Una domenica strana, quella di ieri, per tutti i campi di serie A. Una domenica particolare, la prima domenica, senza Davide Astori. Un minuto di silenzio per ricordarlo, un minuto di silenzio per sentirlo un ultima volta, un minuto di silenzio più lungo di tante partite, un minuto di silenzio per riflettere, per piangere, ma, magari, anche per gioire, immaginandolo lì in cielo a sorridere, felice, mentre guarda lo sport che più amava, il calcio.
Firenze lo ha ricordato con una coreografia, lo ha celebrato con un goal, lo ha immortalato nel suo cuore. A Torino Buffon si commuoveva insieme a Barza, Chiellini e molti altri suoi compagni di nazionale. A Roma De Rossi giocava e segnava per lui, a Genova Bonucci e Perin si stringevano in un abbraccio per farsi forza a vicenda così come Insigne e Candreva a Milano. Per un attimo, non c’erano più tifoserie, squadre, arbitri, ma solo, silenzio. Per un attimo, il mondo del calcio si è stretto intorno a lui, forse perché, ancora una volta, aveva bisogno di lui.
Certo, da domani la vita imporrà a tutti, a chi più a chi meno, di andare avanti, in un modo o nell’altro. Ma, oggi, tra le lacrime dei tifosi, tra le lacrime dei tuoi amici, tra le lacrime del tuo allenatore, tra le lacrime dei tuoi compagni, nelle lacrime del tuo stadio, nel goal della tua viola, nel colpo di testa di Victor Hugo, nel cuore di chi ama il calcio e di chi non lo ama, nel silenzio degli stadi, in silenzio, oggi, c’eri anche tu, Davide.
CIAO, ASTO.