‘Le Variazioni di Goldberg’: fallire, fallire sempre, fallire meglio
Quale umano sentimento ci può essere oltre lo sterminio nazista (dove è morto il proprio padre e una grande parte del proprio popolo) se esso è già oltre l’umano? Può la scrittura della e sulla shoah restare legata a certi paradigmi, dopo che lo sterminio nazista ha stravolto quelli fondamentali? Per Tabori, ebreo ungherese nato a Budapest nel 1914 e morto a Berlino nel 2007, no. Per questo elabora una sua scrittura teatrale grottesca, drammatica, provocatoria, a tratti umoristica, talvolta irritante. “La parola scritta, scrive Tabori, per quanto grandiosa sia, è un grumo d’argilla in attesa del soffio di vita”. E il soffio di vita arriva in “Le Variazioni Goldberg”, spettacolo per la prima volta in Italia dal 3 al 13 novembre 2016 al Teatro Franco Parenti di Milano, con Luca Micheletti che è sia attore che regista e Marcella Romei nei panni di Goldberg. Micheletti esalta l’effimero dei singoli momenti dello spettacolo, che costituiscono una beffarda, drammatica e dissacrante declinazione del testo biblico.
Siamo all’interno di un teatro: un regista, sul palco Micheletti, deve portare in scena Nuovo e Vecchio Testamento; si scontra con il suo aiuto regista, Goldberg, la bravissima Marcella Romei, che tenta di seguire un rigore totalmente assente per i capricci, i vizi e la superficialità del regista e degli altri attori; Goldberg, lui stesso ebreo, è costretto anche a ricordare il testo sacro e cosi facendo mostra come si dovrebbe recitare, diventando, suo malgrado, protagonista del dettato biblico, e simbolo della crocefissione, alias sterminio, del popolo ebraico e del suo risollevarsi con la resurrezione. Il regista, pur essendo impreparato e volubile, è esaltato dal suo ruolo di creatore dello spettacolo, e si sente una sorta di Regista-Dio o Dio-regista pronto a tirannizzare il povero Goldberg. Da questo scontro nascono battute e freddure forti e dissacranti, che sembrano rimbalzare sui muri di gomma piuma di cui è rivestito il sipario. Si intuisce lo sgomento di chi ha esplorato i terreni oltre l’umano, dove la speranza è smentire l’avvenire, la creazione, un sogno di perfezione irrealizzabile, la pulsazione di Dio negli animi, una bomba che scoppia travolgendo tutti.Lo spettacolo arriva come un pugno allo stomaco, spiazza, lascia perplessi, eppure coinvolge; svela, nel gioco metateatrale, la beffarda alternanza della vita: prova, fallimento, prova, quasi che ci resti solo “fallire, fallire sempre, fallire ancora, fallire meglio”.
Il teatro Parenti, per far conoscere meglio questo autore poco frequentato in Italia, ha organizzato durante la durata dello spettacolo, un ciclo di conferenze ed una lezione magistrale di Quirino Principe.
Per la prima volta in Italia
LE VARIAZIONI GOLDBERG
di George Tabori
Novità assoluta.
con Luca Micheletti, Marcella Romei, Michele Nani, Pietro De Pascalis, Claudia Scaravonati, Barbara Costa e con Rossella Spinosa al pianoforte
regia Luca Micheletti
scene Csaba Antal
costumi Rosa Mariotti e Linda Riccardi
luci, audio, video Fabrizio Ballini
musiche originali Rossella Spinosa
suoni originali Roberto Bindoni
produzione Teatro Franco Parenti / Compagnia Teatrale I guitti in Residenza
Teatro Franco Parenti, via Pier Lombardo 14, 20135 Milano
Per Informazioni E Prenotazioni: Telefono Biglietteria 02/59995206, Mail biglietteria@Tearofrancoparenti.It
lun Riposo;Mar,Gio,Sab H 20.45; Mer,Ven H 19.30; Dom 15.45
Intero 15€; Over65/Under26/Convenzioni 12€
Ciclo di lezioni, incontri, proiezioni e letture dedicati a George Tabori
a cura di Irene La Scala e Marco Castellari