GDR Dai dadi ai dati – Vampire The Masquerade Bloodlines #1

PRIMA DI COMINCIARE…
Avete mai provato un gioco di ruolo cartaceo, o “da tavolo”? Personalmente li considero uno dei miei passatempi preferiti: un tavolo, un gruppo di amici ed una manciata di dadi. E via, all’avventura, con la fantasia di master e giocatori come unico limite. Però c’è un problema: servono tempo, spazio e soprattutto persone per coltivare questa splendida passione. E se uno non li ha? Niente paura, arrivano… “i nostri?” No, Tracer, torna nel tuo gioco a infastidire i tank.
Dicevo, arrivano i videogiochi a darci una mano! “GDR Dai dadi ai dati” parla proprio di questo. Andremo a scoprire e riscoprire vecchie e nuove trasposizioni di giochi di ruolo più o meno celebri, da vecchie glorie come Baldur’s Gate all’ormai prossimo Call of Cthulhu.
Ma per questi ci sarà tempo (Ogni 23 del mese, ricordatevelo!). Oggi siamo qui per dare il via a questo piccolo progetto con una chicca: Vampire The Masquerade, Bloodlines!
E CHE COSA SAREBBE “VAMPIRE THE MASQUERADE”?
Prodotto ufficiale sviluppato dalla ormai defunta Troika Games con la benedizione di White Wolf Studio, i “papà” della versione cartacea di Vampire The Masquerade e di tutto il World of Darkness (editi in Italia da Raven Distribution). Vedo alcune facce confuse in platea, perciò, amico esperto di gdr, porta pazienza o salta la parte a venire:
il World of Darkness (da ora WoD) è il nostro mondo, almeno in superficie. Ma al di là del velo di rassicurante normalità che avvolge l’esistenza della maggior parte dei mortali, i fili della politica, dell’economia, del crimine e perfino della Storia stessa vengono mossi da burattinai decisamente particolari. Spiriti, maghi, licantropi, demoni, orrori di varia natura e, ovviamente, vampiri. I succhiasangue trascorrono le loro immortali esistenze mescolandosi con i comuni mortali, dei quali sono costretti a cibarsi e che utilizzano come pedine nei loro intricati giochi di potere, il tutto naturalmente senza poter mai rivelare la loro esistenza, una vita di assoluta clandestinità che prende il nome di Masquerade.
Ed è qui che entreremo in gioco noi, in Bloodlines, gdr “action” in tempo reale, simile ai vari Fallout 3, Deus Ex e Skyrim. Nei panni di un giovane vampiro di Los Angeles, dovremo innanzitutto determinare a quale dei sette Clan disponibili apparterremo. In Vampire non esistono classi come nei tradizionali gdr fantasy, ma potete pensare al vostro Clan come un miscuglio di razza e classe, ognuno con le proprie abilità, storia e poteri peculiari.
Il Clan Brujah, ad esempio, è abile nel combattimento e le sue Discipline Vampiriche sono pensate per fare molto male agli avversari; il Clan Tremere, d’altro canto, racchiude in sé alcuni dei più eminenti occultisti fra i vampiri e i suoi membri sono in grado di usare poteri magici. Non è necessario essere esperti di ogni singola “famiglia” per potersi divertire, il gioco vi permette di scegliere fra la creazione libera del proprio pg e (opzione fortemente consigliata ai neofiti) di rispondere ad un breve questionario che genererà una scheda basandosi sulle vostre risposte, fornendovi un personaggio pronto ad esplorare i misteri del WoD.
La scelta del vostro Clan, oltretutto, non si limita a darvi dei poteri, ma può influenzare drasticamente la vostra esperienza di gioco: un Nosferatu dovrà prestare enorme attenzione nel non mostrare il suo aspetto rivoltante ad un mortale, pena un’infrazione della Masquerade. Niente di grave, potreste pensare. E invece no, la Masquerade è un elemento importantissimo del gioco e infrangerla per 5 volte comporta l’immediato game over. Un Malkavian, d’altra parte, essendo afflitto dalla pazzia congenita del suo Clan, avrà accesso a delle linee di dialogo… particolari, per così dire, che renderanno gli scambi di battute con gli npc decisamente impegnativi.
UN’OTTIMA TRASPOSIZIONE
Insomma, l’aderenza a ciò che sta scritto nei vari manuali del gioco da tavolo è quasi perfetta (con le dovute eccezioni, dopotutto qui giocate da soli e il gioco è essenzialmente un action). Dovrete imparare a nutrirvi senza dare nell’occhio, dovrete sfruttare al meglio i vostri poteri e dovrete imparare a distinguere gli amici dai nemici. L’atmosfera paranoica e solitaria di Vampire The Masquerade è ricreata in maniera eccellente e avrete la costante sensazione che chiunque vi stia manovrando come il pivello che siete nella società vampirica.
Se a torto o a ragione, lo scoprirete solo giocando; da non sottovalutare, proprio come nella versione cartacea, è l’importanza dell’Umanità: certo, il vostro personaggio è un mostro emofago, ma questo non vuol dire che potete andarvene in giro massacrando gli abitanti di Los Angeles impunemente.
Ogni innocente che morirà per mano vostra o per le vostre scelte vi porterà un passo più vicini alla vostra Bestia interiore, un demone che se scatenato vi renderà delle autentiche macchine da guerra totalmente prive di controllo. Combinate questa situazione con l’esigenza di mantenere la Masquerade e capirete perché l’Umanità del vostro personaggio sia fondamentale. Ma, ehi, cosa sono quelle facce? Cosa? Pensate che questo limiti la vostra libertà di azione e vi conduca su una sorta di rotaia? Assolutamente no, tranquilli! La libertà negli approcci alle varie missioni è notevole, se consideriamo che si tratta di un gioco di ben quattordici anni fa, sebbene purtroppo si vada perdendo nel finale dell’avventura che vi spingerà spesso e volentieri al metodo Rambo.
Ciononostante, le soluzioni creative sono fortemente incoraggiate e molte situazioni possono essere risolte scassinando, hackerando o tramite le speciali opzioni di dialogo che appaiono se il vostro personaggio è sufficientemente carismatico o minaccioso.
Quello che ne deriva è una splendida sensazione di potere al giocatore, che pur non arrivando ad eguagliare le infinite possibilità della fantasia umana, vi darà l’illusione di stare giocando una sessione di Vampire.
Ok, il feeling c’è tutto sebbene con qualche semplificazione dovuta ai limiti tecnici dell’epoca e al fatto di rendere un gioco pensato per dei gruppi un’avventura in solitario, ma tecnicamente come siamo messi? Non altrettanto bene, purtroppo, ma non siamo di fronte ad un disastro. Come già detto, Bloodlines ha ormai più di dieci anni sul groppone e si vedono tutti, letteralmente: la grafica è piuttosto rozza, per i moderni standard e ogni tanto, specie nella sezione finale, ha delle texture incommentabili.
Ma del resto, Troika Games era ormai alla fine del suo ciclo vitale e il gioco venne completato in maniera un po’ frettolosa prima dell’inevitabile epilogo della compagnia. Leggendo in Internet, è possibile scoprire diversi post che narrano di bug che spaziano dal fastidioso all’azzoppante per quel che riguarda l’esperienza di gioco, ma si riferiscono principalmente all’edizione uscita nel 2004 su cd.
Io ho giocato per intero la versione acquistabile su Steam senza riscontrare nessuno dei bug più tristemente noti, pertanto posso supporre che siano state applicate delle patch correttive; qualora non dovesse essere così, esiste da diverso tempo una patch non ufficiale che, oltre a fixare i bug più noti, aggiunge alcuni contenuti che sono stati tagliati nella versione “base” del gioco.
Per quel che riguarda il comparto audio invece, posso solo complimentarmi per l’ottimo voice acting e l’azzeccatissima colonna sonora che comprende, fra gli altri, Lacuna Coil, Ministry e Tiamat, due elementi che da soli bastano a rendere memorabili scene e personaggi, ai quali si va a sommare una scrittura assolutamente fantastica, che ci regala una trama degna di essere ricordata.
IN CONCLUSIONE
Insomma, che altro vi devo dire? Che l’ho iniziato e finito in circa due settimane, giocandoci per una media di 6 ore al giorno, tanto mi ha preso? Che, come ho detto per il trailer di Cyberpunk 2077, si sentono l’amore e la passione dei devs per il tetro mondo inventato dalla White Wolf?
O forse dovrei dirvi che il gioco costa solo 20 euro (5 se volete aspettare i saldi) e che quindi non ci sono scuse? Ci sono moltissime altre cose che vorrei dire per decantare le lodi di Bloodlines, ma il tempo è tiranno e ho paura di rovinarvi il piacere della scoperta. Provatelo se siete fan del gdr originale.
Provatelo anche non lo siete, e sono pronto a scommettere che vi verrà almeno un moto di curiosità. Giusto in tempo, magari, per la nuova edizione cartacea, la quinta, che arriverà prossimamente nella nostra cara, vecchia Italia. E chissà, forse visto il recente interesse per Cyberpunk e Call of Cthulhu, potremmo vedere una remastered o addirittura un seguito di questo fantastico gdr… la speranza è sempre l’ultima a morire.
(Si ringrazia l’amico Maurizio Ferrero, per la segnalazione del gioco e moltissime informazioni presenti in questo articolo!)