La Lezione: la demistificazione del potere al Teatro Verdi

Dal 12 al 17 gennaio 2016, in prima milanese, il Teatro Menotti presenta al Teatro Verdi di Milano, La Lezione di Eugène Ionesco, prodotto da Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse per la regia di Valerio Binasco. In scena tre personaggi. Il bravissimo Enrico Campanati, il vecchio professore ingobbito forse per il peso inutile della cultura che rappresenta; Elena Gigliotti, la giovane allieva dagli occhi speranzosi; e Franco Ravera, il domestico, che si sostituisce alla figura della governante comprensiva e materna di Ionesco, per diventare, nella regia di Binasco, il testimone, la vittima e il carnefice di una società senza speranza. La regia ha voluto inoltre da subito, dei toni cupi, stemperando molto, forse troppo, i toni buffi e comici: la scena, che ripropone il soggiorno dove il professore riceve l’allieva, è triste e sinistra, con vecchia carta da parati, consumata e sporca. La poca mobilia, un tavolo e delle sedie, è mediocre e perfino il grammofono che troneggia su di un armadietto, non ha il fascino dell’antico, né una simbologia retrò. Il professore e il maggiordomo hanno tinte nichiliste. Tutto appare pesante e sinistro quasi troppo caricato di assurdo, termine in realtà, non amato da Ionesco. A questo, che indica un che di senza senso, l’autore rumeno naturalizzato francese, preferiva quello di “insolito”, davanti al quale si può provare meraviglia o spavento.
La trama in sé è molto semplice: per preparare un esame di “conoscenza totale”, tipo un super dottorato, una giovane allieva si reca a casa di un vecchio professore per una lezione. Questa comincia in modo tranquillo, con delle domande banali su geografia e stagioni. Si passa poi alla matematica, ad addizioni e sottrazioni e a concetti molto fumosi. Il professore, per renderli più chiari, in realtà li rende ancora più incomprensibili e distanti. Anzi, poiché sono invisibili e spesso collocati in aria, costringe l’allieva a prenderli con delicatezza o sale lui stesso su una sedia, se sono troppo alti. Nel frattempo però la giovane comincia a perdere la concentrazione, anche perchè le è scoppiato un grosso mal di denti. Il professore, non solo si mostra incurante, ma esige da lei la massima attenzione. É a questo punto che il suo tono cambia e la farsa, di li a poco, termina in tragedia, con l’uccisione della ragazza. Nello spettacolo, nonostante la rilettura di Binasco, si ritrovano i motivi cardini del teatro dell’assurdo, nato durante lo sconvolgimento che i due conflitti mondiali hanno portato in Europa: l’assurdità e l’incoerenza della vita umana legata alla morte. Sono infatti caduti gli ideali, le certezze:l’homo faber non può più niente davanti alle armi belliche; la cultura umanistica, fondata sulla virtù, sul concetto di “bello e buono”, sull’arte, ha fallito: non ha saputo rispondere alle domande dell’esistenza, né soddisfarne i desideri; l’incomunicabilità tra gli esseri regna sovrana.
TEATRO VERDI
Via Pastrengo 16 – Milano
Tel. 02.6880038
feriali ore 20.30, domenica ore 16.30
LA LEZIONE
prima milanese
di Eugène Ionesco
regia Valerio Binasco
con Enrico Campanati, Elena Gigliotti e Franco Ravera
costumi Bruno Cereseto e Daniela De Blasio
scene Emanuele Conte
luci Matteo Selis
produzione Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse