Un borghese piccolo piccolo continua ad abitare l’Italia

Al Teatro Franco Parenti di Milano dal 9 al 20 gennaio 2019, va in scena Un borghese piccolo piccolo. È il riadattamento teatrale dell’omonimo romanzo di Vincenzo Cerami del 1976, firmato da Fabrizio Coniglio e musicato dal Maestro Nicola Piovani. Monicelli ne aveva tratto un memorabile film con Alberto Sordi, il maggiore interprete forse, della figura dell’italiano medio.
Il protagonista Giovanni Vivaldi, Massimo Dapporto, è un contadino che ha lasciato la campagna ed è arrivato a Roma. Dopo 30 anni di lavoro al ministero, vicino alla pensione decide di sistemare il figlio ventenne al suo posto, in barba alla meritocrazia.
Poichè il figlio ragioniere non è in grado di passare il concorso, da borghese piccolo piccolo è pronto a trovare scorciatoie. Dovesse anche farsi massone, come suggerito dal suo superiore, grasso, viscido e mediocre. Sa di non avere scampo, proprio come quel pesce che pesca all’inizio dello spettacolo, che finisce martoriato in padella.
L’iniziazione massonica è grottesca, come lo sono i personaggi, tutti piccoli piccoli, anche se grassi e grossi, ma produce i risultati sperati. Il giorno del concorso però, mentre si avviano al ministero, il giovane viene colpito da una pallottola vagante e muore. Il padre, dapprima impietrito dal dolore, riprende presto il suo trantran da piccolo impiegato.
Riesce a catturare l’assassino di suo figlio e, perdendo ogni forma di umanità, lo tortura a più riprese, sino a ucciderlo. Poi torna alla sua piccola vita, dopo che anche la moglie, rimasta paralizzata dal dolore per la morte del figlio, passa a miglior vita.
Di Un borghese piccolo piccolo, Italo Calvino scrisse: “dalla prima pagina ti prende, obbligandoti a fissare uno sguardo spietato su un campione di società italiana quanto mai rappresentativo“.
Fabrizio Coniglio ha il pregio di riproporci un classico di drammatica attualità. Infatti il “campione rappresentativo” individuato da Calvino, nonostante siano passati 40 anni, è rimasto invariato, a giudicare anche dall’ultimo rapporto del Censis (“La delusione per lo sfiorire della ripresa e per l’atteso cambiamento miracoloso ha incattivito gli italiani:dopo il rancore, la cattiveria”).
In scena tre ambienti: sulla sinistra la baracca dove Giovanni va a pescare il fine settimana e dove ucciderà l’assassino di suo figlio, al centro, la cucina della sua abitazione e sulla sinistra l’ufficio del grasso superiore. La scena dell’iniziazione massonica si svolge nel mezzo del palco con l’aiuto di una struttura mobile.
La regia resta fedele al testo e alle sue atmosfere nella prima parte, dove il protagonista muove al riso, proprio come fa il personaggio di Cerami. Nella seconda parte invece, a mio avviso, non restituisce quella sua feroce, tenace, truce rabbia di vivere che gli resta appiccicata addosso, nonostante la desolante assenza di profonde ragioni vitali. E che lo rende piccolo piccolo.
Teatro Franco Parenti
Via Pier Lombardo, 14
20135 Milano
02 59995206
biglietteria@teatrofrancoparenti.it
info@teatrofrancoparenti.it
martedì h 20:00
mercoledì h 19:45
giovedì h 21:00
venerdì h 20:00
sabato h 20:30
domenica h 16:15
Prime file
Biglietto unico > 38€ + prev.
Secondo, terzo e quarto settore
Intero > 30€ + prev.
Ridotto Over65/under26 > 18€ + prev.
Convenzioni* > 21€ + prev.
* le convenzioni sono valide solo per il IV settore e per tutti i giorni, esclusi venerdì e sabato.
Dal 9 al 20 gennaio 2019
Un Borghese Piccolo Piccolo
tratto dall’omonimo romanzo di Vincenzo Cerami
adattamento e regia Fabrizio Coniglio
con Massimo Dapporto, Susanna Marcomeni, Roberto D’Alessandro,
Matteo Francomano, Federico Rubino
musiche originali Nicola Piovani
costumi Sandra Cardini
scene Gaspare De Pascali
luci Valerio Peroni
assistente alla regia Alessandro Marmorini
assistente ai costumi Alice Rinaldi
assistente alle scene Valeria Di Maria
produzione Pietro Mezzasoma
Durata: 1 ora e 30 minuti