Shadow of the Colossus

Diciamocelo, al giorno d’oggi quali sono i giochi che vanno per la maggiore? Quelli Open World con una miriade di cose da fare per portare il tutto almeno sulle 100 ore di gioco.
Consci di questo fatto, Bluepoint Games cosa decide? Di riproporre tramite Remake un gioco che aveva fatto successo e scalpore su Ps2 chiamato Shadow Of The Colossus.
Si sono presi un rischio veramente alto per due motivi: Il primo è che trattare un gioco così amato e particolare poteva fare in modo che qualcosa andasse storto mentre per quanto riguarda il secondo punto è basato sulla pericolosità di lanciare sul mercato un prodotto così di nicchia dalla durata massima di 7 ore (dipende anche dal giocatore).
Questo Shadow Of The Colossus non si preoccupa di dare longevità ma cerca di dare il meglio di sé nel fattore adrenalina, poche ore ma tutte d’un fiato.
Basilare ma efficace
Il gioco è classificato come un videogioco d’avventura e a tratti rompicapo per via del dover pensare su come abbattere i colossi.
In poche parole noi prendiamo Agro (Il nostro cavallo) e ci dirigiamo verso il colosso che dobbiamo abbattere, ovviamente nel frattempo possiamo esplorare l’area di gioco (che non è nemmeno così piccola) e trovare dei santuari per fermarci e pregare (per aumentare la vita del protagonista) e trovare le lucertole che con l’arco dovremo staccargli la coda per aumentare la nostra stamina.
Tirare fuori il meglio di se
Già all’epoca questo era un titolo veramente incredibile con scenari da togliere il fiato, infatti quando uscì su Ps2 fu il gioco ad avere una delle massime grafiche in quel periodo.
Bluepoint Games è riuscita a far risplendere questo gioco per quello che è, un’opera d’arte senza tempo.
Anzi ha aggiunto anche delle novità, come le monetine che si trovano in giro per il mondo di gioco e che collezionando ricevi un armatura bonus.
Ha introdotto anche un piccolo Easter Egg riferito ai bidoni di The Last Guardian.
Infine c’è anche la modalità Hard Time Attack che permette di sfidare i colossi con un tempo limite per ucciderli e con diverse difficoltà, ovviamente si sblocca dopo aver finito il gioco.
Purtroppo le novità finiscono qua, molto probabilmente gli sviluppatori hanno deciso di non stravolgere un gioco già perfetto di suo ma di consolidare quello che era perfezionando le varie cose.
13 anni dopo
Sono rimaste invariate diverse cose come: Il sistema di combattimento, le scalate e i movimenti del cavallo.
Seppur queste cose prima elencate non abbiano ricevuto dei stravolgimenti a livello di Gameplay il tutto rimane molto buono tranne una cosa, il movimento del cavallo, già all’epoca era veramente frustrante e qua è rimasto uguale, poi non parliamo di quando vai all’interno della foresta e ti tocca scendere per andare più veloce a piedi.
Anche prendere la mira con l’arco non è per niente facile, bisogna farci l’abitudine proprio come 13 anni fa.
è stata una mossa giusto o sbagliata non modificare queste cose? Sicuramente qualcosina potevano migliorare però non si può andare contro questi sviluppatori che probabilmente hanno deciso di non stravolgere la natura del gioco.
L’arte
La trama per quanto sia abbastanza corta da spiegare ci ha comunque lasciato a bocca aperta, niente di complicato ma il come è narrata è da applausi.
Poi le musiche accompagnano il gioco perfettamente, con un ritmo che va in base a cosa sta succedendo e che ti danno emozioni a non finire.
In poche parole te sei un ragazzino di nome Wander che con il suo cavallo Agro deve portare in salvo una ragazza di nome Mono.
Il viaggio non sarà facile, anche perché la ragazzina è morta per via del suo destino maledetto.
Wander arriva in questo sacrario e gli dei propongono a lui il salvataggio della ragazza in cambio però Wander deve uccidere tutti i colossi.
Arriviamo all’uccisione dei colossi, non saranno facili alcuni, bisogna ingegnarsi e scoprire il loro punto debole dov’è e poi iniziare la scalata, anche per questo possiamo definirlo un rompicapo.
Il futuro di Bluepoint Games
Secondo la nostra opinione Bluepoint dovrebbe finalmente iniziare a sviluppare un loro gioco, questo Remake li ha portati alla maturità, sono riusciti quasi a migliorare un’opera d’arte e non è sicuramente un lavoro facile. Quindi complimenti a loro e viva la voglia di fare Videogames per passione e amore.