Investimenti fermi e produzione lenta: i dati della Banca d’Italia sull’economia umbra

di Marco Menchinella
La crisi, quella economica, si intende, peggiora anche in Umbria. Lo confermano i dati trasmessi dalla Banca d’Italia attraverso il periodico aggiornamento congiunturale sulla situazione delle singole economie regionali che, stando a quanto emerge dalle analisi pubblicate, continuano a non godere di buona salute.
La nota, redatta dalla filiale di Perugia della Banca centrale, evidenzia un sostanziale rallentamento in seguito ai segnali di ripresa di fine 2010. Industria, credito e investimenti risultano i settori maggiormente in crisi, complice anche la profonda instabilità dei mercati finanziari, mentre occupazione e turismo registrano una lieve crescita così come la bilancia commerciale, che chiude in positivo di 322 milioni di euro.
Tessile, metalli e meccanica: il mese scorso la Banca ha effettuato un sondaggio su un campione di imprese con più di venti dipendenti. Per metà di esse, soprattutto per quelle che operano nel tessile, nella lavorazione dei metalli e nella meccanica, il fatturato segna ancora un incremento dell’esportazione. Contrariamente, solo un’azienda ogni dieci di quelle che trattano minerali non metalliferi ha potuto vantare una ripresa.
Edilizia: le imprese edili restano le maggiormente colpite dalla crisi. Nel settore diminuiscono produzione e occupazione (-5,1 per cento di impiegati nel secondo trimestre 2011), e aumenta la cassa integrazione (+9,6 per cento).
Commercio e turismo: stabile e invariato il settore dei servizi non finanziari, con le vendite che, in generale, non subiscono grosse variazioni. Malgrado il saldo tra iscrizioni e cessazioni al Registro delle imprese rimanga negativo (-1,3 per cento nella prima metà del 2011), il valore totale delle esportazioni dei primi sei mesi del 2011 è di 1,8 miliardi di euro, corrispondente ad una crescita del 15,3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’export umbro si concentra prevalentemente su prodotti alimentari, tessili e su macchinari e predilige i partner commerciali europei (+23,4 per cento di vendite in UE) a quelli extracomunitari, in cui l’incremento è stato più contenuto (+4,4 per cento).
Trend positivo anche per quanto riguarda il turismo: la Regione Umbria rende noto, infatti, un incremento sia degli arrivi (+7,7 per cento) che delle presenze (+7,2 per cento) nel cuore verde d’Italia.
Occupazione: cresce e si stabilizza, anche se poco più di un punto percentuale, pure l’occupazione, ma solo relativamente alla tipologia dei lavoratori dipendenti e, più nello specifico, di quelli con contratto a tempo determinato. Specularmente, il tasso di disoccupazione si attesta al 6,8 per cento e le donne rimangono la categoria più svantaggiata, con solo il 52,4 per cento di occupate rispetto ai colleghi uomini, la cui analoga percentuale sale fino al 72,5.
Credito, finanza e risparmio: singolare è il caso dei prestiti concessi dalle banche in regione. A fronte di un aumento dei tassi di interesse applicati sia sui finanziamenti a breve termine che su quelli di lungo periodo, i primi cinque gruppi bancari nazionali hanno concesso credito ad un ritmo inferiore rispetto alle altre banche. Le famiglie, infatti, hanno chiesto un 1,7 per cento in meno di prestiti alle big 5 e un 8,4 per cento in più a gruppi e istituti bancari minori.
Infine calano i depositi bancari (-29 per cento a Perugia, -0,7 per cento a Terni) e la consistenza dei conti correnti che, oramai, abbassano la remunerazione pagando sempre meno interessi.
8 novembre 2011