Assemble with care: l’arte di prendersi cura delle cose

L’arte di prendersi cura delle cose
Inizi una giornata qualunque preparandoti per uscire di casa, con mille pensieri, impegni e scadenze per la testa, fin quando non noti che i tuoi pantaloni preferiti si sono strappati, inciampi su qualcosa nella fretta, un tuo giocattolo d’infanzia si rompe e sui mezzi pubblici dimentichi la sciarpa che la nonna ti aveva regalato il Natale scorso.
In un istante, ti fermi. Non sono solo oggetti rotti o persi, ma frammenti di vita che fino a un secondo prima erano intatti. Assemble with care invita a concentrarsi per un’oretta sull’importanza del prendersi cura non solo di oggetti a noi cari, ma di ciò che rappresentano, dei ricordi incastonati in essi e delle persone che ne fanno parte.
La protagonista, Maria, una restauratrice di oggetti che viaggia per il mondo, viene rappresentata con occhi profondi e malinconici, come alla ricerca di qualcosa di più grande dei semplici oggetti che ripara. Allontanatasi dalla famiglia per divergenze d’opinione, Maria diventa un punto di riferimento per la comunità locale, riparando non solo oggetti ma relazioni interpersonali con i loro cari attraverso l’ascolto e l’empatia.
Stile narrativo
Uno degli elementi più affascinanti di Assemble with Care è il modo in cui la storia viene raccontata. La struttura del gioco rassomiglia la lettura di un libro illustrato, dove ogni capitolo ci trasporta in un piccolo mondo fatto di dettagli accuratamente scelti. La narrazione è accompagnata da una voce soave che ci culla quasi come una fiaba della buonanotte, rendendo l’intera esperienza calda e accogliente.
Ogni scena si apre e chiude come il rullino di una macchina fotografica, dove ogni illustrazione ottenuta con pennellate grossolane e colori ben definiti presenta un tipico taglio fotografico. Ci vengono mostrati solo gli elementi essenziali, mentre il resto svanisce per lasciare spazio all’immedesimazione del giocatore. Questo minimalismo visivo è perfettamente bilanciato da una colonna sonora malinconica, che accompagna ogni riparazione con una dolcezza che non sovrasta mai l’esperienza, ma la arricchisce.

Le similitudini con Florence, gioco narrativo di Mountains molto apprezzato, sono evidenti. In entrambi, la breve durata offre momenti intensi di introspezione attraverso attività semplici ma cariche di significato. Ambedue i giochi sfruttano la colonna sonora per evocare emozioni nostalgiche, seppur Assemble with care scelga una cadenza più cozy e rilassata rispetto al rollercoaster emotivo di Florence. In Assemble with Care, il contrasto tra i colori caldi e decisi contro i toni più freddi di Florence sottolinea questa differenza di atmosfera: mentre Florence ci trascina in un turbinio di emozioni contrastanti, Assemble with Care preferisce cullarci verso un percorso nostalgico, lasciandoci coccolare dai ricordi.
La città di Zirma
Nella città di Zirma, narrata da Italo Calvino ne Le città invisibili, tutto è ridondante, proprio come la nostra memoria, che si aggrappa selettivamente a pochi ma importanti ricordi, ancorati ad oggetti che ci aiutano a non dimenticarli.
Potrebbe apparire una visione materialista della vita, ma tutti abbiamo degli oggetti che fanno parte della nostra identità, a cui ci aggrappiamo giorno dopo giorno dandoli per scontati: una vecchia macchina fotografica, il nostro primo giocattolo, la prima console da gioco, il primo regalo d’anniversario, il cuscino che ci fa dormire bene la notte, il nostro profumo preferito. Non è la semplice possessione a renderli speciali, ma il significato che ad essi attribuiamo. Ogni graffio su una vecchia fotocamera, ogni scalfittura su un giocattolo d’infanzia racconta una storia.
Aggrapparci agli oggetti ci rende fragili quanto loro, vulnerabili al tempo e all’usura, proprio come ciò che custodiamo, ma Assemble with care ci riporta la speranza che le cose a noi più care possano durare, se ce ne prendiamo cura.
Uno di questi aspetti che ci rende più fragili è il rapporto con i nostri familiari: come temiamo il loro giudizio, come gli oggetti ci legano alla nostra infanzia e all’eredità dei nostri antenati e ci permettono di perpetuare la loro esistenza col potere del ricordo. Anche Maria, la protagonista, vive un legame conflittuale con i suoi genitori, temendo il loro giudizio dopo essersene allontanata. Sarà proprio la conoscenza dei residenti della città, e dei loro problemi familiari, ad aiutarla a riavvicinarsi ai suoi genitori, facendole trovare il coraggio per affrontare quel confronto che evitava da tempo.

Proprio come Calvino esalta il ruolo della leggerezza nella nostra vita, il minimalismo di Assemble with care non è superficialità, ma una scelta narrativa per affrontare la complessità del mondo con delicatezza. Calvino definisce la leggerezza come la capacità di “planare sulle cose dall’alto, senza avere macigni sul cuore”, esattamente come Maria ripara gli oggetti con grazia e cura, restituendo loro non solo funzionalità, ma anche valore emotivo, riflettendo questa leggerezza nel modo in cui si relaziona ai problemi altrui. Prendersi cura degli oggetti da riparare non è solo una questione di abilità manuali, diventa un atto simbolico di ricostruzione di vite. Sebbene Maria non si confidi con i personaggi secondari sui suoi problemi personali, saranno le difficoltà interpersonali altrui a reindirizzarla verso la strada che la porterà al confronto col suo passato.
Conclusione
In un panorama videoludico spesso dominato da esperienze frenetiche, Assemble with Care si distingue come una pausa di riflessione. Con una narrazione intima e una grafica minimalista, il gioco ci invita a riflettere sull’importanza di prendersi cura delle cose e delle persone, ricordandoci che anche gli oggetti più semplici possono raccontare storie preziose.
Alla fine dell’esperienza, ci si sente ispirati a guardare il mondo con occhi diversi, apprezzando non solo le persone che ci circondano, ma anche gli oggetti che, in silenzio, ci accompagnano nella nostra vita quotidiana. Assemble with Care è una lettera d’amore agli oggetti e alle memorie che essi custodiscono.
Fonti:
- Le città invisibili, Italo Calvino (1972)
- Lezioni Americane, Italo Calvino (1988)
- Immagini: Assemble with care (screenshot di gioco)
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Articolo di Aurora Maria Tumminello