Dal 26 novembre al 6 dicembre 2015, il Teatro Filodrammatici di Milano ha presentato Eigengrau, per la regia di Gabriele Di Luca e Bruno Fornasari, una produzione Teatro Filodrammatici e Carrozzeria Orfeo della scrittrice inglese Penelope Skinner. La poco più che trentenne drammaturga britannica, per questo suo lavoro è stata nominata nel 2011 per l’Evening Standard Award come Most Promising Playwright.
La bellezza è negli occhi di chi guarda, (come il suo contrario). É quello che abbiamo dentro che ci spinge ad avere o non avere fiducia, ad aprirci o non aprirci al mondo, a volerlo vedere nella sua luce migliore o peggiore. Anche la romantica Rose filtra la realtà attraverso i suoi dolci occhi. E lo fa sino all’ostinazione. Non vuole, non può accettare che il ragazzo che ha incontrato in un pub, Mark, abbia solo voluto fare sesso con lei. La sua immaginazione giunge alle soglie del delirio per giustificare il fatto che lui non risponda al telefono e sia scomparso dalla sua vita. La coinquilina Cassie, conosciuta su internet, attivista femminista concreta e razionale, prova in tutti modi a dissuaderla dal riconquistarlo; anche perchè, nel frattempo, lei stessa ha conosciuto Mark, tipo anaffettivo, apparentemente sicuro di se, ma in fondo solo, e ci è finita a letto. Mark ha anche un coinquilino, Tim, che non arriva ad integrarsi a Londra, dove tutti devono essere agili, belli, frettolosi. Affoga il suo malessere in patatine e birre e l’unico lavoro che riesce a trovare è in un fast food. Ha una simpatica urna funeraria a forma di gatto con le ceneri della sua cara nonna, e alla nonna si rivolge nei momenti di grande sconforto. Le storie dei quattro si intrecciano su una scena che varia di poco pur rappresentando quattro diversi ambienti. Tutti sono in cerca di amore, ma la loro capacità di ingannare ed auto ingannarsi per nascondere le loro solitudini e le loro paure, li porta a dare e ricevere solo sesso, che per un attimo fa scaricare le emozioni negative che subito dopo ricominciano ad accumularsi.
Il titolo, Eigengrau, grigio intrinseco, indica il colore percepito dall’occhio umano immerso in una totale oscurità. Nonostante il buio totale infatti, il nervo ottico registra una sensazione di grigio scuro. Forse che il nero, il buio, gli faccia paura al punto da auto ingannarsi e non vederlo? Forse ha davvero ragione il biologo evoluzionista Robert Trivers che vede l’inganno come una caratteristica profonda della vita, necessaria anche all’evoluzione dell’intelligenza che si sforza continuamente di scoprire gli inganni altrui, tutta dedita com’è a praticarli?
Bravi tutti gli attori. Federica Castellini, con la sua voce cristallina e la sua esile figura, è un capolavoro delirante. Spettacolo interessante, che pone interrogativi, specie per il finale che potrebbe sembrare a sorpresa ma che, a mio avviso, è coerente con se stesso. Perchè in fondo, se vediamo la realtà come decidiamo di vederla, a cosa servono gli occhi?
Ricordiamo che dal 14 al 20 dicembre 2015, Paolo Nani torna ai Filodrammatici con La Lettera, per la gioia di grandi e piccoli.
Raffaella Roversi
8 dicembre 2015
Teatro Filodrammatici, Via dei Filodrammatici, Milano
Orario Spettacoli: Lunedì Riposo / martedì 21.00 / mercoledì 19.30 / giovedì 21.00
venerdì 19.30 / sabato 21.00 / domenica 16.00
prezzi: intero: 20 euro / ridotto convenzionati:16 euro / ridotto under 25:13 euro
ridotto over 65:10 euro
Durata 80 minuti
02.36727550 biglietteria@teatrofilodrammatici.eu
di Penelope Skinner traduzione Marco M. Casazza
con Tommaso Amadio, Valeria Barreca, Federica Castellini, Massimiliano Setti
scene e costumi Erika Carretta
regia Gabriele Di Luca e Bruno Fornasari
produzione Teatro Filodrammatici e Carrozzeria Orfeo