Moonscars e Blasphemous – Così simili e così diversi

Nel Just Chatting dello scorso 22 settembre, svoltosi sul canale Twitch di Altea Gamer Squad, si è posta una domanda riguardo l’evoluzione del gameplay dei Souls-like.
Il problema in questo caso sta nella domanda invero errata: non è tanto sul gameplay che le opere esterne a FromSoftware tendono a mancare il punto, quanto sul concept e sulla direzione artistica.
Il gameplay di un Souls-like potrebbe essere anche più striminzito rispetto a quello delle opere principe di Hidetaka Miyazaki, eppure in grado di affascinare.
È il caso di produzioni quali Death’s Door e Blasphemous. Proprio la seconda di queste potrebbe essere stata d’ispirazione per Moonscars.
Prima opera di Black Mermaid, disponibile per PC e per tutte le console e già presente anche su Game Pass.
Un Metroidvania nel level design ma Souls-like nel gameplay, nonostante il 2D e la grafica in pixel art.
Moonscars è stilisticamente molto simile a Blasphemous, ma allo stesso tempo è un videogioco di tutt’altro tipo.
Grey Irma of the Pristines
Moonscars inizia con le riflessioni dello Scultore. Un dio rammaricato per la ribellione delle sue creazioni umanoidi, i clayborns, nati dall’argilla tramite carne, polvere d’ossa e icore.
Persino le sue migliori creazioni, i Pristines, non fanno ritorno ormai da un intero ciclo lunare.
Di essi lo Scultore sa che ne sono rimasti cinque di otto, e decide di puntare su Grey Irma per affidare un misterioso compito, anche se dovessero volerci diversi cicli lunari per portarlo a termine.
Inizia così il viaggio della protagonista, risvegliata dopo essere caduta in battaglia contro diversi clayborns. Tormentata da voci e apparizioni di personaggi misteriosi e con un semplice obiettivo in mente: trovare lo Scultore.
In un mondo pericoloso che sembra volerla continuamente deridere ed incolpare, Grey Irma si avventura in cerca dei suoi ricordi, di risposte sull’accaduto e di scoprire il destino dei suoi compagni, arrivando anche a porsi dubbi sulla propria identità.

La storia di Moonscars è semplice ma criptica, al punto da poter confondere il giocatore stesso. Un susseguirsi di eventi e obiettivi sempre poco chiari, con la sola certezza nella ricerca dello Scultore: la risposta a tutte le domande.
Tra gargoyle e gatti enigmatici, accuse apparentemente infondate, e misteriosi cloni, i nodi da sciogliere saranno sempre più numerosi, ma questo porta anche ad immedesimarsi nel racconto.
A favore di tutto ciò va sicuramente il fascino del mondo di gioco, con una struttura decisamente più Metroidvania rispetto a Blasphemous, per quanto sia più complicato abbattere i nemici che trovare la strada giusta.
La pixel art fa la sua figura anche qui, ma avrebbe potuto fare di meglio in alcuni frangenti come le cutscene o il menù degli oggetti, con quest’ultimo esteticamente simile a quello di Blasphemous che offriva immagini delle icone poco chiare: in Moonscars è addirittura in bianco e nero.

Moonhunger
Moonscars è uno di quei titoli che propone una struttura Souls-like in un videogioco diverso dall’action RPG in terza persona.
Come in Blasphemous, viene riproposto il sistema di checkpoint, punti esperienza e respawn dei nemici tipico del genere, ma in maniera ben più punitiva del titolo sviluppato da The Game Kitchen.
Difatti torna la perdita e recupero dei punti esperienza (chiamati polvere d’ossa) con un solo tentativo per volta anziché cumulabile come quello di Blasphemous.
Inoltre, così come avviene in diverse opere di FromSoftware, la morte porta una penalità permanente al giocatore, rendendo la luna affamata. L’indicatore della luna in alto a sinistra diventa di colore rosso e rende i nemici più forti, ma anche più ricchi i premi ricevuti per la loro sconfitta.
Persino la scoperta di un nuovo checkpoint (chiamati Dark Mirrors) ha un prezzo da pagare: alla prima attivazione, Grey Irma viene trasportata automaticamente nella Mould Workshop, perdendo l’attacco speciale equipaggiato e creando un clone.
Il clone attende fuori dal Dark Mirror appena attivato: bisognerà sconfiggerlo per poter selezionare un nuovo attacco speciale.
Sia alla luna che all’attacco speciale si può porre rimedio dai Dark Mirrors, ma per farlo è necessario sacrificare una o più ghiandole, utili anche per altri power-up e per acquistare oggetti da alcuni PNG.

Nonostante l’estetica della mappa, e l’affascinante struttura interconnessa del mondo di gioco che fanno molto Blasphemous, la struttura delle aree di Moonscars ricorda un po’ Dead Cells.
Potrebbe non essere un caso, essendo presente anche una meccanica Roguelike: lo Spite Menù.
Vicino l’indicatore della luna vi è una barra che si riempie sconfiggendo i nemici. Una volta piena il giocatore potrà scegliere fra tre power-up differenti, quali potenziamenti per le cure, riduzione del costo delle magie, cure immediate, ecc.
Una volta scelto il power-up, l’indicatore riparte da zero. I power-up sono cumulabili fino a un massimo di cinque, possono essere scelti in qualsiasi momento una volta disponibili (mettono anche il gioco in pausa) ma vengono perduti alla morte e non si possono recuperare.
Studia il terreno di scontro
Le numerose piccole e grandi scorciatoie presenti in questo videogame non sono casuali, essendo Moonscars piuttosto punitivo persino per il suo genere. In parole povere: si muore spesso.
Anche i nemici più semplici reggono bene gli attacchi e potrebbero uccidere Grey Irma in due o tre colpi, ed è per questo motivo che, probabilmente, è stato adottato il sistema dell’Icore.
Indicata da una barra grigia posta sopra quella della salute, l’Icore permette a Grey Irma di curarsi e di utilizzare le magie. Il comando per le cure è attivabile in ogni momento, e permette di ripristinare lentamente la salute consumando Icore.
L’Icore si ripristina ad ogni colpo inflitto ai nemici (e ai rari oggetti distruttibili negli scenari) rendendo le cure sempre possibili in qualche modo.

Un’altra caratteristica peculiare di Moonscars è la presenza di grosse spine sparse per il mondo di gioco. Alcune di queste sono ben visibili, altre spuntano dal terreno quando Grey Irma ci passa sopra, e altre ancora vengono attivate colpendo una leva appesa alle pareti.
Grey Irma subisce un bel danno se tocca le spine, ma ai nemici va decisamente peggio in questo caso, dato che la maggior parte di loro, compresi i più forti e pericolosi, muore all’istante.
Le spine, spesso ostacolo dei momenti platform, possono dunque essere anche un valido alleato.
Esistono abilità in grado di respingere i nemici anche solo quel tanto che basta per farli finire impalati, ma si potrebbe anche lasciarli fare da soli evitando un attacco in salto o una carica. Infine, le trappole attivabili con la leva non sono di certo pensate per la protagonista.

Ma come combatte Grey Irma? Anche qui è presente un’altra similitudine con il Penitente di Blasphemous, essendo entrambi armati di una pesante spada con la quale sferrare una serie di fendenti o un colpo caricato.
Irma può anche sferrare fendenti in salto e un colpo in caduta, ma è soprattutto il parry che va padroneggiato.
La parata al momento giusto permette di bloccare il colpo e contrattaccare automaticamente con un duro fendente. Soltanto gli attacchi segnalati da un indicatore rosso possono essere parati, ma potrebbero essere la chiave di vittoria in uno scontro, persino contro i boss.
In alternativa, per i meno tenaci, c’è sempre la possibilità di schivare i colpi tramite lo scatto, utile anche nelle sessioni platform.

Action-RPG
La componente GDR ha una buona importanza in Moonscars. Non ci sono oggetti equipaggiabili o magie da utilizzare per forza, ma è bene farci affidamento per semplificare decisamente le sfide.
Grey Irma può innanzitutto usufruire dei già citati attacchi speciali, consistenti in una singola tipologia di attacco usando un’altra arma, la quale può essere una spada lunga, un martello, una lancia, una lama rotante e un boomerang affilato.
Gli attacchi speciali sono più lenti di quelli normali, ma infliggono più danni e possiedono, appunto, una proprietà speciale diversa per ognuno di essi: rallentamento, veleno, indebolimento magico, ecc.
Una volta sbloccati, gli attacchi speciali possono offrire anche un bonus permanente alle statistiche, il quale si perde tuttavia in caso di morte, esattamente come i bonus dello Spite Menù.

Grey Irma può equipaggiare due magie per volta scegliendo fra i rami di un vasto albero delle abilità.
Le magie equipaggiate possono essere cambiate in ogni momento dall’apposito menù, e si sbloccano pagando un costo di polvere d’ossa.
Alcuni slot nell’albero delle abilità sono potenziamenti di magie già sbloccate, e alcune magie richiedono di sbloccarne altre del ramo a cui appartengono, anche se capita che si trattino di incantesimi di tutt’altro genere.
Tutto sommato, completare l’albero delle magie, o anche solo sbloccarne buona parte, richiede un ingente costo di polvere d’ossa. Considerando con quanta facilità si possono perdere i punti esperienza, è probabile addirittura dedicarsi al farming.
Infine, è possibile equipaggiare fino a tre incantesimi che aggiungono effetti permanenti. Tuttavia alcuni di questi possono essere controbilanciati da un effetto negativo, oppure hanno un numero limitato di utilizzi che viene scalato ogni volta che si muore, fino a scomparire definitivamente.
Moonscars è troppo punitivo?
Blasphemous non scherza in quanto a difficoltà, unendo sessioni platform abbastanza impegnative a nemici ostici, ma Moonscars è sicuramente più difficile, pur essendo improntato quasi del tutto all’azione.
Se l’opera di The Game Kitchen è consigliabile a chiunque sia disposto a sopportare una difficoltà simile (anche minore) a quella dei platform anni ‘80 e ‘90, il primo titolo di Black Mermaid è dedicato più ai giocatori hardcore.
“Hardcore” anche perché, purtroppo, condivide con Blasphemous qualche difetto nelle hitbox che può risultare fatale, oltre a un riscontrabile problema di imput (testato su Xbox Series X) che si trasforma in un e proprio bug in alcuni casi, come lo zoom nella mappa che non sempre riceve il comando.
Neanche cercare di scoprire i segreti dietro il viaggio di Grey Irma potrebbe bastare a spingere i più timorosi ad approcciare questo videogioco, in quanto spesso la rivelazione non è in grado di trasmettere stupore.
Al contrario, questa sensazione viene trasmessa nell’attraversare i diversi ambienti del mondo di gioco, sorprendenti pur nella semplicità della pixel art, impreziositi da un buon character design e dal fascino dello stile dei Metroidvania.