Crisi economica – in aumento i suicidi per insolvenza e disoccupazione
di Loris Tarli
Una notizia Ansa di alcuni giorni fa riporta un trend in aumento in relazione al numero di suicidi fatti registrare nel nostro Paese negli ultimi anni. L’incremento, secondo l’istituto di ricerca Eures che ha svolto le ricerche, è direttamente legato alla crisi: nel 2009 i suicidi per ragioni economiche hanno raggiunto il valore più alto degli ultimi decenni (198 casi, cioè +32% rispetto ai 150 casi del 2008; 118 nel 2007). Tra i disoccupati si registra mediamente un suicidio al giorno.
Sono questi i dati che dovrebbero preoccupare i politici e anche i media – questi, infatti, dovrebbero dimostrarsi più sensibili alla questione, caratterizzata dal fatto che i cittadini sono stati lasciati soli dalle istituzioni nel momento di maggiore difficoltà. Tenendo conto, in primis, che la nostra Costituzione garantisce a tutti i cittadini un’esistenza libera e dignitosa, a queste situazioni molto drammatiche – anche e soprattutto in considerazione del fatto che la nostra nazione è reputata tra le più ricche al modo – va posto rimedio.
In questo periodo di crisi in cui versa il nostro Paese, il dramma che sta colpendo gran parte dei cittadini con risvolti più o meno gravi deve fare i conti con un governo che non ha possibilità di manovre finanziarie ampie e, di conseguenza, di spendere per garantire una vita dignitosa ai propri cittadini. Questo accade per vari fattori, tra cui le spese per far girare la macchina politica italiana – in questo senso l’eliminazione degli organi politici provinciali, rimpiazzabili dagli organi amministrativi regionali, avrebbe fatto risparmiare miliardi di euro alla macchina statale. Ma anche l’elevato tasso di evasione fiscale, nonché la corruzione nella pubblica amministrazione, che porta a volte a dover sborsare cifre esorbitanti per la costruzione di opere pubbliche.
Questi sono alcuni dei fattori che portano il nostro Stato ad essere il più indebitato dell’eurozona. Ma che cosa è il debito pubblico? L’avvocato Alfonso Luigi Marra lo spiega partendo dal signoraggio bancario, che – dice – “è il crimine di tutti i crimini, la radice di ogni male”. “Accade” – spiega Luigi Marra “che le banche centrali, per esempio Federal Reserve, Banca Centrale Europea e Banca d’Italia – non sono come tutti credono istituzioni pubbliche, bensì società private – stampano la moneta al costo della carta e dell’inchiostro, e poi vendono incredibilmente questo tipo di denaro, senza nessuna copertura, allo Stato. Lo Stato paga questi soldi con delle speciali cambiali – buoni del tesoro. Ed è così che, da questo trucco incredibile, nasce questa cosa chiamata debito pubblico”.
Ebbene, si sta facendo sempre più strada l’idea che questo sia il crimine cha ha tenuto schiavi per anni, e ancora tiene schiavi, miliardi di persone e che le porta al suicidio anomico o suicidio per insolvenza. Lo stesso ragionamento venne fatto tempo fa dal Professore dell’Università degli Studi di Teramo Auriti, venuto a mancare da poco – il quale in un piccolo paese, quello di Guardiagrele, aveva messo in piedi il progetto SIMEC, per mezzo del quale si restituivano i soldi ai cittadini in applicazione della teoria che lui chiamava “il valore indotto”, e rivolgeva un attacco alla Banca D’Italia, denunciando queste realtà come responsabili dei suicidi dei cittadini, vittime di una truffa che lui chiamava “la moneta debito”.
Probabilmente se tutte le persone sapessero che le loro sofferenze sono state create ad arte, allora ci sarebbero meno suicidi e più consapevolezza in merito al fatto che è necessaria una modifica alla radice del nostro sistema economico.