l’Inps apre un’inchiesta sulla pensione d’oro di Cartasegna, 24 mila euro netti al mese

Gian Antonio Stella, solleva il dubbio con un articolo pubblicato sul Corriere della Sera: “Com’è possibile che prenda il doppio della busta paga di Obama?”

PERUGIA – 24 mila euro netti al mese, questa la pensione da capogiro che percepisce l’ex avvocato del comune di Perugia, Mario Cartasegna. L’INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale), ha aperto un ‘inchiesta, dopo che anche il Comune perugino ha deciso di indagare. La burocrazia alla spalle di questo caso, intesa come manovre del ministero del Tesoro, TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) e Consiglio di Stato, carte bollate e INPS sono già state denunciate dalle IENE che hanno seguito la vicenda in passato attraverso uno dei loro servizi.
In un clima teso e difficile come quello attuale generato dalla crisi, sul Corriere della Sera, Gian Antonio Stella si chiede: “Com’è possibile che un ex dipendente comunale di una città di provincia possa prendere di pensione il triplo del suo ultimo stipendio e il doppio abbondante della busta paga di Obama?». Già! Com’è possibile che quest’uomo possa percepire una pensione pari a quella del Presidente del paese più influente del mondo?
Per capire come si è arrivati a questa situazione occorre sbirciare nel passato dell’avvocato. Nel 1972 l’avvocato Cartasegna viene assunto da palazzo dei Priori con posto fisso e stipendio garantito, grazie all’intermediazione di sindaci socialisti. Inoltre, gli furono garantite percentuali sulle cause vinte.
L’avvocato, alcuni fa, tentò di approfittarsi di una sentenza del Tribunale amministrativo regionale laziale, successivamente confermata dal Consiglio di Stato.
Una sentenza che forniva l’opportunità di accumulare a fini pensionistici le percentuali delle cause vinte. L’avvocato deve però incassare la secca opposizione del ministero del Tesoro. Tuttavia, l’uomo non si da per vinto e decide di far ricorso al Tar umbro poiché è “irritante” la risposta del Tesoro. Passano così dieci anni in cui non accade nulla di significativo ma nel 1997 il Tar umbro riconosce la sensatezza delle obiezioni dell’avvocato. Una sentenza però mai appellata dall’Inpdap (Istituto Nazionale Previdenziale dei Dipendenti Pubblici).
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
1 Febbraio 2015