La buona educazione: percorsi fallimentari di sperimentazione educativa

Dal 12 al 17 giugno 2018, al Teatro Franco Parenti di Milano, è andato in scena La buona educazione, spettacolo prodotto dalla Compagnia Dammaco.
Mariano Dammaco ci offre di nuovo un testo che entra in relazione con lo spettatore, con la sua vita. Parla, come i precedenti, di marginalità, quella che si crea quando l’immagine che l’individuo si è costruito del mondo entra in contrasto con il modo in cui le cose sono realmente.
Il testo, un monologo recitato con grazia da Serena Balivo, resta però una partitura poetica, con parole ben scandite, pause per farle penetrare ed una profonda vena ironica.
Al centro, il tema dell’educazione.
A parlarne è una donna di mezza età, vestita con abiti scuri, quasi monacali. É nel suo salotto borghese, con al centro un divano di velluto scuro, sulla sinistra una scrivania con un vecchio telefono fisso. Vi è un che di stantio, asfittico. Unici elementi dissonanti, due manichini dal profilo metallico.
C’è della terra scura sul pavimento; sembra un auspicio di nuova vita, di un seme atteso capace di germogliare. O forse ricorda tutti quei morti che la protagonista si porta dentro, che tanto hanno inciso sulla sua educazione, che continuano a pesare sul suo presente e che una notte, decidono di farle visita.
É il fantasma del padre a parlarle con parole svilenti, mortificanti, inquisitorie che confermano la mancanza di sostegno, incoraggiamento e fiducia nell’educazione ricevuta da lui.
Le annuncia che, nonostante il suo grembo sterile, dovrà prendersi cura dell’ultimo rampollo della famiglia. Cosa che poco dopo avviene, quando una telefonata l’avverte della morte della sorella.
Da qui cominciano svariati percorsi fallimentari di sperimentazione educativa della povera donna. Tanti gli interrogativi che La buona educazione pone sul ruolo dell’educazione, degli educatori, dell’educazione degli educatori, del ruolo della società esterna. Tanti gli scenari che tocca: le protesi elettroniche dei piccoli consumatori, l’assenza dei padri, la ricerca della felicità, il contesto globale, l’aggressività online, il valore della cultura, la frustrazione genitoriale davanti ai fallimenti scolastici dei propri figli.
La Balivo, con grazia, poesia ed ironia, ci fa entrare nel suo mondo che se da una parte è pervaso da nuova linfa, grazie alla piccola vita, dall’altro è scosso dalla paura per il suo futuro, visto che, per la protagonista, un bimbo è dato “in ostaggio al destino”.
Teatro Franco Parenti, Via Pier Lombardo 14 Milano
02 59995206
biglietteria@teatrofrancoparenti.it
martedì 12 giugno h 20:30
mercoledì 13 giugno h 21:00
giovedì 14 giugno h 19:00
venerdì 15 giugno h 19:30
sabato 16 giugno h 21:00
domenica 17 giugno h 15:45
intero platea > 15€
convenzioni > 12,50€