Ondine: una fiaba al Teatro Parenti
È una bella fiaba quella che prende vita all’interno del foyer del Teatro Parenti di Milano. È la storia di Ondine, spirito delle acque dalle sembianze umane femminili, che incanta per fragilità e forza e si muove con leggiadria, perché semplicità ed innocenza, sono eteree. Vive libera, anche se due vecchi pescatori la accudiscono come una figlia, nella loro povera capanna. Un giorno un cavaliere errante, dopo aver attraversato la foresta abitata dagli spiriti, per soddisfare un semplice capriccio della donna amata, bussa alla porta della capanna. I poveri pescatori offrono al bel cavaliere protetto da una ricca e pesante armatura, il poco che hanno a disposizione. Poi arriva, inaspettata, Ondine, per riscappare subito seguita dal cavaliere.
Anche il pubblico si alza per seguirli in Sala grande, dove vapori e nuvole, confondono la chiarezza delle linee del teatro e…della vita. I due si guardano e nei loro occhi due mondi si incontrano e si scontrano; non solo quello femminile e quello maschile, ma anche quello della razionalità e dell’inconscio, degli schemi chiusi del vivere, simili all’armatura del cavaliere e di quelli aperti verso la creazione continua, come i veli intorno al corpo di Ondine, che, ondulando, formano sempre nuove geometrie. Si innamorano, ma le voci dall’acqua del lago cercano di dissuadere Ondine: lui è un umano, debole, stupido…la tradirà. Ma Ondine crede nella forza del suo amore al punto da accettare un patto: se lui la tradirà, soccomberà e lei, privata della memoria terrena, tornerà nel regno dei flutti. All’inizio sarà una dolce luna di miele tra i due amanti circondati dalla natura; ma poi il cavaliere vuole tornare alla “fiera della vanità”, vuole mostrare il suo trofeo a corte, ci vede abbastanza chiaro per volersi accecare con orgoglio e ipocrisia……e il patto, tra l’illusione e realtà, fantasia e rigore tragico, prenderà forma.
La regia è di Andrée Ruth Shammah, che crea tra il reale e l’onirico, mondi paralleli all’interno di un teatro aperto. In scena Marina Rocco e l’intera compagnia del Don Giovanni di Filippo Timi, andato in scena l’inverno scorso al Parenti. Il testo è di Jean Giraudoux, rappresentato a Parigi nel 1939. Giraudoux si era ispirato ad un racconto del tedesco Friedrich de La Motte-Foqué, apparso nel 1811 e ripreso poi da Aloysius Bertrand ma pubblicato postumo solo nel 1842.
Raffaella Roversi
28 giugno 2013
Teatro Franco Parenti, via Pier Lombardo 14 Milano
Spettacolo in scena fino al 19 luglio 2013 ed inserito In Invito A Teatro Tagliando Teatro Franco Parenti
Prezzi I° – II° Settore 25€ ; III° Settore 20€; Over60/Under25 €12.50
Info Prenotazioni: Tel. 02 59995206 – Biglietteria@Teatrofrancoparenti.It
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