: chi è Meg?
Impariamo che questa bambina è finita, suo malgrado e senza sapere come o perché, in un fosso che l’ha portata in un misterioso mondo sotterraneo, costellato di cristalli, stalagmiti e strani accumuli di una sostanza nerastra. Meg non tarda a incontrare forme di vita, trovando lungo la strada due mostri, Golan e Roy. A quest’ultimo in particolare Meg associa subito una figura di riferimento, e non appena percepisce l’ostilità dei due inizia a piangere.

Immediatamente Roy e Golan percepiscono l’imminente distruzione del mondo, tra terremoti e aumenti spropositati di temperatura, e calmano la piccola, placando l’emergenza.In tutto il gioco quindi la richiesta per procedere è una sola: non tanto di tenere in vita Roy, che peraltro ha una barra di punti salute esageratamente grande, ma di non esaurire la barra di Meg, molto più ridotta, allo scopo di non farla piangere. Inoltre Roy e Golan dovranno, pur senza grandi piste da cui partire, riuscire nell’ardua impresa di ritrovare la mamma di Meg e riunire le due, portandole in salvo dal Sottomondo.
Mostri, giocattoli e pugni – il combat system
Il sistema di combattimento è dunque relativamente semplice: il giocatore controlla Roy, attaccando i nemici e difendendo Meg, la quale si sentirà sempre più agitata ogni volta che Roy viene colpito, riducendo così la sua barra di salute. Per riportare allo stato originario la tranquillità della bimba, l’interfaccia propone un metodo di cura poco… tradizionale, nella forma di giocattoli con cui il Grande Gigante Gentile potrà placare la piccola Meg.

Con Roy è possibile attaccare con un pugno formidabile e dalla potenza variabile in base agli slot di energia utilizzati, crescenti da 1 a 3. Inoltre il box di testo, che descrive le azioni di Roy e degli avversari, ci avvisa quando è più utile continuare ad attaccare e quando più saggio difendersi da un potente colpo in arrivo.
Il combattimento è solo una piccola parte del mondo di Meg’s Monster: spesso i nostri protagonisti esploreranno le varie zone del Sottomondo, dialogheranno con i suoi bislacchi abitanti e cercheranno di proteggere Meg, una dei pochissimi esseri umani ad aver visitato questo mondo, dai pericoli di un sistema sociale che vede in lei una potenziale preda, e che ha addirittura escogitato un patto di neutralità con gli umani allo scopo di tenerli lontani.
Il tutto è coronato da uno story writing spesso umoristico che, insieme alla natura giocherellona di Meg e all’ingenuità di Roy, alleggeriscono l’esperienza e intrattengono costantemente il giocatore. Tuttavia, questa leggerezza è solo una facciata.
Le emozioni non sono semplici “stats”…
Se finora la recensione può sembrare relativamente lineare è perché tutti gli elementi descritti fin qui, per quanto realizzati bene e senza grossi difetti o lacune, non sono il vero fulcro di Meg’s Monster. Dietro a un’apparenza di una storia semplice di un legame d’affetto che diventa sempre più forte tra giochi ed esplorazioni alla ricerca della mamma di Meg, si cela una verità terribile.

In questa sede, per permettere ai curiosi di provare il titolo da sé e scoprirlo senza spoiler, non si possono fare molte rivelazioni relative alla trama o ai personaggi. Ciò che però si può notare è che il punto di forza di questo titolo sono proprio le emozioni. A partire dalla paura iniziale di Meg, terrorizzata dall’assenza di una figura di riferimento, proseguendo con la meraviglia continua di Roy nel scoprire come si comporta un essere umano, di cosa ha bisogno e cosa prova, è evidente che il protagonista di Meg’s Monster è proprio la relazione tra i due.
Roy impara tantissimo da Meg, e viceversa; è la descrizione pura, e pixelata, dell’esperienza di un genitore. Il racconto di una dinamica così complessa nella vita vera risulta essere convincente nel Sottomondo, e riesce a smuovere anche gli animi più freddi. A questo contribuiscono momenti di serietà che, rispetto al lato spensierato, si trovano all’estremo diametralmente opposto.
Considerazioni finali su Meg’s Monster
Sicuramente un aspetto che non va trascurato nell’analisi di Meg’s Monster è il suo stile artistico: la pixel art è molto ispirata e riesce a rendere coerente e omogeneo l’intero mondo di gioco, tra le aree più cupe del Sottomondo a quelle più eteree come il bianchissimo prato fiorito, che qui non si mostra essendo legato a una delle scene più potenti dell’intero gioco.

Un’ultima considerazione va fatta sulla (breve) durata del titolo, di fatto l’unica lieve “pecca”. Non è necessario che un videogioco, per essere apprezzabile, richieda decine o centinaia di ore per essere completato o che debba assolutamente puntare alla rigiocabilità, soprattutto nell’ecosistema dei giochi narrativi. Quella di Meg’s Monster è una storia che vale la pena scoprire, in tutte le sue sfaccettature e colpi di scena; tuttavia, non è semplice affrancarsi dal sospetto che, se alcuni elementi fossero stati approfonditi ed espansi un po’ di più – come quello degli eventi secondari o lo stesso combat system – probabilmente l’opera ne avrebbe giovato.
Al netto di questo, la fatica di Odencat ci ha decisamente soddisfatti, dalla premessa bizzarra alla scoperta del suo vero significato; dai momenti leggeri come il fiore che Meg regala a Roy, alla pesantezza che il mostro prova nel realizzare cosa comporta davvero il suo ruolo e quale è la sua responsabilità finale. Non possiamo quindi che consigliarvi di tenere d’occhio Meg’s Monster, in uscita il 2 marzo!