Ue, la Merkel pone dei limiti all’unione bancaria
La cancelliera tedesca Angela Merkel torna a fare la voce grossa e pone dei limiti all’utilizzo del fondo di salvataggio dell’Eurozona, che dall’anno prossimo dovrebbe consentire alle banche in difficoltà di ottenere capitale, aumentando inesorabilmente la possibilità, più volte paventata dalla Spagna, che tale costo vada a gravare sul debito pubblico.
L’imposizione della Merkel va a porre dei paletti alla decisione, presa nella notte dai leader dell’Unione europea, circa l’istituzione del supervisore unico del settore bancario, che dovrebbe iniziare a svolgere il suo compito a partire dall’anno prossimo.
In particolare, i leader dell’Eurozona, nei due giorni di summit di Bruxelles, hanno raggiunto l’intesa sul conferimento alla Banca centrale europea dell’incarico di supervisione delle banche dell’Eurozona. Stando all’accordo preso questa notte, entro la fine dell’anno dovrebbe aver luogo l’adozione delle struttura di regole che permetta alla Banca centrale europea di supervisionare tutte le 6000 banche della zona euro.
La Cancelliera tedesca ha voluto chiarire, però, che servirà del tempo per rendere il nuovo istituto effettivamente operativo, affievolendo gli entusiasmi degli altri leader europei.
La Merkel ha comunque precisato che, in ogni caso, il Meccanismo di stabilità europeo Esm non si accollerà gli oneri per i precedenti salvataggi bancari degli Stati membri, ponendo delle condizioni tali da non consentire nuove iniezioni di capitali prima delle elezioni di settembre: “Non ci sarà nessuna ricapitalizzazione diretta retroattiva. Se una ricapitalizzazione sarà possibile, lo sarà solo in futuro, quindi penso che quando il supervisore bancario sarà operativo non avremo più problemi
con le banche spagnole. Almeno lo spero”.
Le parole della Merkel, comunque, non hanno distratto i funzionari Ue dalla necessità di dividere i costi di smaltimento degli asset bancari tossici tra i governi e il Meccanismo di stabilità europeo, unanimemente considerato un passaggio fondamentale per l’interruzione del circolo vizioso tra debiti degli Stati e istituti bancari.
La Germania, però, ha ancora una volta posto il suo veto, confermando la propria netta opposizione ad una garanzia congiunta sui depositi, considerata dal Fondo monetario internazionale e da numerosi economisti un tassello imprescindibile in un’unione bancaria che, attualmente, è lontana dall’essere considerata tale.
Giuseppe Ferrara
21 ottobre 2012