Enrico IV, pazzia scelta e pazzia coatta
Carlo Cecchi è Enrico IV, al Teatro Franco Parenti di Milano. Imperatore di nessun regno, di nessun paese, di nessun popolo. Ma solo della sua illusione, o meglio, regista della stessa.
Perchè l’Enrico IV di Pirandello non è un dramma storico come il titolo lascerebbe intuire; ma quello di un uomo a noi contemporaneo che preferisce fingersi pazzo per proteggersi dalla realtà sguaita che lo circonda, dalla delusione d’amore, dai maestri di sopraffazione che fingono di prodigarsi intorno, da quella mascherata di pagliacci involontari che si mascherano di ciò che pensano essere.
Cecchi, anche regista ed adattatore, accorcia il testo pirandelliano depurandolo da disquisizioni filosofiche; aumenta il potenziale comico della demenza; fa della presunta commozione cerebrale di Enrico IV derivante dalla caduta, una vocazione teatrale; recita tra ironia e melò, a sottolineare l’inverosomiglianza delle situazioni; e, limitando un po’ il ruolo di Enrico IV, da più spazio agli altri personaggi e alle relazioni di potere che li legano.
In occasione di un carnevale il protagonista e i suoi giovani amici decidono di ricostruire una cavalcata medievale, con tanto di destrieri bardati, dame e cavalieri realmente esistiti.
Lui, (Pirandello non ci dice il nome) sceglie di essere Enrico IV di Franconia, imperatore del Sacro Romano Impero verso la fine del 1000dc; quello delle lotte per le investiture, che si inginocchia per tre giorni e tre notti sotto la neve a Canossa, sperando che il pontefice Gregorio VII gli tolga la scomunica.
Durante la cavalcata però, il suo rivale in amore ferisce il suo cavallo. Lui cade battendo la testa. Da quel momento sembra aver perso la ragione: si finge Enrico IV, diventando così regista della sua pazzia.
I famigliari danno corpo alle proiezioni della sua illusione, ricostruendo gli ambienti con costumi d’epoca, armi, e servi-attori che si rivolgono a lui col titolo di Imperatore.
Preferiscono quasi saperlo confinato nella sua pazzia, perchè da sano, era inquieto, imprevedibile, troppo bravo a recitare la sua parte. La realtà sembra così piegarsi alla sua follia.
Ma anche l’illusione, in quanto umana, ha un tempo, non può durare eterna.
Enrico IV ha bloccato tempo e spazio, ma sa di non poter avere eternamente 26 anni; sente il peso degli anni persi e per un attimo ha l’illusione di poter uscire da quella commedia diventata farsa.
Il mondo reale con la sua logica e il suo dinamismo, si oppone al suo universo immaginario e statico. Da questo incontro scaturisce il dramma. E allora, meglio fingersi ancora pazzo. Ma questa volta non potrà essere per scelta.
Teatro Franco Parenti, Via Pier Lombardo 14, Milano
sino al al 26 novembre 2017
ENRICO IV.
Di Luigi Pirandello
adattamento, interpretazione e regia Carlo Cecchi
con Carlo Cecchi, Angelica Ippolito, Gigio Morra, Roberto Trifirò
Dario Iubatti, Federico Brugnone, Remo Stella, Chiara Mancuso,
Matteo Lai, Davide Giordano
scene Sergio Tramonti
costumi Nanà Cecchi
assistente alla regia Dario Iubatti
produzione Marche Teatro
Orari
mar h 20.00 mer h 19.30
gio h 21.00 ven h 20.00
sab h 20.30 dom h 16.00
Prezzo
Intero: Prime file biglietto unico 38€; I e II settore 30€; III settore 23,50€
Convenzioni (escluso prime file) 21€
Over65/ under 26 (escluso prime file) 18€
+ diritti di prevendita
biglietteria@teatrofrancoparenti.com tel. 02 59995206
Sito : http://www.teatrofrancoparenti.it App: Teatro Franco Parenti