Uomini e No: dentro l’uomo, la risposta all’uomo
Uomini e No, è la nuova produzione del Piccolo Teatro di Milano in scena al Teatro Studio sino al 19 novembre 2017, diretta da Carmelo Rifici, con la drammaturgia di Michele Santeramo. É tratta dal romanzo omonimo di Elio Vittorini, pubblicato nel 1945.
La scena di Paolo Di Benedetto illuminata da Claudio De Pace, ha un forte impatto visivo: il tranvai numero 27, spaccato a metà, occupa quasi per intero lo spazio del Teatro Studio. Sarà tram, camera, appartamento, ufficio del capitano nazista, piazzale di esecuzione.
Intorno a lui si snodano di volta in volta punti della città, che i protagonisti raggiungono a piedi, in tram o in bicicletta: corso Sempione, Via Manzoni, piazza della Scala, piazza Cavour, piazzale Diaz ricoperto di corpi all’indomani di un rastrellamento con fucilazione. Tra i corpi, quello di una bambina, un vecchio, due ragazzi di quindici anni, una donna.
“Era il modo migliore di colpire l’uomo. Colpirlo dove era più debole, dove aveva l’infanzia, dove aveva la vecchiaia, dove aveva la sua costola staccata e il cuore scoperto: dove era più uomo”. È difficile restare uomini quando si eseguono o vedono certe scene di morte. Si rischia lo spartiacque tra Uomini e No.
Il tram spaccato a metà diventa simbolo della guerra che dilania la città, i suoi abitanti, le loro vite. Avanza quasi sempre asimmetricamente, cioè con una sola metà, su delle rotaie invisibili o pedane che si muovono da sole; come da soli sembrano muoversi certi atti bestiali che apparentemente si staccano dall’umano ma che albergano in lui.
I giovani attori neodiplomati della Scuola di Teatro ‘Luca Ronconi’ diretti da Rifici, hanno la stessa età dei giovani che, nel libro, attraversano a piedi, in bicicletta e in tram Milano, tra la primavera e il mite autunno del 1944.
Sono loro che raccontano, talvolta da protagonisti, altre volte da voci narranti, la resistenza di quei coetanei di circa settant’anni fa a Milano, i loro sogni, le loro paure, la loro voglia di resistere.
Si sentono investiti di questa resonsabilità, conoscono i luoghi menzionati da Vittorini e forse realizzano per la prima volta che quei loro coetanei del 44 sono morti per rendere felici i futuri giovani, per permettere loro di “scegliere”.
Hanno l’entusiasmo straripante di giovani attori e lo offrono con generosità. Oltre a raccontare la loro quotidianità in una città piena di macerie, ferita dalla guerra anche civile, espongono a voce le riflessioni di Vittorini sul senso dell’esistenza umana, tra metafore irrealistiche e lirismo, instillando il dubbio nello spettatore, come Vittorini fa con il lettore.
Le storie di resistenza si intrecciano: c’è quella contro il nazismo/fascismo, quella di Berta contro le convenzioni, quella del protagonista N2 che sente il deserto dentro e che riesce a resistere finchè sa cercare verità e coerenza; appena prova ad accontentarsi della menzogna, sente dilatarsi il deserto che ha dentro.
Io so, dice N2, che cosa vuol dire un uomo senza una donna, credere in una, essere in una, eppure non averla…..e allora prenderne una che non è una tua ed ecco avere, in una camera d’albergo, invece dell’amore, il suo deserto.
Anche i destini di tutti finiscono con l’incrociarsi rendendo difficile la differenza tra il buono e il cattivo, l’uccidere da partigiani o da nazisti, il vivere col deserto dentro e il morire, l’essere Uomini e No.
Lo spettacolo si chiude con una luce di speranza perchè se il fascismo, la soppraffazione, la crudeltà, la guerra è nell’uomo, lì ci deve essere anche la soluzione: il giovane partigiano alla sua prima missione, non arriva ad uccidere il coetaneo tedesco perchè sente la sua tristezza. L’umanità sembra vincere sulla bestialità.
Ricordiamo che al Chiostro di via Rovello il 31 ottobre 2017, è previsto un incontro per approfondire i temi dello spettacolo; inoltre sabato 4 e domenica 5 novembre 2017, dalle ore 17 un tram speciale attraverserà i luoghi di Uomini e No. Il progetto è in collaborazione con ATM. Rimandiamo all’articolo https://www.2duerighe.com/i-due-oboli-teatro-e-spettacolo/teatro/94535-milano-luoghi-uomini-no.html per maggiori precisazioni.
Piccolo Teatro Studio Melato (Via Rivoli, 6 – M2 Lanza)
Uomini e no
dal romanzo di Elio Vittorini
regia di Carmelo Rifici
drammaturgia di Michele Santeramo
Attori e attrici neodiplomati della Scuola di Teatro ‘Luca Ronconi’.
luci Claudio De Pace
costumi Margherita Baldoni
musiche Zeno Gabaglio
Personaggi Interpreti
N2 Salvo Drago
Berta Marta Malvestiti/Elena Rivoltini*
Gracco/Pipino/Conducente tram Benedetto Patruno
El Paso/Barca Tartaro/Vecchio Matteo Principi
Michela/Daria Livia Rossi
Metastasio/M1 Giuseppe Aceto
Orazio/M2 Sacha Trapletti
Erica/Donna Pancetta Yasmin Karam
Giulai/operaio Alessandro Bandini
Lucrezia Martina Sammarco
Figliodidio Francesco Santagada
Clemm Alfonso De Vreese
Cane Nero Marco Risiglione
Selva Caterina Filograno
Lorena/donna pois Annapaola Trevenzuoli
Linda/donna morta Leda Kreider
Bambina Marta Malvestiti/Elena Rivoltini*
*Il ruolo di Berta sarà interpretato dalla Signora Malvestiti nelle repliche dal 24 al 29 ottobre e dal 7 al 12 novembre, dalla Signora Rivoltini dal 31 ottobre al 5 novembre e dal 14 al 19 novembre.
Foto di scena Masiar Pasquali
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Orari: martedì, giovedì e sabato ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.30
(salvo mercoledì 15 novembre: ore 15, pomeridiana per le scuole, e 20.30); domenica ore 16.
Lunedì riposo; mercoledì 1 novembre riposo.
Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro
Informazioni e prenotazioni 0242411889 – www.piccoloteatro.org
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