Cuore di cane: la camicia di forza della “civilizzazione”

Sul palco del Piccolo Teatro Grassi di Milano, sino al 10 marzo 2019, va in scena Cuore di cane, una libera versione di Stefano Massini dell’omonimo romanzo di Bulgakov, del 1925, rifiutato dalla censura.
La rivoluzione bolscevica che voleva creare un uomo nuovo, non aveva tardato a far intravedere la nascita della sua nuova classe dirigente, volgare e ignorante che ambiva alle ricchezze dei vecchi capitalisti.
Cuore di cane narra con grande ironia, la storia di un illustre professore, specializzato nella terapia di ringiovanimento degli esseri umani. Si chiama Preobrazènskj, dal nome di una festa religiosa che significa “trasfigurazione”. É convinto di aver trovato, nell’ipofisi e nelle ghiandole riproduttive, il modo per ringiovanire corpi e menti umane.
Dove ha fallito la magia, la scienza trionferà. Per far questo prende un cane randagio, ridotto piuttosto male, e lo sottopone al trapianto di ipofisi e ghiandole, che erano appartenute ad un giovane uomo appena deceduto. Il dottore, ha un che di Faust e Frankestein.
Tra Faust e Frankestein
L’esperimento ha un risultato inaspettato: il randagio Pallino si trasforma progressivamente in un uomo chiamato dal suo inventore Pallinov.
Per prima cosa Pallinov impara il linguaggio ma, da “uomo nuovo”, è costretto anche ad apprendere le “vecchie” convenzioni e le trappole della convivenza sociale.
È ignorante, cattivo e privo di scrupoli perchè l’ipofisi e le ghiandole appartengono ad un giovane delinquente alcolista, morto durante una rissa in una bettola.
Nel frattempo il professore, che vive nel lusso e nell’agiatezza di un’intimità domestica, comincia ad essere braccato da commissioni di stato capeggiate dal cane diventato uomo di partito, invidioso dei grandi spazi e delle ricchezze del suo creatore. Anche se privo di cultura, astutamente, sceglie di chiamarsi Polygraf Polygrafovitc per omaggiare la nuova amministrazione burocratica.
Irrazionale, derisione, ironia e un pizzico di follia danno vita ad un viaggio nella vertigine di una realtà da incubo. Bulgakov ci fa una cronaca satirica del fallimento di questa epoca tragica e totalitaria, che voleva costruire l’uomo nuovo e fare del comunismo una fede tesa alla costruzione di un mondo più giusto e felice.
Differenze con il romanzo
Cuore di cane di Massini si discosta dal romanzo russo e per questo può lasciare qualche perplessità. Il suggerimento a coloro che hanno letto il libro è di andare senza aspettative. Solo cosi infatti si potrà godere della splendida recitazione di Sandro Lombardi nel personaggio del professore e di quella di Paolo Pierobon in quello di Pallino/Pallinov e vedere uno spettacolo che resterà in un angolo della testa per tanto tempo. Sulla bella scena di Marco Rossi, anche Lorenzo Demaria, Giovanni Franzoni, Lucia Marinsalta, Bruna Rossi.
Cuore di cane nella versione di Massini rappresenta, come il libro, il fallimento della rivoluzione bolscevica. Ma insieme alla regia di Giorgio Sangati aggiunge, a mio avviso, qualcosa di più.
La camicia di forza della civiltà
Nel vedere Pierobon nel ruolo del cane Pallino, dapprima prostrato a terra poi “elevato” ad homunculus con una camicia di forza; la violenza con cui gli vengono insegnate le buone maniere a tavola e a stare su due piedi, snaturando la sua natura; l’esibizione che il fiero creatore ne fa, illudendolo di essere diverso mentre vuole che si uniformi agli altri diseredati, mi è tornato in mente l’incontro di Jung con il capo indiano Lago di Montagna.
Gli uomini bianchi sono crudeli, dice quest’ultimo, dicono di pensare con la testa. Voi con cosa pensate? dice sorpreso Jung. Noi pensiamo qui, risponde l’indiano, indicando il cuore.
E allora Jung, per la prima volta, vede tutti i Pallinov della storia e le loro camice di forza, vittime di questo tracotante occidente che da sempre combatte contro i “barbari”. Vede le legioni dei Romani che piombano sulle città dei Galli e sulle rive del Nilo; sant’Agostino che porta ai Britanni il credo cristiano sulla punta delle lance romane; le schiere predatrici e omicide dei Crociati; quelle di Pizarro e Cortés in una terra che sognava pacificamente.
E la lista di Jung dovrebbe arricchirsi anche delle nostre politiche coloniali di inizio secolo in Africa o in Indochina, di tutte le guerre in angoli disparati del mondo che ancora oggi fomentiamo per “la diffusione della civiltà”, per elevare paesi al rango di Homunculus.
Gli incontri al Chiostro
In occasione dello spettacolo Cuore di cane, il Piccolo Teatro organizza un ciclo di incontri per approfondirne i temi: la messa in scena, la drammaturgia, il lavoro degli attori.
Inoltre si parlerà dell’URSS, dei miti e dell’iconografia ai tempi di Bulgakov.
Tutti gli incontri si terranno alle ore 17 al Chiostro Nina Vinchi (via Rovello 2).
Ingresso gratuito con prenotazione su www.piccoloteatro.org
giovedì 24 gennaio
Incontro con Giorgio Sangati
martedì 29 gennaio
Incontro con Stefano Massini, introduce Damiano Rebecchini
venerdì 8 febbraio
‘Miti e iconografia sovietica negli anni di Bulgakov’
con Gian Piero Piretto
venerdì 15 febbraio
Incontro con la compagnia
Piccolo Teatro Grassi (Via Rovello, 2 – M1 Cordusio), dal 22 gennaio al 10 marzo 2019
Cuore di cane
di Stefano Massini, regia Giorgio Sangati
libera versione teatrale dal libro di Michail Bulgakov
scene Marco Rossi, costumi Gianluca Sbicca
luci Claudio De Pace, trucco e acconciature Aldo Signoretti
personaggi interpreti
Pallino, la cavia Paolo Pierobon
Il prof.Filìpp Filìppovič Preobražénskij Sandro Lombardi
Il dottor Ivàn Arnòl’dovič Bormentàl’, suo braccio destro Giovanni Franzoni
Darj’a Petrovna, cuoca Bruna Rossi
Zina Prokof’evna, giovane cameriera Lucia Marinsalta
Commissario del Popolo Lorenzo Demaria
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
coproduzione Compagnia Lombardi Tiezzi
foto di scena Masiar Pasquali
Orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30;
domenica, ore 16. Lunedì riposo.
Prezzi: platea 40 euro, balconata 32 euro
Informazioni e prenotazioni 0242411889 – www.piccoloteatro.org
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