Salomè, un’eredità mancata
Salomè, capolavoro del decadentismo di fine ‘800 di Oscar Wilde, pubblicato nel 1893 e censurato perchè ritenuto scabroso, è in scena sino al 28 gennaio 2018 al Teatro Litta di Milano in una produzione del Teatro Degli Incamminati / I Demoni.
Il regista Alberto Oliva, lo propone in un allestimento evocativo tra Testori e Wilde, che pur riportando gli elementi dell’opera, lascia spazio anche all’interpretazione personale dello spettatore.
Sulla bella scena c’è una gradinata che ha come sfondo un grande cerchio quasi perfetto, come una luna quasi piena, rappresentazione di forze ed energie che vanno oltre l’umano.
É qui che compaiono i personaggi da subito intrappolati nelle loro relazioni di istinto, potere e debolezza.
Salomè è la giovane figlia di Erodiade, la regina che ha tradito il marito per giacere col fratello di lui, il tetrarca Erode. A lui, voglioso di lei, la giovane Salomè dal corpo diafano, chiederà in cambio di una danza sensuale, la testa di Iokanaan (Giovan Battista) che aveva rifiutato il suo corpo.
Egli, il santo, non compare mai in scena quasi che sia già perdente, già condannato a morire nel corpo; è chiuso in una cella nel ventre del palco.
Al pubblico arriva la sua voce potente, le sue parole rivelatrici, premonitrici, come se la vera libertà non stia nel corpo ma nello spirito, non sia cioè una libertà del fare ma dell’essere.
La regia di Oliva offre una grande libertà: non polarizzando l’attenzione degli spettatori su Salomè e Iokanaan, come su due archetipi contrapposti, lascia libero lo spettatore di andare oltre la visione di Salomè come simbolo del male incantatore, archetipo della femme fatale che decide il destino dell’uomo grazie alla sua potenza erotica.
E allora forse, in questa luce lunare che ha un che di animale, dionisiaco, brutale – è tutta colpa della luna, scrive Shakespeare, quando si avvicina troppo alla terra fa impazzire tutti- ci si può anche vedere l’assenza di eredità morale intesa come assenza di responsabilità dei propri atti che Erodiade prima, il tetrarca poi, offrono a Salomè.
Un vuoto enorme, che lascia spazio ad un gioco di rimandi.
Come gli adulti infatti esercitano il loro potere oltre i limiti umani ( il tetrarca, dopo la sposa del fratello vuole anche la figlia della sposa), cosi Salomè, ingabbiata nel tracciato genitoriale, gioca a sua volta a superare il limite dell’umano chiedendo, per una danza voluttuosa, la testa di un uomo.
La vita diventa, da generazione a generazione, un capriccio, un esercizio arbitrario di un potere che la disprezza.
18.01 – 28.01
Teatro Litta, Corso Magenta 24, 20123 Milano
da martedì a sabato ore 20:30 – domenica ore 16:30
Durata: 1 ora e 20 minuti
Biglietti: Intero 24€ – Under26 e convenzioni 16€ – Over65 12€ – Under12 10€
Abbonamento: 6MTMconTE – UNIconTE – MTMdono
Promozione Speciale Salome’
2 biglietti al prezzo speciale di 13,80 cad.* per tutte le date
“Salomè è il gioco dei potenti.”
Teatro Degli Incamminati / I Demoni
Salome’
di Oscar Wilde/Giovanni Testori – regia di Alberto Oliva – con Mino Manni, Francesco Meola, Giovanna Rossi, Valentina Violo – voce fuori campo Franco Branciaroli