Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land – Il gusto del “Classico”

Siamo a marzo 2025 e da qualche giorno è arrivato sugli scaffali e negli store online Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land, l’ultimo capitolo della saga Atelier rilasciato da Koei Tecmo e Gust, incentrato su alchimia e magia in mondi fantastici.
Una saga di Jrpg nata in Giappone nel lontano 1997 e che negli anni successivi si è sviluppata seguendo diversi filoni narrativi, dividendosi tra i vari personaggi o ambientazioni che ne contraddistinguono ogni capitolo e spesso rimanendo scollegati tra loro, seguendo l’esempio di tanti altri giochi di ruolo come ad esempio Final Fantasy.
Man mano che la mia avventura in compagnia di Yumia e di tutti gli altri personaggi comprimari di quest’opera proseguiva, mi sono spesso soffermato a pensare a quali fossero i punti forti della produzione fino a giungere alla conclusione che, tra le varie aggiunte e migliorie del titolo, quello che mi teneva attaccato allo schermo era il fascino di qualcosa di “già noto”.
Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land – Memoria
Raccontare gli avvenimenti che alimentano la storia alla base di Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land è un’impresa davvero complicata se si vogliono evitare spoiler. Dopo un piccolo flash forward iniziale il giocatore sarà chiamato a guidare Yumia e i suoi compagni alla scoperta di un continente ridotto in rovina da un incidente avvenuto diversi anni prima.
Di questo grande avvenimento si saprà davvero poco ma di certo c’è che da quell’episodio l’alchimia diventò un tabù, un po’ per paura e un po’ per pura superstizione. Alcune zono sono soggette ad un flusso costante di mana che ne impedisce l’esplorazione tranquilla e a quanto pare solo gli alchimisti sono in grado di gestire questo flusso. Alchimisti come la nostra protagonista, che dovrà guadagnarsi la fiducia della squadra di ricerca attraverso l’aiuto attivo nel purificare le zone e nel tentare di scoprire i motivi dietro all’incidente.
Il proseguimento della missione principale così come alcune esplorazioni mirate nel mondo aiuteranno a far luce sull’accaduto, scoprendo man mano sempre più misteri e piccole verità non dette alla popolazione. Una narrazione che si sviluppa principalmente con le missioni principali della storia, ma che lascia tanti spazi per approfondire i rapporti con i compagni di squadra e tante missioni secondarie ed esplorative sparse per il mondo di gioco.

Esplorazione e ricerca
Uno dei punti di forza di Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land è il vasto mondo aperto completamente esplorabile nel quale il giocatore si troverà a vagare già dai primissimi momenti di gioco. Un mondo in rovina fatto di strane creature e popolazioni, totalmente esplorabile secondo il volere del giocatore. L’unica limitazione risiede nella riserva di mana della protagonista, risorsa indispensabile che si prosciugherà mano mano che si vagherà per le terre non ancora purificate.
Come è facile intuire anche dal titolo la saga Atelier si basa molto sull’alchimia e sul poter creare i materiali, gli oggetti e le armi con tutte le risorse ottenute dall’esplorazione del giocatore. Ogni nuova area dà accesso a diversi oggetti con differenti proprietà magiche (elementali e non) e ogni nuova ricetta trovata potrà essere replicata utilizzando il potere magico di Yumia nel suo Atelier.
Di conseguenza ci si lancerà spesso a cercare materiali e oggetti per poter potenziare la squadra e poter proseguire nell’area successiva senza problemi. Tuttavia sono state aggiunte diverse semplificazioni che velocizzano di molto alcuni processi della saga, come il poter ricreare le formule già adottate o il poter automatizzare la scelta delle risorse scegliendo semplicemente se si vuole dare priorità alla qualità o agli effetti (con la possibilità di utilizzare anche risorse meno adatta per quegli oggetti che serviranno esclusivamente per alcune quest secondarie.)
Insomma, è un titolo che punta molto su un’esplorazione libera (anche verticalmente) con un occhio di riguardo per quei giocatori attenti che amano prendersi il proprio tempo per ottimizzare al meglio le risorse a propria disposizione.

Combattimenti e costruzioni
Risorse che risultano essere indispensabili quando si affrontano i combattimenti più impegnativi di Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land. In questo capitolo della saga i combattimenti non saranno a turni come spesso accade in queste produzioni ma saranno attivi e in tempo reale.
Bisognerà quindi schivare gli attacchi dei nemici spostando Yumia sul campo di battaglia e per ogni tasto del controller sarà possibile effettuare un attacco diverso. Un sistema che a prima vista potrebbe risultare complesso anche a causa dell’enorme quantità di stimoli visivi a schermo durante gli scontri ma che con un po’ di dimestichezza risulterà appagante e stimolante.
Si dovranno scegliere con cura quali oggetti equipaggiare al team in campo e sarà fondamentale scambiare i vari combattenti con il giusto tempismo per far leva sulle debolezze nemiche e sopraffare velocemente gli avversari o per attivare potenti attacchi combinati tra più personaggi.
Un sistema di combattimento in pieno stile action rpg che ci accompagnerà per tutta la durata della nostra avventura e della nostra esplorazione.
Una novità importante per la serie è la possibilità di ricostruire il nostro Atelier in diverse parti della mappa. In alcune specifiche aree sarà infatti possibile aprire un menù di costruzioni dove, sempre mediante risorse acquisite dalla nostra esplorazione, potremmo ricostruire la nostra base pressoché personalizzabile in ogni sua forma e colore.
Un buonissimo strumento che aiuta molto a snellire la grossa mole di esplorazione del titolo, dando modo al giocatore di potersi godere a pieno la storia di Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land fermandosi a migliorare i propri equipaggiamenti solo in specifici punti della narrazione o a seconda del proprio giusto.

Affascinante ma…già visto?
In apertura di questo articolo citavo il fascino dei videogiochi che già si conoscono e devo ammettere che questa sensazione mi ha accompagnato per tutta la mia lunga run di Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land.
Ogni nuova area sbloccata, ogni combattimento superato mi invogliava a continuare a scavare nelle memorie perdute del regno di Aladiss per scoprire i misteri dietro ai personaggi misteriosi che vedevo muovere nell’ombra della trama.
Tuttavia una parte di me continuava a notare quanto fosse classica la scrittura alla base della sceneggiatura e quanto fosse ricamata a pennello sopra una formula già consolidata e già giocata in passato. Ottime le nuove aggiunte di gameplay e molto stimolante e divertente il sistema di combattimento ma è chiaro quanto Gust voglia mantenere la saga classica nel suo genere e nella sua nicchia di appassionati.
Una formula che funziona e che rende Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land perfetto per gli appassionati dei Jrpg che vogliono tuffarsi in un’avventura classica che punta al fascino senza tempo di queste produzioni ma che davvero difficilmente riuscirà ad uscire da quel territorio già ben coltivato e vivo.
