Le opinioni dei partiti tedeschi sull’Europa
Come viene rappresentata l’U.E. alla vigilia del voto in Germania
L’ultima settimana prima del voto è certamente la più febbrile, quella in cui tutti i concorrenti delle varie fazioni si affaccendano nel tentativo di raccogliere gli ultimi punti percentuali e affascinare gli indecisi dell’ultimo minuto. Ma tra tutte le promesse elettorali che sono state presentate all’elettorato tedesco, ciò che può più interessare un osservatore europeo in generale è l’immagine dell’U.E. che emerge dalle proposte dei principali partiti. Anche se nei programmi preelettorali le posizioni sull’Europa, pur non essendo affatto marginali, rappresentano solo uno tra i tanti punti su cui si giocherà il voto di domani, si potrebbero leggere i prossimi risultati degli scrutini come un’interessante indicazione su come i tedeschi si rapportano all’U.E. e quale ruolo credono che la loro nazione debba giocare al suo interno.
È comunque vero che nel programma della Cdu, il partito che sostiene la candidatura della Merkel, la proposta di una “Europa più forte” figura sempre tra i primi punti. Ciò che è sotteso però a questo slogan è il riferimento alla stabilità economica sul continente. Le scelte di politica europea vengono ritenute importanti soprattutto perché, se i paesi a cui la Germania è legata dalla condivisione della moneta unica non sono gravati da debiti ingenti o da emergenze finanziarie, allora l’economia tedesca può crescere senza paura di tensioni derivanti dalla mala amministrazione negli altri Stati. In fin dei conti ciò che viene spiegato all’elettorato tedesco è che il benessere nazionale può passare solo attraverso la stabilizzazione dell’economia europea, come ha ricordato la recente crisi. Nonostante ciò lo Stato tedesco comunque non si farà carico “della responsabilità dei nuovi debiti di altri paesi europei”. La Germania non è disposta quindi a pagare per le inadempienze degli altri membri dell’Unione. Va del resto ricordato che in tedesco debito e colpa sono un’unica parola.
Il principale partito che si oppone alla Cdu con il candidato Peer Steinbrück è l’Spd, la cui visione del ruolo della Germania nella scacchiera europea è assolutamente differente. L’impegno della cancelliera in questi anni non è riuscito ha risolvere la crisi, ma ha aggravato l’instabilità europea e le spinte antidemocratiche all’interno dell’Unione. Una vera alternativa è costituita solo dalla realizzazione di una comune politica finanziaria e sistemi di controllo condivisi a livello europeo. E questo passa attraverso l’estenzione dei poteri della Bce, che deve avere un ruolo di vigilanza sui grandi istituti e banche europee, e la posizione di obiettivi economici comuni. Sono urgenti anche soluzioni politiche atte ad appianare gli squilibri all’interno dell’U.E., I quali possono essere limati attraverso piani di investimento che mirino alla promozione della ricerca e della formazione, oltre che a misure contro la disoccupazione giovanile. Tutto ciò potrebbe essere reso possibile tramite una più equa tassazione a livello europeo. Insomma, l’imperativo è un rafforzamento dell’Unione, da attuare attraverso piani condivisi per la soluzione di problemi comuni, dal momento che se è innegabile che la Germania ha bisogno dell’Europa, è vero però anche il contrario.
Un partito che potrebbe incrinare gli equilibri politici tedeschi se riuscisse nel tentativo di entrare nel parlamento -anche se secondo i sondaggi attuali sembra navigare sotto la soglia di sbarramento di uno o due punti percentuali- è l’Afd (Alternativa per la Germania), fondata in questo anno. La battaglia più importante sostenuta dal neonato partito è il ritorno ad una più forte sovranità nazionale. A questo fine è necessario abolire la moneta unica, espellendo in primo luogo dalla zona euro gli Stati indebitati dell’Europa del sud. L’idea che viene spesso proposta è quella secondo la quale buoni rapporti tra Stati europei possono essere costruiti senza la costrizione di organismi comuni, che contribuiscono invece ad aumentarne le tensioni. Perciò la macchina burocratica di Bruxelles e le ingerenze europee nella politica nazionale devono essere assolutamente allentate.
Naturalmente questa rapida sintesi non esaurisce tutte le posizioni presenti all’interno del variegato panorama politico tedesco, ma nondimeno sono certamente quelle più degne di nota. In un’Europa in cui negli ultimi anni le scelte di uno Stato sempre sono sempre più rilevanti per i restanti membri dell’Unione, il voto tedesco in particolare non può lasciarci indifferenti. La posizione che la Germania sosterrà in campo di politiche comunitarie sicuramente avrà un’eco forte anche sulla nostra vita del nostro paese, che oggi sembra più affascinato, intorpidito intorno a questioni di politica interna che a riflessioni di più ampie vedute.
Daniele Di Giovenale
(Twitter: @DanieleDDG)
21 settembre 2013