Ivan Il’Ic, dalla disperazione per la morte, alla sua accettazione

Ola Cavagna, ha presentato, dal 9 al 13 marzo 2016 al Teatro Franco Parenti di Milano, Ivan Il’Ic, una sua lettura di La morte di Ivan Il’Ic, di Lev Tolstoj, racconto pubblicato nel 1886, influenzato dalla crisi spirituale dell’autore, che infatti si convertirà al Cristianesimo.
Ne ha curato traduzione, adattamento e regia. Tema centrale è quello dell’uomo che si trova di fronte all’inevitabilità della morte e all’angoscia che essa genera in lui. La Cavagna, dilata entrambe oltre il personaggio di Ivan, le scaraventa fuori, ingigantendole, aiutandosi con voci registrate e immagini forti, di diluvi o scenari apocalittici, proiettati su pannelli posizionati quasi a semicerchio sul palco. Qui, sia sulla destra che sulla sinistra, vi sono due piccoli piani inclinati verso il pubblico, come due rampe, completamente rivestite da bianchi lenzuoli, di quelli con cui si coprivano i mobili prima di un lungo viaggio. Fungono ora da divano, ora da letto, ora da ponte tra due mondi: quello terreno a quello dell’aldilà.
Nicola Bortolotti, si muove sul palco, bravissimo nell’interpretare più ruoli; si dirige spedito con una flebo verso il corpo vecchio e debole di Ivan, Mauro Avogadro; questi è malato da qualche mese, sa di dover morire, ma non ne capisce il motivo; si sente un naufrago in mezzo ai flutti, sgomento davanti al vuoto che si profila ai suoi occhi, incapace di nutrire l’attesa, consapevole che “noi viviamo per dire sempre addio”.
Ivan è un medio borghese, da sempre preoccupato che la sua vita sia “comme il faut” (come si deve), consigliere della Corte d’Appello di San Pietroburgo, con una bella casa, una bella moglie, una bella figlia, un bel figlio, tutto proprio comme il faut”. Ha frequentato la gente giusta nel momento giusto, ha sempre osservato etichette e formalità e perchè ora, a soli 45 anni deve morire dopo una stupida caduta dalla scala? Capisce, improvvisamente, che tutto ciò che ha vissuto è stato menzogna, inganno, capace di nascondere vita e morte e di essere un uomo comune, proprio come un Caio qualsiasi. Comincia ad odiare tutti intorno a lui, a partire dai famigliari, tranne il servo Gerasim, che vive semplicemente senza sedimentazioni di alcun genere e forse per questo è capace di provare pietà. Le settimane si susseguono e l’attesa disperata della morte non lascia più spazio alla speranza dell’inizio della malattia. E poi, improvvisamente, Ivan capisce: si riconcilia con se stesso e con il mondo. Smette di aver paura, perchè con la morte nulla è più necessario, scompare finanche la morte, e al suo posto, trova la luce.
Spettacolo denso, appesantito forse leggermente dall’uso di linguaggi multimediali. La nudità del corpo vecchio e stanco di Ivan, nulla aggiunge alla fragilità dell’uomo che si sente convitato con la morte.
Teatro Franco Parenti,
via Pier Lombardo 14, 20135 Milano
Per informazioni e prenotazioni:
telefono biglietteria 02/59995206, mail biglietteria@tearofrancoparenti.it
9 – 13 marzo 2016
Ivan Illic
liberamente tratto da La morte di Ivan Il’Ic di Lev Tolstoj
traduzione, adattamento e regia Ola Cavagna
con Mauro Avogadro, Nicola Bortolotti
impianto scenico e visione Ginevra Napoleoni e Massimiliano Siccardi
costumi Ivan Bicego Varengo – luci Alberto Giolitti
Produzione Compagnia Umberto Orsini – in collaborazione con Associazione Isola e Teatro Baretti
Biglietti Intero 40€ | 32€
under26/over60 18€
prevendita 1,50€