Pensate che lavorando sodo, perseguendo con costanza e volontà gli obiettivi, comportandosi bene, rispettando le regole, ce la si possa fare? Che nonostante origini modeste, la meritocrazia, il fair-play, l’onestà, trionfino? Non è cosi, almeno in Bull, lo spettacolo in scena al teatro Franco Parenti di Milano, sino al 10 aprile 2016, una produzione del teatro stesso che investe in giovani talenti. La commedia, politicamente scorretta, è di Mike Bartlett, giovane scrittore inglese, classe 1980; la regia di Fabio Cherstich, giovane regista, assistente di Filippo Timi e Andrée Shammah; giovani ma conosciuti, anche i quattro attori: Linda Gennari, Pietro Micci, Andrea Narsi e Alessandro Quattro. Il pubblico entra nella piccola sala del Teatro Parenti e si siede sulle file degradanti di poltrone disposte su tre dei quattro lati attorno allo spazio scenico. É questo un piccolo rettangolo bianco, un ring completamente disadorno, delimitato appena da segmenti interrotti di ringhiere di metallo, quasi che la lotta all’interno sia incontenibile. Due attori sono già in scena. Sono due colleghi; presto se ne aggiunge un terzo. Aspettano il direttore Carter che dovrà annunciare chi dei tre verrà licenziato.
Thomas è molto nervoso, cammina avanti indietro, con il suo vestito grigio banale e spiegazzato, i capelli di media lunghezza, gli occhiali grandi su un volto grassottello, come la sua corporatura. Isoble è alta, sexy, perfetta nel suo tailleur scuro, la gonna corta, la camicia chiara, i capelli biondi raccolti in una acconciatura ricercata. Prova da subito un piacere sottile nello schiacciare il collega emotivamente e fisicamente più debole, non solo per la selezione che di li a poco verrà fatta, ma per un bisogno di legittimare la sua appartenenza alla tribù forte, di partecipare lei stessa alla selezione della specie per rinforzarla. La sua postura intenzionale, cosi come quella di Thony, che sopraggiunge di li a poco, è quella di distruggere con fare insidioso Thomas, che viene smembrato, pezzo per pezzo, in modo mirato, costante, ripetuto, attraverso gesti, parole, sguardi carichi di disprezzo, umiliazione e discredito. Ma anche con coercizione, silenzi, ricatti, esclusioni da decisioni importanti. Tutto è stravolto, deformato dalla violenza psicologica dei due colleghi, finanche il suo passato: l’essere figlio di un semplice insegnante di matematica, l’aver frequentato una scuola pubblica, la separazione dalla moglie, tutto è una colpa. Si sfiorano anche pericolosi discorsi che rievocano quelli della purezza della razza. Sei basso, dice la collega. Non sono basso, risponde Thomas. Non fa nulla, lo sembri. Lo spettatore più di una volta spera in un colpo d’ala, in un deus ex machina che arrivi capovolgendo la situazione. Ma invano. La distruzione psicologica di Thomas, che passa attraverso il disorientamento e lo sgomento, si compie davanti ai suoi occhi.
Spettacolo incisivo, tagliente, una bomba ad orologeria che non esplode ma implode, in modo silente ma devastante. La regia è esperta nel bilanciare pesi e contropesi di battute omicide. Gli attori bravissimi. Una stretta al cuore e allo stomaco per la veridicità della situazione.
30 marzo-10 aprile
Linda Gennari, Pietro Micci, Andrea Narsi, Alessandro Quattro
BULL
di Mike Bartlett
traduzione Jacopo Gassmann
regia e spazio scenico Fabio Cherstich
Produzione Teatro Franco Parenti
martedì ore 20.45; mercoledì ore 19.45; giovedì ore 20.45; venerdì ore 19.45; sabato ore 20.45; domenica ore 15.45; lunedì riposo
Intero 25€; Under26/Over60 14€
prevendita 1,50€
Tel : 02 59 99 52 06; biglietteria@teatrofrancoparenti.it;
App: Teatro Franco Parenti