Call of Music – Kingdom Hearts

All’inizio del nuovo anno, le idee per la rubrica scarseggiavano.
Dopo lo speciale di Natale, in cui ho spulciato qualche brutta OST a causa del mio ben noto amore per il trash, la mia creatività ha cominciato a laggare pesantemente.
Provvidenziale come solo lui sa essere, mentre cercavo disperatamente una traccia da seguire per il nostro articolo, il nostro Mattia Lugli, verso i primi di questo mese, mi manda un link youtube:
Tempo di ascoltarla e la me bambina era riaffiorata felicemente, mentre il mio essere pianista si era già buttato a capofitto alla ricerca di un fantomatico spartito di questo pezzo, appartenente alla colonna sonora di uno dei giochi più poetici e più apprezzati dalla sottoscritta che, però, per qualche strano motivo lo aveva completamente rimosso dal sottostrato videoludico appartenente a qualsiasi nato negli anni ’90: Kingdom Hearts.
La saga, prodotta dalla Square Enix e dalla Disney, racconta le storie di Sora -probabilmente uno dei protagonisti meglio sviluppati tra varie saghe videoludiche- alla ricerca dei suoi amici per svariati mondi in cui incontra i personaggi più disparati: la lotta tra Luce e Oscurità si traduce sempre all’interno del cuore dei vari personaggi.
Il primo Kingdom Hearts, da cui è tratto il brano di cui sopra, risale al 2002 ed è stato un eclatante caso di “crossover“, che combinò personaggi tipici della Disney con quelli di Final Fantasy (marchio Square Enix): Sora, infatti, dai tipici tratti in stile Final, nel videgioco action/RPG è affiancato nel suo lungo viaggio da Pippo, Paperino, Topolino, Pluto e tutti gli altri amici Disney.
La colonna sonora è, un po’ come il gioco, un crossover: se per la maggior parte infatti la OST risulta essere a composizione originale, scritta da Yoko Shimomura -pianista e compositrice giapponese-, alcuni pezzi sono dei riuscitissimi rimaneggiamenti delle colonne sonore Disney più note. Ad esempio, non penso ci sia bisogno di spiegazione:
Il tema principale del videogioco, comunque, si chiama Hikari (in italiano può essere tradotto letteralmente come “luce”), di cui esiste una versione occidentale “Simple and Clean”, utilizzata anche per l’edizione Final Mix.
Esistono miliardi di versioni, in realtà, di questo brano -originariamente cantata da Utada, come ogni brano cantato della OST- nonché una versione (a mio parere estremamente ben costruita ed emozionante) totalmente orchestrale in cui la parte melodica affidata in principio alla voce viene di volta in volta palleggiata fra i vari strumenti.
L’arrangiamento di questo pezzo, tuttavia, non risulta essere della Shimomura ma di Kaoru Wada, che ha curato tutta la parte orchestrale della soundtrack, sobbarcandosi -diciamolo- un lavoro di tutto rispetto.
Una menzione tutta speciale e personale -permettetemela- vorrei farla al riarrangiamento del brano che troviamo nel momento in cui il nostro protagonista incontra l’orso più amato da tutti i bambini nel bosco dei Cento Acri: il dolcissimo Winnie the Pooh.
Chi, come me, adora la Disney ed è cresciuto con questi personaggi non può già non sciogliersi nel momento in cui la camera si stringe su Pooh e ce lo ritroviamo seduto su un tronco che si tocca la testa nel suo gesto tipico borbottando: “Pensa, pensa, pensa, pensa!” mentre cerca un modo per dire addio a se stesso.
Certamente, Kingdom Hearts è una delle saghe più riuscite del mondo videoludico: presenza dominante nel periodo natalizio di quel primo anno di uscita nel 2002, ha venduto ad oggi più di venti milioni di copie in tutto il mondo risultando il nono videogioco per PS2 più venduto di tutti i tempi.