Twitter, addio realtime?
Twitter sta cambiando volto, stravolgendo anche la sua filosofia di base come, ad esempio, la tanto apprezzata timeline in tempo reale. I cinguettii di Twitter si sono sempre distinti dai post di Facebook per la possibilità di condividere informazioni sinteticamente, massimo 140 caratteri, ma soprattutto per la loro reattività: terremoti, guerre, presentazione di un nuovo prodotto, ogni tweet viaggiava alla velocità della luce, arrivando a noi in tempo reale. Inoltre non era necessario aggiungere determinate persone per ricevere notizie. Il social network dell’uccellino azzurro è stato troppo spesso accostato a Facebook, quasi dovesse competere con lui. Se da una parte i due si contendono gli utenti, dall’altra parte offrono due servizi completamente differenti che li rendono complementari. Pur essendo in fase sperimentale, Twitter ha deciso di cambiare il flusso di dati, non più basandosi sul real-time ma sulla pertinenza, proprio come Facebook. I messaggi che ci verranno mostrati saranno quelli più popolari, quelli più condivisi, andando a creare una sorta di filtro per cui chi ha più follower avrà maggiore possibilità di essere letto. In molti si chiedono che fine farà Twitter, sempre più un Facebook di seconda mano. Si chiedono anche che fine farà quel social network che ha permesso la comunicazione durante la Primavera Araba, la guerra in Ucraina, nella quale anche la persona con un solo follower è riuscita a far leggere il suo messaggio al mondo intero, grazie agli hashtag. Non a caso Twitter è stato definito come un servizio di micro-blogging in cui il profilo di ognuno si trasformava in un piccolo blog personale, dalla possibilità di condivisione virale. Da ciò però non bisogna tirare le somme troppo frettolosamente. Twitter stesso ha parlato di una fase sperimentale, e le numerose novità che sta introducendo, forse fanno parte di un progetto più grande, un progetto che potrebbe migliorarlo, anche se questo cambiamento significa uno stravolgimento che coinvolge le radici stesse del social network.
Marco Piacentini
20 ottobre 2014