Essere femministi non significa odiare gli uomini. Anzi, vuol dire lottare per liberare anche loro dal patriarcato che ci opprime e smettere di considerarli il nemico da sconfiggere, agendo in sinergia.
Gloria Jean Watkins, in arte bell hooks, è stata una teorica della parità dei sessi, un’attivista che è scesa in campo con le parole e con i fatti per attuare una rivoluzione copernicana: lo scardinamento del pensiero sessista.
Nel 2021 bell hooks ci ha lasciati e Tamu edizioni di Napoli ha deciso di riproporre il suo volume Feminism is for Everybody con la traduzione di Maria Nadotti, per celebrare una donna che ha cambiato il modo di vedere la sorellanza e la parità di genere.

Feminism is for Everybodynasce come un vademecum, un libretto di facile lettura che spiega il pensiero femminista ed esorta a mettere in pratica la sua politica. Si apre con una semplice definizione: “il femminismo è un movimento che mira a mettere fine al sessismo, allo sfruttamento sessuale e all’oppressione”.
Mettere fine al sessismo, appunto, è il focus dell’azione, il cuore pulsante del libretto ripubblicato da Tamu. Non deve esserci una lotta tra gli uomini e le donne, ma una coalizione contro la discriminazione e i vantaggi di genere.
Quando per esempio andiamo al cinema e troviamo una promozione per le donne, quando andiamo in discoteca e paga solo il nostro accompagnatore, quando visitiamo un sito culturale e possiamo usufruire di un prezzo ridotto dobbiamo dire di no.
Questo è sessismo mascherato da galanteria, accettare significa omologarsi al sistema, accoglierlo così com’è e assecondare il suo corso. Essere femministi significa anche fare delle rinunce a cose che per una vita intera sono sembrate normali e quotidiane per creare qualcosa di più bello, di più giusto, di più equo.
Il libretto di bell hooks mira proprio a far capire la vera mission del pensiero femminista, a cambiare le cose da dentro passo dopo passo, creando anche un sistema educativo che si ponga come obiettivo quello di crescere bambini liberi dai pregiudizi.
È chiaro che anche le donne possono essere sessiste, anzi tendenzialmente ogni donna è stata educata al sessismo sin da piccola. Si tratta infatti di una schiavitù che ci incatena dai primi anni di vita, un virus che cresce in noi senza rendercene conto, mascherato alle volte anche da politicamente corretto. È necessario quindi fare prima di tutto i conti con il proprio sessismo interiorizzato per poi scardinarlo e sconfiggerlo.
La letteratura per l’infanzia, come dice bell hooks, dev’essere uno dei siti cruciali per l’educazione femminista. Molte fiabe, però, ci hanno in passato educato al sessismo. La donna appare spesso come una fanciulla indifesa, bella e ingenua, alla ricerca di un valoroso cavaliere che corra in suo soccorso, altrettanto bello ma astuto, capace di risolvere ogni problema al meglio.
Quante di noi sono cresciute convinte di dover essere salvate? Quanti bambini invece sono cresciuti con il peso del proprio machismo, obbligati a essere forti anche nelle difficoltà? La formazione che propone bell hooks rende i bambini liberi dai preconcetti, aiuta a educarli a mostrare le fragilità e la forza, indipendentemente dal proprio sesso.

Questo è il fine che il femminismo si propone di raggiungere, ma come farlo se non si coopera adesso? Il primo passo dev’essere quindi una collaborazione tra donne e uomini di oggi, un percorso di aiuto reciproco per abbattere il muro del sessismo e imparare a considerarci uguali nelle nostre diversità.
“Avvicinatevi. Guardate come il femminismo può toccare e cambiare la vostra vita e la vita di tutti. Avvicinatevi e scoprite in prima persona che cos’è il movimento femminista. Venite più vicino e vedrete: il femminismo è per tutti.”