Il modello “sovversivo” della Compagnia della Fortezza: possibilità di costruire nuovi paradigmi
È necessario che si approdi qui, nel Carcere di Volterra, almeno una volta per vedere il modello teatrale della Compagnia della Fortezza con la direzione artistica di Armando Punzo e la cura e la direzione organizzativa di Cinzia de Felice (Carte blanche).
Dal 1987 infatti, Armando Punzo fa teatro all’interno del carcere di Volterra con i detenuti. Questo anno, dall’ 11 al 17 luglio 2022 hanno presentato all’interno del carcere, Naturae la valle della Permanenza, con la sua drammaturgia e regia.
Uno spettacolo suggestivo, pregno di tensione verso altre possibilità, composto per quadri capaci di generare nuove combinazioni su una scena volutamente bianca accecante.
I pochi oggetti presenti, una palla rossa, una palla nera, un candelabro, una grata, si spostano cambiando gli scenari e le forme che credevamo rigidamente chiuse in geometrie fisse, si deformano.
Come i nostri pensieri, i nostri condizionamenti.
Lo spettacolo conclude gli ultimi 8 anni di ricerca e lavoro della Compagnia della Fortezza. Le repliche sono poi state ambientate in una suggestiva versione site specific, nei luoghi più simbolici del territorio alcuni dei quali assumono, attraverso il teatro, nuove identità: Salina di Volterra, Triangolo Verde Peccioli, Teatro del Silenzio di Lajatico.
Il modello “sovversivo” della Compagnia della Fortezza: cultura e bellezza per una rigenerazione umana
La forza terapeutica e pedagogica del teatro come cura, come bolla di libertà, come ascolto degli altri, come strumento espressivo di emozioni negative, violente o angoscianti, è ormai conosciuta. Al punto che il Ministero di Giustizia, partendo proprio dal modello della Compagnia della Fortezza incoraggia l’attività laboratoriale e creativa dei detenuti.
Quello che però si avverte venendo qua come spettatori, oltre alla bellezza suggestiva dello spettacolo, è la potenza sovversiva del modello della Compagnia della Fortezza.
Intesa però, non come critica o indebolimento del sistema carcerario, ma come pensare altro, pensare diversamente, mettere un dubbio aprire cioè le porte alla possibilità di costruire, grazie a cultura e bellezza e insieme alla struttura penitenziaria, là dove tutto sembra granitico, nuovi paradigmi sociali e nuove regole per una rigenerazione umana. Talmente potenti da uscire anche dal carcere.
Volterra, prima città toscana per la cultura 22
La “sovversione” del modello della Compagnia della Fortezza emerge per esempio nel fatto che un carcere, quello di Volterra, luogo meno deputato alla cultura per eccellenza, è diventato simbolo di cultura al punto da spingere la città intera a candidarsi come capitale della cultura e rientrare nella rosa delle prime 10 città.
Anche se poi ha vinto Procida, la Regione Toscana ha voluto premiare l’importante modello della Fortezza, ed ha istituito appositamente per la città un nuovo titolo: Volterra, prima città toscana per la cultura 22.
Perché, come ci racconta Cinzia de Felice di Carte Blanche durante una bellissima conversazione, esso traccia percorsi partecipativi e culturali di rigenerazione umana applicabili ad altre fragilità, quali disagio giovanile e scolastico.
Pertanto ha dato vita negli anni, a processi artistici capaci di trasformare anche il territorio circostante.
Come il Festival Volterra Teatro, con grande partecipazione della cittadinanza. (Si ricorda qui lo spettacolo Mercuzio non vuole morire, andato anche in tournée). O il progetto Sogni e bisogni che mira a contrastare la dispersione scolastica, prevenirne l’abbandono, abbattere l’isolamento sociale e culturale e arginare la povertà culturale attraverso attività orientate allo sviluppo della creatività e della progettualità e alla valorizzazione dei talenti.
Tante poi, le collaborazioni con giovani associazioni che lavorano capillarmente sul territorio, come Vai Oltre che opera in ambito giovanile.
Modello della Fortezza: Per Aspera ad Astra
Riveste invece importanza nazionale ed internazionale, il progetto Per Aspera ad Astra, voluta da Acri Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio proprio partendo dal modello della Compagnia della Fortezza.
Si tratta di una iniziativa in continua crescita che coinvolge fondazioni bancarie, compagnie teatrali e istituti di pena finalizzata a mettere a sistema le migliori esperienze di teatro in carcere.
Il progetto offre ai detenuti percorsi di formazione professionale nei mestieri del teatro. Quindi non solo per attori e drammaturghi, ma anche per scenografi, costumisti, truccatori, fonici, addetti alle luci.
Giunto alla sua quinta edizione, prevede una masterclass annuale e gratuita di Alta Specializzazione per gli addetti ai lavori con la Compagnia della Fortezza.
Masterclass e modello della Fortezza
Questo anno si è tenuta dal 6 luglio al 15 luglio 2022, condotta da Armando Punzo assieme agli altri registi-partner del progetto tra cui ricordiamo Enrico Casale e Renato Bandoli – Compagnia degli Scarti/Casa Circondariale di La Spezia.
L’obiettivo è tracciare un percorso che consenta di mettere assieme le migliori esperienze e prassi di teatro in carcere presenti in diversi contesti territoriali, farle dialogare e diffonderne l’approccio anche a beneficio di altri contesti e operatori. Ma è anche uno spazio di confronto, di verità, dove si parla delle difficoltà, degli insuccessi, della pazienza, della perseveranza che bisogna avere. Ci si incoraggia, ci si consiglia, insieme!
Arena Geotermica di Larderello e i trenta anni della Compagnia della Fortezza
Uno spazio fisico invece, concepito come una grande opera d’arte fruibile da tutta la comunità, ha preso forma in occasione delle attività per i trent’anni della Compagnia della Fortezza, nell’area della Centrale Geotermica Enel Nuova Larderello.
La monumentale torre di raffreddamento, diventata ora simbolo di un territorio e uno dei teatri all’aperto più suggestivi del mondo, è stata riconvertita proprio per lo spettacolo della Compagnia della Fortezza che voleva creare un grande evento collettivo e lasciare una pietra miliare nella memoria collettiva.
Chiediamo infine a Cinzia de Felice anche del nuovo teatro che verrà costruito all’interno del carcere.
“Non vorremo mai, ci dice, lavorare all’interno dello spazio chiuso di un teatro e lasciare il carcere e la possibilità di trasformarlo ogni giorno. Abbiamo però pensato ad un teatro come luogo aperto, di confine, di contaminazione tra il carcere e il mondo.”
Aspettiamo quindi, con curiosità ed interesse, questo ulteriore piccolo-grande miracolo, nato dalla forza visionaria del progetto di Armando Punzo e di Carte Blanche.