Montagne russe: sesso, potere, risate e tanta umanità
Diceva Oscar Wilde che tutto o quasi nella vita ha a che fare con il sesso. Tranne il sesso. Il sesso ha a che fare con il potere. Pensateci bene. É davvero un po’ cosi. Escludendo le relazioni sfacciatamente rispondenti a questo schema, come il capo con l’impiegata, il forte con la debole, il ricco con la povera (o viceversa), pensate a relazioni che stanno sul nascere. Si comincia con il volere impressionare, con strategie di chiamate, di attese, di finta disattenzione, solo per esercitare potere.
Quando poi c’è un uomo che si sta avvicinando alla sessantina e che male accetta il corso della natura, le cose si complicano. Come in Montagne russe lo spettacolo di Eric Assous, presentato in prima nazionale da La Gare/Eccentrici Dadarò.
Anche perchè è un marito “ancora in servizio”, con una bella casa, una bella macchina, una bella moglie e un figlio adolescente. Il posseder tutto gli dà un senso di alienazione e per questo, durante l’assenza di moglie e figlio partiti per la montagna, si ritrova in un locale notturno ad abbordare, da finto celibe, una gentile signorina.
La scena, nell’intima sala ancora non illuminata de La Cavallerizza, si apre ad “abbordaggio” già avvenuto. L’approccio è ricostruito attraverso le voci registrate dei due, sulle note di Strangers in the night …Something in your eyes,Was so inviting, Something in your smile, Was so exciting, Something in my heart told me I must have you.
Poi le luci si accendono sul divano di casa di lui, dove entrambi, Rossella Rapisarda e Antonio Rosti, sorseggiano champagne. Da questo momento non smetterete più di ridere.
Perchè quel gioco di potere di cui parla Oscar Wilde, finalizzato al sesso, comincia a costruirsi lentamente, a colpi di botte e risposte divertenti, mai prevedibili; è come un filo che si snoda attraverso due vite e comincia piano a piano a costruire un labirinto per nascondere la parte più vulnerabile di sè. Il baricentro del potere si sposta in continuazione, come se fosse sulle montagne russe, con un’apparente leggerezza e tante risate. Riuscirà anche un attimo a destabilizzarvi. Ma vi offrirà un finale di grande umanità.
Lo spettacolo, davvero consigliato è in scena sino al 14 maggio a La Cavallerizza, presso il Teatro Litta di Milano. Nonostante i cambiamenti improvvisi, è un lavoro compiuto, armonico, diretto dalla mano leggera e sicura di Fabrizio Visconti. A lui va anche il pregio di far conoscere Eric Assous, classe 1956, drammaturgo, regista e scenografo nato a Tunisi e residente in Francia. Bravissimi e molto credibili, Antonio Rosti e Rossella Rapisarda che vi regaleranno, oltre alle risate, il piacere della parola, che nasconde e svela.
Teatro Litta – La Cavallerizza
Corso Magenta, 24 – 20123 Milano
dal 5 al 14 maggio 2017
da martedì a sabato ore 21:00 – domenica ore 17:00 – lunedì riposo
Durata: 1 ora e 30 minuti
Intero 14 €- Under35 e Over65 e convenzioni 10 €
Abbonamento: 10 Identità, 5 Identità, UNIdentità, IDono
5- 14 maggio / La Cavallerizza / Prima Nazionale
Progetto La Gare/Eccentrici Dadarò
Montagne russe
di Eric Assous – regia Fabrizio Visconti – con Rossella Rapisarda, Antonio Rosti – scene Marco Muzzolon – costumi Mirella Salvischiani – disegno luci Fabrizio Visconti – musiche originali Marco Pagani –
un progetto La Gare – coproduzione Arterie C.I.R.T.