God of War Ragnarok e l’Uovo di Colombo – Game direction da manuale

L’Uovo di Colombo è un aneddoto usato per indicare una soluzione semplice a un problema apparentemente irrisolvibile, ma più interessante, e più adatta al contesto dell’articolo, è la morale della storia dalla quale deriva.
La storia racconta che Cristoforo Colombo, discutendo con dei nobili spagnoli intenti a sminuire le sue imprese, affermando che chiunque in possesso degli stessi mezzi avrebbe potuto farle al suo posto, propose la sfida di far stare in piedi un uovo.
Dopo aver fallito ogni tentativo, Cristoforo Colombo rivelò la soluzione: rompere leggermente la base dell’uovo.
A questo punto i nobili spagnoli dissero che se la soluzione era questa, chiunque avrebbe potuto farlo, al che Colombo rispose: “La differenza, signori miei, è che voi avreste potuto farlo, io invece l’ho fatto!”

Era prevedibile che God of War Ragnarok si sarebbe conteso il titolo di “gioco dell’anno 2022” con Elden Ring, ma la sua eccellenza non dovrebbe essere data per scontata, in quanto è probabile che lo sviluppo dell’opera sia stato più complicato di quanto si possa pensare.
God of War Ragnarok e la gestione del cross-gen
God of War Ragnarok è stato annunciato con un teaser trailer al termine dello State of Play del 16 settembre 2020.
Originariamente annunciato per il 2021 e previsto in esclusiva PS5, a causa della pandemia che ha complicato il lavoro, e della crisi dei semiconduttori che ha reso complicato la fornitura di scorte di console PS5, è stato posticipato al 2022 e sviluppato come videogioco cross-gen.
Non che ci si potesse aspettare una rivoluzione da un’eventuale esclusiva next gen (perché mai dover rivoluzionare una serie che è appena stata rivoluzionata?) ma è lecito pensare che avrebbero potuto approfittarne per rimuovere alcuni limiti del precedente capitolo.
Limiti per i quali c’è stato un miglioramento, forse anche inaspettato, ma rimasti in buona parte.

Permangono limiti quali le boss fight colossali presenti in minor numero (rispetto a God of War III) e le boss fight secondarie spesso ripetitive, aggiungendo elementi discutibili quali un diverso bilanciamento della difficoltà, un eccesso di suggerimenti da parte dei compagni di squadra, e una narrazione dell’ultimo atto che ha diviso l’opinione.
Tuttavia è innegabile che God of War Ragnarok ripropone la qualità del prequel e la eleva ulteriormente sotto quasi ogni aspetto. Il gameplay è stato ulteriormente rifinito, la narrazione che, nonostante l’opinabilità dell’ultimo atto, risulta superiore persino a quella eccelsa del prequel (premio a The Game Awards meritatissimo), gli ambienti esplorabili tra quest primarie e secondarie sono stati ampliati comunque nonostante il cross-gen, e persino i piccoli dettagli sono stati migliorati (ad esempio i collezionabili).
Se è vero che un “more of the same” era preventivabile in ogni caso, è anche vero che viene naturale pensare a come avrebbero potuto essere le novità di God of War Ragnarok in caso di esclusiva PS5, così com’è vero che molte di queste novità sono risultate comunque sorprendenti, come l’ulteriore estensione del gameplay, aree più grandi e interessanti dal punto di vista narrativo, e il ruolo di Atreus dal punto di vista ludico.

Dover ripensare come cross-gen un videogioco inizialmente programmato come esclusiva PS5 non è lavoro da poco. In questi casi c’è il rischio di farsi prendere la mano dalle possibilità offerte dalla next gen, senza rendersi conto, in maniera grave, che la versione del gioco su old gen risulterebbe deficitaria.
Il caso di Cyberpunk 2077 è stato il più eclatante, ma anche le ultime novità di Hogwarts Legacy fanno riflettere, vista la conferma al 10 febbraio per l’arrivo del titolo su PC, PS5 e Xbox Series, rinviando invece le versioni per PS4, Xbox One e Nintendo Switch.
Viene da pensare che Avalanche Software abbia agito proprio per evitare di replicare il disastro di CD Projekt su console old gen.
Un comparto tecnico da manuale (o quasi)
L’unica differenza tra la versione PS4 e quella PS5 di God of War Ragnarok sta nel comparto tecnico (verrebbe da dire: “ovviamente”, ma non è sempre stato così), comprensivo di qualità dei particellari, frame rate e velocità di caricamento.
L’ultimo punto è molto importante nel confronto tra old e next gen, essendo il tempo di caricamento su PS4 aumentato rispetto a God of War del 2018.
Già solo l’avvio del gioco richiede un’attesa di quasi due minuti, contro gli appena trentasette secondi necessari nella versione PS5, ma anche il vecchio viaggio tra i regni costringe spesso Kratos a dover stare più tempo nell’area dell’Yggdrasill rispetto al passato.
Un compromesso necessario per un’opera che anche su PS4 mantiene e addirittura migliora la qualità grafica del predecessore (ad esempio, nei dettagli dei fondali), con i 30 fps granitici (salvo eccezioni molto rare) per tutto il corso di un gioco che, ancora una volta, si svolge completamente in un unico piano sequenza.
Non solo un videogioco con grafica eccellente e frame rate stabile nonostante la telecamera non stacchi mai, ma il piano sequenza unico riesce nuovamente a stupire per le scelte di regia, apparentemente ancor più complesse rispetto a quelle del suo predecessore.
Certamente dovrebbe essere normale per una produzione Tripla A avere i mezzi necessari a creare tutto questo, eppure il mercato videoludico, soprattutto negli ultimi mesi, dice di non darlo per scontato.
Ad esempio, Gotham Knights, al contrario di God of War Ragnarok, era addirittura previsto inizialmente come cross-gen per poi divenire esclusiva next gen. Nonostante ciò, l’opera di Warner Bros. Games Montreal non possiede nemmeno la modalità performance che rende possibili i 60 fps, la quale dovrebbe essere prerogativa di tutti i videogiochi next gen.
Come dimenticare poi l’ancora più recente The Callisto Protocol, graficamente mostruoso ma con un’ottimizzazione pessima al lancio, addirittura peggiore nella sua versione PC.
Oppure Pokémon Scarlatto e Violetto, già celebri nella cultura pop per i motivi sbagliati. Se i nuovi capitoli della serie principale di Pokémon, che nei primi tre giorni sul mercato hanno venduto il doppio di quanto fatto da God of War Ragnarok durante la sua prima settimana, si presentano tecnicamente in quelle condizioni, è ancora possibile ritenere scontata l’eccellenza della nuova avventura di Kratos?

Non che il comparto tecnico di God of War Ragnarok sia privo di difetti, o meglio limiti dovuti all’utilizzo del motore di gioco del suo prequel.
Una grafica tuttora di altissimo livello ma che non è più il top di gamma nemmeno su PS4, avendo visto certamente di meglio con The Last of Us Parte II.
Inoltre, l’upgrade per PS5 di God of War Ragnarok dà più l’impressione che renderebbe se si stesse giocando una remastered. Un po’ deludente se confrontato con l’upgrade di Horizon Forbidden West, considerando che entrambi sono a pagamento.
Il lavoro svolto da Santa Monica Studio resta comunque da manuale. Più che necessitare degli strumenti, forse le altre grandi software house dovrebbero prendere come esempio questa organizzazione nel lavoro, la quale ha permesso di dare il massimo nonostante il cambio delle carte in tavola.